Inviato: sab, 24 mar 2007 23:15
Vero, ma quello che più mi turba è onestamente il problema contrario.Marco1971 ha scritto:Sono contento. È già molto quel che fa.methao_donor ha scritto:Certo che no ma, non potendo sovvertire di colpo la tendenza, a una certa passività ci siam costretti.
Per quanto mi riguarda, quel che è in mio potere lo faccio.
Ovvero, cerco di immunizzarmi dal "morbus anglicus" da un lato e sensibilizzare alla questione chi mi può ascoltare dall'altro.
Naturalmente, avessi maggiore visibilità/influenza sarebbe più semplice. Purtroppo non le ho.
Per Roberto:
Naturalmente nelle chiacchiere quotidiane ci sono relativamente pochi anglicismi. Ma la lingua scientifica ne abbonda; in questo senso parlavo di relegazione tra i vernacoli.
Voglio dire che nel linguaggio tecnico l'anglicismo non è eccessivamente problematico. Scrivo questo perché stavo giusto appunto programmando, e qui capita di usare sovente funzioni i cui nomi sono rigorosamente in inglese. Ma penso anche alle sigle, vedasi DNA. Qui ci sarebbero alcune cose da dire, ma si sopporta. (Più che altro, non dovrebbero essere estese a quei "concetti" tecnologici di diffusione universale, ma questo è un altro discorso).
Più sintomatico è l'uso dei termini inglesi nella conversazione comune. Per fortuna son pochi, ma tra i giovani vi è chi li adopera. Non sono poi così rari. Io non ho gli elementi per dire se questo costituisca un serio attacco all'integrità della nostra lingua. Credo che solo il tempo potrà dircelo.
Semplicemente trovo la cosa assolutamente di cattivissimo gusto (oltre che, per molti versi, immorale).
Il vero problema è quando i forestierismo sono del tutto gratuiti e inutili.
Nel caso della programmazione, per tornare a quanto sopra, ovviamente non avrebbe senso mettersi a tradurre i nomi delle funzioni.
Nelle chiacchiere quotidiane, invece, nel sentirmi dire "mi sento well" (e ribadisco che l'ho sentito; certo, si tratta di adolescenti che magari cresceranno e impareranno un po' di rispetto; ma l'ho sentito), ebbene in queste circostanze io non mi sento per niente... well.