«Marshmallow»

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Carnby
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Re: «Marshmallow»

Intervento di Carnby »

ilparoliere ha scritto: gio, 18 set 2025 11:00 Invece si può tradurre semplicemente con spumoni?
No, lo spumone è un’altra cosa. Abbiamo già toffoletta e cotone dolce.
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Millermann
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Re: «Marshmallow»

Intervento di Millermann »

Carnby ha scritto: gio, 18 set 2025 15:19 No, lo spumone è un’altra cosa. Abbiamo già toffoletta e cotone dolce.
Concordo: né spumone (che, oltre che un dolce, è un tipo di gelato tradizionale), né spumino o spumiglia (è un tipo di meringa), né spumetta (è un altro tipo di meringa tradizionale regionale).

Però, in teoria, l'idea si potrebbe sfruttare, visto che ormai le «toffolette» non si fanno piú col succo delle radici dell'altea comune (in inglese marshmallow), bensí mescolando zucchero, glucosio, albumi montati e gelatina (ingredienti da meringhe, gelatina a parte).
Pertanto, basandosi sugli alterati di spuma non ancora in uso, si potrebbe pensare a *spumello, che ha il vantaggio di «far rima», grosso modo, proprio con... marshmallow:P

Ma è semplicemente un'idea fantasiosa: come già osservato, gli attuali traducenti (toffoletta e cotone dolce) sono piú che sufficienti.

P.S. Volendo proprio esagerare, ci sarebbe anche *spumarello, che contiene sia mar-, sia -ello;)
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G. M.
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Re: «Marshmallow»

Intervento di G. M. »

In un commento su Facebook leggo che «[n]egli anni '80 si chiamavano anche "morbidoni"». Mi confermate?
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Marshmallow»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

G. M. ha scritto: lun, 20 ott 2025 11:09In un commento su Facebook leggo che «[n]egli anni '80 si chiamavano anche "morbidoni"». Mi confermate?
Da bambino (fine anni Ottanta, primi anni Novanta) li chiamavo proprio cosí. Erano —ma credo ci siano ancora— dolcetti che si trovavano in vendita sulle bancarelle delle sagre. Non erano esattamente della forma dei marshmallows americani, dunque cilindretti bianchi, ma pezzi piú lunghi, di solito intrecciati, di colore bianco e rosa. E soprattutto, si mangiavano cosí com’erano, senza abbrustolirli.
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G. M.
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Re: «Marshmallow»

Intervento di G. M. »

Ti ringrazio. :)
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Millermann
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Re: «Marshmallow»

Intervento di Millermann »

In quest'articolo specialistico del 2016 sull'andamento delle vendite delle caramelle in Italia, si notano due aspetti interessanti: il primo è che, dal punto di vista commerciale, le «toffolette» sono considerate un tipo di caramelle.
Il secondo è che, nel linguaggio tecnico del settore, sembra si usi la denominazione italiana «caramelle cotone» (scritta senza corsivo né virgolette, ma preceduta da cosiddette, forse a sottolinearne la natura tecnica); il termine inglese, nel testo, è invece citato fra parentesi, giusto per chiarezza. :)

Scopriamo anche che, perlomeno dieci anni fa, le "nostre" rappresentavano le caramelle con la maggior crescita nel mercato italiano del settore:
A mostrare i risultati migliori sono state le cosiddette caramelle cotone (marshmallow), le cui vendite sono aumentate nelle quantità di 6 punti percentuali, mentre il giro d’affari del 10,6%.
Quindi, a parte ogni altra considerazione, abbiamo a disposizione:
• un termine tecnico/settoriale (caramelle cotone);
• un termine «neutro» alternativo (cotone dolce);
• un termine scherzoso/intenzionale (toffolette);
• un termine familiare/affettivo (morbidoni).
Il forestierismo, in un «mondo ideale», proprio non avrebbe ragion d'essere. :P
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G. M.
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Re: «Marshmallow»

Intervento di G. M. »

Interessante ritrovamento, Millermann. :)

Non sono sicuro circa il marcare toffolette come «scherzoso/intenzionale»: è un termine che si trova attestato di recente in vari contesti, con naturalezza, anche in usi (mi pare) non connotati. Marcarlo così mi sembra riduttivo dal punto di vista descrittivo, e dal punto di vista propositivo mi sembra indebolirne le possibilità d'affermazione come traducente per l'uso generale.
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Millermann
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Re: «Marshmallow»

Intervento di Millermann »

Chiedo scusa, forse non mi sono espresso bene: non intendevo marcare toffolette in senso riduttivo, ma cercavo soltanto di descrivere le differenze di registro che mi sembra di percepire, nell'uso di questo termine, rispetto agli altri citati.
Ancora oggi, la parola è legata alle strisce dei Peanuts e alla storia di Willy Wonka, quindi nel sentirla pronunciare non riesco a fare a meno di cogliere un'intenzione scherzosa (o giocosa), oppure quella di «fare sfoggio»; comunque, sempre piú o meno marcata.

Insomma, non riesco ancora a immaginare di chiedere, in una pasticceria, «avete delle toffolette artigianali?» senza che il commesso mi guardi strano o faccia un commento sarcastico, del tipo «ma chi sei, Charlie Brown?». È quasi come se il forestierismo fosse il termine «normale» e il traducente quello «alieno». Ben venga, ovviamente, se non è cosí. ;)

Come si potrebbe, allora, definire meglio il registro d'uso di toffolette rispetto ai sinonimi? A me non sono venute altre idee, piú calzanti. Qualche suggerimento? :?
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G. M.
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Re: «Marshmallow»

Intervento di G. M. »

Millermann ha scritto: mer, 22 ott 2025 12:36 Ancora oggi, la parola è legata alle strisce dei Peanuts e alla storia di Willy Wonka […]
Secondo me le attestazioni in opere di vario genere e tono mostrano che in generale questo legame specifico è ormai ridotto, e in parecchi casi praticamente del tutto assente.
Millermann ha scritto: mer, 22 ott 2025 12:36È quasi come se il forestierismo fosse il termine «normale» e il traducente quello «alieno».
Questo secondo me è per le caratteristiche psicolinguistiche dell'itanglese in generale, più che di questo caso particolare.
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12xu
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Re: «Marshmallow»

Intervento di 12xu »

G. M. ha scritto: mer, 22 ott 2025 13:50
Millermann ha scritto: mer, 22 ott 2025 12:36È quasi come se il forestierismo fosse il termine «normale» e il traducente quello «alieno».
Questo secondo me è per le caratteristiche psicolinguistiche dell'itanglese in generale, più che di questo caso particolare.
A integrare un poco, questo dolce ha un'origine antica, ma la versione moderna nasce in Francia, e viene poi diffusa dall'industria alimentare degli Stati Uniti. Dunque non mi pare così strano che sia stato l'anglismo ad affermarsi. Se i cugini galli avessero pubblicizzato meglio il prodotto, magari oggi ci saremmo trovati a che fare con le ghimmò o ghimmosette :D
La guimauve è, come in inglese, la pianta d'altea; e in italiano è resa anche come bismalva, malvavischio e, in molti dialetti, malvone o malvona.
In questo ricettario farmaceutico, il marshmallow viene chiamato pasta d'altea.
Si potrebbe dunque anche pensare a traducenti come *malvosette, *fiocchi di malva, *pastemalve e via dicendo.

Modifica:
Aggiungo una nota personale: molti dei traducenti usati in passato sono così generici (morbidoni; cotone dolce che potenzialmente potrebbe benissimo significare anche zucchero filato) od oscuri (in che modo toffolette richiamerebbe l'immagine del dolcetto alla mente più di marshmallow?) che tanto valeva chiamarli anche caramelle soffici. Magari un traducente più naturalistico denotante, appunto, la sua natura avrebbe avuto maggior possibilità di affermarsi nella memoria dei parlanti.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Marshmallow»

Intervento di G. M. »

12xu ha scritto: gio, 23 ott 2025 10:30 […] traducenti […] oscuri (in che modo toffolette richiamerebbe l'immagine del dolcetto alla mente più di marshmallow?) […]
Beh, non tutti i termini hanno bisogno d'essere totalmente scomponibili in subelementi di significato, ce ne sono tantissimi che esprimono significati primitivi e li capiamo senza problemi: descriverli come «oscuri» mi sembra eccessivo e ingiustamente connotato. Nel caso particolare, poi, toffoletta ha l'elemento diminutivo -etta ed è un nome piuttosto fonosimbolico.
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