Proposta di linee-guida per la discussione sui forestierismi
Moderatore: Cruscanti
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DOMANDA
Forse non ho capito niente, e per questo mi domando se qualche anima pia mi può dire se la procedura giusta per aggiungere un termine alla lista è 1) modifica, 2) inserimento della parola, 3) invio.
Grazie in anticipo.
Grazie in anticipo.
- Infarinato
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Sí, ma… se io volessi conservare tutti gli altri [eventuali] «fronzoli» (tipo neretto e corsivo) tranne i colori? Comunque, non si preoccupi: il modo c’è, e so anche come «automatizzarlo».cuci ha scritto:Invece è molto semplice: basta evidenziare l'intero testo nella schermata normale, copiarlo e quindi incollarlo nella schermata di scrittura/formattazione. Facile, no?Federico ha scritto:Ci avevo pensato anch'io. Più che un problema è un fastidio... O c'è qualche sistema automatico?Infarinato ha scritto:C’è poi il piccolo problema di dover rimuovere i relativi codici BB al momento di trasportare la lista in un altro formato, ma ciò è facilmente risolvibile.
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Re: DOMANDA
Proprio cosí… cui aggiungerei: 0) iscriversi al gruppo dei «Forestieristi».Uri Burton ha scritto:Forse non ho capito niente, e per questo mi domando se qualche anima pia mi può dire se la procedura giusta per aggiungere un termine alla lista è 1) modifica, 2) inserimento della parola, 3) invio.
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Purtroppo questo è inevitabile visto il modo in cui funziona phpBB.Federico ha scritto:C'è una cosa che mi preoccupa molto: come evitare che due persone correggano la lista contemporaneamente e di conseguenza l'ultima cancelli le modifiche della prima?
Proporrei quanto segue: quando si vuole apportare delle modifiche alla lista,
- scrivere a caratteri cubitali (e magari in rosso) all’inizio della lista qualcosa del tipo «Modifica in corso (nome utente)» e «inviare» immediatamente;
- controllare che il messaggio (col proprio nome utente) sia effettivamente comparso;
- modificare la lista;
- a modifiche ultimate, rimuovere il messaggio;
Altri termini incontrati:
Tranchant: il De Mauro traduce netto, deciso, perentorio. Netto è perfetto, direi.
Business school: università/scuole aziendali? Di gestione aziendale?
Raider: nel significato generico di "speculatore"... L'appiattimento diventa sempre maggiore...
Jet-lag: ?!?
Panel (detto di persona): ??
Trial (clinici): sperimentazioni?
Podcasting: ?
Hmm, vedrò di ricordarmi anche gli altri...
Tranchant: il De Mauro traduce netto, deciso, perentorio. Netto è perfetto, direi.
Business school: università/scuole aziendali? Di gestione aziendale?
Raider: nel significato generico di "speculatore"... L'appiattimento diventa sempre maggiore...

Jet-lag: ?!?
Panel (detto di persona): ??
Trial (clinici): sperimentazioni?
Podcasting: ?
Hmm, vedrò di ricordarmi anche gli altri...

Ultima modifica di Federico in data dom, 30 ott 2005 10:52, modificato 2 volte in totale.
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- Moderatore «Dialetti»
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All'attenzione del Moderatore
Premesso che il sottoscritto non ama i cp (cp per comper: computiere/calcolatore personale);
premesso che il sottoscritto smarrisce la capacità critica (se mai l'avesse ricevuta dal Padreterno) propria della razza civile, e non solo quella, nel momento in cui è costretto a confrontarsi con marchingegni adatti a menti piú giovani, piú sveglie, meno stalattificate della sua;
conclude che, - nonostante i messaggi chiari e aperti della Signoria Vostra e di altri - non avendo capito naturalmente un ette circa il modo di ficcarsi nella lista di cui ecc., dovrà ahilui! rinunciare a partecipare alla lista di cui ecc.
Tutto ciò, salvo interventi provvidenziali di persone che, armate di cucchiaino, vogliano esercitarsi nell'arte, sublime e negletta, della pazienza.
Cordiali saluti
atticus (e.c.)
Premesso che il sottoscritto non ama i cp (cp per comper: computiere/calcolatore personale);
premesso che il sottoscritto smarrisce la capacità critica (se mai l'avesse ricevuta dal Padreterno) propria della razza civile, e non solo quella, nel momento in cui è costretto a confrontarsi con marchingegni adatti a menti piú giovani, piú sveglie, meno stalattificate della sua;
conclude che, - nonostante i messaggi chiari e aperti della Signoria Vostra e di altri - non avendo capito naturalmente un ette circa il modo di ficcarsi nella lista di cui ecc., dovrà ahilui! rinunciare a partecipare alla lista di cui ecc.
Tutto ciò, salvo interventi provvidenziali di persone che, armate di cucchiaino, vogliano esercitarsi nell'arte, sublime e negletta, della pazienza.
Cordiali saluti
atticus (e.c.)
- Infarinato
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Caro Atticus,atticus ha scritto:All'attenzione del Moderatore
…il sottoscritto…
conclude che, - nonostante i messaggi chiari e aperti della Signoria Vostra e di altri - non avendo capito naturalmente un ette circa il modo di ficcarsi nella lista di cui ecc., dovrà ahilui! rinunciare a partecipare alla lista di cui ecc.
può trovare le istruzioni (aggiornate) qui. Se non le è chiaro qualcosa, non si periti di contattarmi privatamente.
P.S. Lei fa già parte del gruppo dei «forestieristi».

Allora, vedo che ci sono state varie aggiunte. Ottimo.
Boiler: ma perché inventarsi bollitore? La traduzione corretta (o meglio, la definizione corretta dell'oggetto designato dalla parola inglese) è "scaldabagno elettrico ad accumulazione". Ma quando mai c'è bisogno di tanta precisione? Forse solo quando lo si va a comprare, e in tal caso si può anche usare un'espressione più lunga. In tutti gli altri casi, dire scaldabagno è più che sufficiente, e tuttalpiù basta aggiungere "ad accumulazione" o "elettrico", dato che l'una cosa implica l'altra.
Imprinting: Marco ha mostrato come "impressione" sia già lemmatizzato. Ho l'impressione che sarebbe utile cominciare ad applicare subito la legenda...
Boiler: ma perché inventarsi bollitore? La traduzione corretta (o meglio, la definizione corretta dell'oggetto designato dalla parola inglese) è "scaldabagno elettrico ad accumulazione". Ma quando mai c'è bisogno di tanta precisione? Forse solo quando lo si va a comprare, e in tal caso si può anche usare un'espressione più lunga. In tutti gli altri casi, dire scaldabagno è più che sufficiente, e tuttalpiù basta aggiungere "ad accumulazione" o "elettrico", dato che l'una cosa implica l'altra.
Imprinting: Marco ha mostrato come "impressione" sia già lemmatizzato. Ho l'impressione che sarebbe utile cominciare ad applicare subito la legenda...
Ultima modifica di Federico in data lun, 31 ott 2005 18:32, modificato 1 volta in totale.
Fedeirco, "boiler" mi sembra indichi anche lo strumento usato per scaldare l'acqua per l'uso in cucina (per il té o per il caffè tipo americano etc).
Il "bollitore" esiste, in rete se ne trovano in vendita modelli di diverse marche.
Il "bollitore" esiste, in rete se ne trovano in vendita modelli di diverse marche.
Ultima modifica di fabbe in data dom, 30 ott 2005 19:11, modificato 2 volte in totale.
Ecco, infatti "bollitore" mi fa pensare proprio a quello: stavo per scriverlo, ma non l'ho fatto proprio perché è (fortunatamente) praticamente sconosciuto in Italia. Comunque, non so se sia usato con questa accezione in Italia (in quei rari casi in cui esiste l'oggetto designato), ma in inglese non dovrebbe avere questo significato:fabbe ha scritto:Fedeirco, "boiler" mi sembra indichi anche lo strumento usato per scaldare l'acqua per l'uso in cucina (per il té o per il caffè tipo americano etc).
Oxford Dictionary ha scritto:a container in which water is heated to provide hot water and heating in a building or to produce steam in an engine:
a central heating boiler * a gas boiler * a back boiler (= situated behind a fire) * a boiler room
- Infarinato
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In effetti, «bollitore» dovrebbe tradurre kettle…Federico ha scritto:Ecco, infatti "bollitore" mi fa pensare proprio a quello: stavo per scriverlo, ma non l'ho fatto proprio perché è (fortunatamente) praticamente sconosciuto in Italia. Comunque, non so se sia usato con questa accezione in Italia (in quei rari casi in cui esiste l'oggetto designato), ma in inglese non dovrebbe avere questo significato:…fabbe ha scritto:Fedeirco, "boiler" mi sembra indichi anche lo strumento usato per scaldare l'acqua per l'uso in cucina (per il té o per il caffè tipo americano etc).
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Ho appena controllato le evoluzioni della lista e ragionando su alcune precisazioni che volevo sottoporre a voi tutti, sono passato ad una riflessione di natura metodologica. Ecco la sintesi del processo logico:
1) Quando ho effettuato la mia prima revisione mi sono sfuggite alcune imprecisioni in ordine all'auditing. Nel concreto si tratta di "international auditing" e "internal auditor". Come ho avuto già modo di dire "international auditor" non ha granché senso. Mi spiego.
Si parla di "international auditing" facendo riferimento a procedure di auditing (revisione) transnazionali e legate principalmente alla tutela dei mercati regolamentati (borse valori). Gli IAASB standard (International Auditing Assurance Standards Boards ) hanno come obiettivo:
"to serve the public interest by:
setting, independently and under its own authority, high quality standards on auditing, quality control, review, other assurance, and related services, and facilitating the convergence of national and international standards" .
Si parla di "internal auditing" per quelle procedure i cui scopi sono "un'attività indipendente ed obiettiva di assurance e consulenza, finalizzata al miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dell'organizzazione. Assiste l'organizzazione nel perseguimento dei propri obiettivi tramite un approccio professionale sistematico, che genera valore aggiunto in quanto finalizzato a valutare e migliorare i processi di controllo, di gestione dei rischi e di Corporate Governance." Chi svolge questo compito è l'"internal auditor".
2) I traducenti "revisore/revisione interno/a" e "(principi di) revisione internazionale" rischiano di essere dunque riduttivi rispetto all'attività di auditing che è, almeno nei propositi, ben più articolata e complessa.
3) Inoltre i termini sono veramente molto tecnici, e, azzardo, di dubbio uso in un contesto despecializzato. Per intenderci la "Siura Pina" (mi risulta che a Milano sia il prototipo di donna comune, o comunque questa è la connotazione che le attribuisco) chiacchierando in latteria, oppure leggendo il giornale, non credo abbia modo di disquisire in ordine agli "standard dell'International Auditing", mentre potrebbe essere interessata al meccanismo del drenaggio fiscale, in quanto vedrebbe diminuire i rendimenti dei suoi sudati risparmi.
4) E dunque: termini che vengono adoprati unicamente, o quasi, in contesti molto tecnici cui prodest tradurli??? Io, ad un tavolo tecnico, forse troverei molta difficoltà ad usare i traducenti, in quanto non otterrei ciò a cui la linqua, come elemento sistemico di comunicazione, sottende: non mi farei capire dai miei interlocutori.
E' ben vero che se proponessi ad un cliente un "sistema di revisione interna" in luogo di un "internal auditing" otterrei per tutta risposta, sempre la medesima: <Cos'è???>. Vi è che dicendola all'anglofona, forse potrei spuntare una parcella più alta... 
1) Quando ho effettuato la mia prima revisione mi sono sfuggite alcune imprecisioni in ordine all'auditing. Nel concreto si tratta di "international auditing" e "internal auditor". Come ho avuto già modo di dire "international auditor" non ha granché senso. Mi spiego.
Si parla di "international auditing" facendo riferimento a procedure di auditing (revisione) transnazionali e legate principalmente alla tutela dei mercati regolamentati (borse valori). Gli IAASB standard (International Auditing Assurance Standards Boards ) hanno come obiettivo:
"to serve the public interest by:
setting, independently and under its own authority, high quality standards on auditing, quality control, review, other assurance, and related services, and facilitating the convergence of national and international standards" .
Si parla di "internal auditing" per quelle procedure i cui scopi sono "un'attività indipendente ed obiettiva di assurance e consulenza, finalizzata al miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dell'organizzazione. Assiste l'organizzazione nel perseguimento dei propri obiettivi tramite un approccio professionale sistematico, che genera valore aggiunto in quanto finalizzato a valutare e migliorare i processi di controllo, di gestione dei rischi e di Corporate Governance." Chi svolge questo compito è l'"internal auditor".
2) I traducenti "revisore/revisione interno/a" e "(principi di) revisione internazionale" rischiano di essere dunque riduttivi rispetto all'attività di auditing che è, almeno nei propositi, ben più articolata e complessa.
3) Inoltre i termini sono veramente molto tecnici, e, azzardo, di dubbio uso in un contesto despecializzato. Per intenderci la "Siura Pina" (mi risulta che a Milano sia il prototipo di donna comune, o comunque questa è la connotazione che le attribuisco) chiacchierando in latteria, oppure leggendo il giornale, non credo abbia modo di disquisire in ordine agli "standard dell'International Auditing", mentre potrebbe essere interessata al meccanismo del drenaggio fiscale, in quanto vedrebbe diminuire i rendimenti dei suoi sudati risparmi.
4) E dunque: termini che vengono adoprati unicamente, o quasi, in contesti molto tecnici cui prodest tradurli??? Io, ad un tavolo tecnico, forse troverei molta difficoltà ad usare i traducenti, in quanto non otterrei ciò a cui la linqua, come elemento sistemico di comunicazione, sottende: non mi farei capire dai miei interlocutori.


Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: G. M. e 4 ospiti