Inviato: mer, 13 apr 2016 22:46
Il fatto che siano o no messi a lemma in un dizionario non c’entra nulla con la loro trasparenza e comprensibilità.Marco Treviglio ha scritto:Beh, fin quando non saranno riportati nei dizionarî le loro definizioni, per quanto mi riguarda, il loro essere "trasparenti" è un dato del tutto soggettivo.
Lei però séguita a far considerazioni estralinguistiche di poco momento. Il fatto linguistico, innegabile, è che xenofobia non è un termine medico. Poi si può elucubrare quanto si vuole…Marco Treviglio ha scritto:Capisco la differenza che vuole evidenziare, ma ritengo che nulla c'entri con la mia precisazione del termine connesso con il “disturbo mentale” intrinseco.
Poi, va da sé che prima di divenire collettivo esso sia in primis di ogni singolo individuo partecipante e no allo stesso.
Inoltre, non è che l'insieme di una collettività che erra di principio fa di tal pensiero o conclusione una verità, ossia non tramuta il pregiudizio in giudizio.
Codesto, mi perdoni, è tutto da dimostrare; e non si dimostra certamente con le considerazioni estralinguistiche di cui parlavo sopra. Non ch’io voglia difendere a tutt’i costi una parola proposta da me — che non è una mia coniazione, viste la sua semplicità e trasparenza morfologia e le non trascurabili attestazioni in Rete —, ma ci possiamo trovar d’accordo sul punto linguistico (il quale, le ricordo ancora una volta, è l’unico che c’interessa): l’uso di un suffisso di grande produttività in àmbito politico come -ista unito a una base come antimmigrazione forma una parola nettamente diversa da xenofobo, sia perché sposta l’attenzione dalla paura dello straniero alla contrarietà all’immigrazione, sia perché non porta con sé la connotazione negativa che ha, nel senso comune, la paura.Marco Treviglio ha scritto:Purtroppo il cosiddetto sinonimo che ha voluto proporre non è poi cosí neutro come vuol far credere ma si porta appresso le stesse negatività di quello che va a sostituire, né piú né meno.