Re: «Cervinia», «Le Breuil»
Inviato: ven, 01 dic 2023 20:46
Faccio notare che già ora, spostandosi un po' più verso oriente e uscendo dall'Italia, si raggiunge Fiume, non Rijeka.

E, in generale, mi sembra di aver capito che la segnaletica bi o trilingue in questa stessa città sia in lavorazione da un po'. Forse non è l'esempio migliore che potessi fare, ma sicuramente è un caso da considerare essendo particolarmente recente.
Partendo dal fatto che personalmente, almeno sui cartelli, farei mettere ovunque Bergamo/Bèrghem, Venezia/Venesia, Milano/Milan, Napoli/Napule, Frosinone/Frusenone e così via, iniziare con le lingue riconosciute già adesso sarebbe già un grande passo avanti.
In effetti, abbiamo già:
Sinceramente, non sarei contrario a dire «I'm going to Frusinon» (/fɹʌ̍zɪnən/) e «Je vais a Frousenon» (/fʁuzənɔ̃/) e così via, ma è ovvio che non tutti i singoli paeselli potrebbero avere una denominazione in più lingue se non c'è una comunità di parlanti che usa attivamente quel termine: già Leghorn s'è perso per Livorno. Sarebbe però a discrezione dei parlanti e dunque dell'accademia che se n'occupa — sempre in un mondo ideale — un'eventuale traduzione del nome.
Può succedere anche che l'esonimo italiano sparisca e prenda il suo posto quello locale, l'importante è che sia fonotatticamente e possibilmente anche nell'origine nostro. Certo che è comunque meglio mantenere il nome nostrano (es. Cervinia), ma se proprio se ne dovesse sentire il bisogno è meglio così (es. *Il Broglio) che mantenerlo invariato (es. Le Breuil).

E, in generale, mi sembra di aver capito che la segnaletica bi o trilingue in questa stessa città sia in lavorazione da un po'. Forse non è l'esempio migliore che potessi fare, ma sicuramente è un caso da considerare essendo particolarmente recente.
Partendo dal fatto che personalmente, almeno sui cartelli, farei mettere ovunque Bergamo/Bèrghem, Venezia/Venesia, Milano/Milan, Napoli/Napule, Frosinone/Frusenone e così via, iniziare con le lingue riconosciute già adesso sarebbe già un grande passo avanti.
In effetti, abbiamo già:
- «Sto andando a Fiume» in italiano;
- «Idem u Rijeku» in croato.
- «Sto andando a Frosinone» in italiano;
- «Stong'a ì a Frusenone» in ciociaro.
Sinceramente, non sarei contrario a dire «I'm going to Frusinon» (/fɹʌ̍zɪnən/) e «Je vais a Frousenon» (/fʁuzənɔ̃/) e così via, ma è ovvio che non tutti i singoli paeselli potrebbero avere una denominazione in più lingue se non c'è una comunità di parlanti che usa attivamente quel termine: già Leghorn s'è perso per Livorno. Sarebbe però a discrezione dei parlanti e dunque dell'accademia che se n'occupa — sempre in un mondo ideale — un'eventuale traduzione del nome.
Può succedere anche che l'esonimo italiano sparisca e prenda il suo posto quello locale, l'importante è che sia fonotatticamente e possibilmente anche nell'origine nostro. Certo che è comunque meglio mantenere il nome nostrano (es. Cervinia), ma se proprio se ne dovesse sentire il bisogno è meglio così (es. *Il Broglio) che mantenerlo invariato (es. Le Breuil).