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Inviato: gio, 22 mar 2012 12:33
di GianDeiBrughi
Mi fa piacere che abbia risposto alle citazioni.
In quanto a fonte per il significato del carattere semplice c'è anche questa pagina.
http://en.wiktionary.org/wiki/%E7%B8%B9
Dove viene anche specificato "seta blu chiaro".
Penso comunque che la questione centrale sia: c'è differenza in italiano tra "ceruleo" e "celeste", oppure i due termini sono semplicemente sinonimi?
P.S.
Fra l'altro il capopalestra della città si chiamava
Misty (
Kasumi in giapponese), che è una traduzione alternativa inglese data nella pagina sopra per il carattere in questione.
Che ci fosse forse un gioco di parole nell'originale giapponese perso poi nella traduzione?
Inviato: gio, 22 mar 2012 12:43
di Ferdinand Bardamu
Dunque, fermo restando che non esistono sinonimi in senso stretto, cioè due parole diverse che voglion dire esattamente la stessa cosa, sopra ho sottolineato che:
sia
ceruleo sia
celeste significano (anche) «del colore del cielo sereno».
In piú, sia
celeste sia
ceruleo (o
cèrulo, marcato dal Treccani in linea come poetico) derivano da
caelum, ‹cielo›.
La differenza è quindi solamente di registro: se
celeste non ha particolari connotazioni,
cerúleo è letterario e
cèrulo è poetico (ancor piú letterario, se vogliamo).
Inviato: ven, 23 mar 2012 21:41
di SinoItaliano
GianDeiBrughi ha scritto:Va detto tuttavia che
hanadairo 縹色 invece pare voglia dire indaco, quindi un colore scuro]
Secondo me l'
wikizionario sbaglia.
Mi sembra strano che in giapponese si cambi di tonalità di colore da 縹 a 縹色, visto che 色 significa "colore".
È come se dicessi "celeste" e "colore celeste".
GianDeiBrughi ha scritto:[...]"seta blu chiaro". [...]
Fra l'altro il capopalestra della città si chiamava Misty
Giusto!
Non avevo citato quest'altri 2 significati.
Infatti il significato originale si riferiva ad un tessuto di seta di colore azzurro chiaro, tendente al bianco. Poi per estensione si cominciò a indicare anche il colore stesso.
L'altro significato, rimasto cristallizzato in cinese moderno, è sfocato, nascosto, non ben visibile. Che in inglese è stato tradotto con
Misty.
Ferdinand Bardamu ha scritto:La differenza è quindi solamente di registro: se celeste non ha particolari connotazioni, cerúleo è letterario e cèrulo è poetico (ancor piú letterario, se vogliamo).
Quindi secondo lei,
ceruleo è piú letterario/poetico di
plumbeo?
Inviato: ven, 23 mar 2012 22:00
di Ferdinand Bardamu
SinoItaliano ha scritto:Ferdinand Bardamu ha scritto:La differenza è quindi solamente di registro: se celeste non ha particolari connotazioni, cerúleo è letterario e cèrulo è poetico (ancor piú letterario, se vogliamo).
Quindi secondo lei,
ceruleo è piú letterario/poetico di
plumbeo?
Non stilerei una gerarchia: entrambi sono propri di un registro elevato. Se, davanti a un cielo grigio, dicessi che è plumbeo, qualcuno potrebbe dire che «me la sto tirando».

Inviato: ven, 23 mar 2012 22:16
di SinoItaliano
Però in un altro intervento usai l'espressione
cielo plumbeo per riferirmi al cielo di qui.
Diciamo che su Cruscate il limite minimo per «tirarsela» è piú alto.

Inviato: ven, 23 mar 2012 22:27
di Ferdinand Bardamu
SinoItaliano ha scritto:Però in un altro intervento usai l'espressione
cielo plumbeo per riferirmi al cielo di qui.
Diciamo che su Cruscate il limite minimo per «tirarsela» è piú alto.

Non si preoccupi: è tutt'altro che un peccato, anzi!

Forse ho un pochino esagerato –
plumbeo si può usare anche in una conversazione senza che gli interlocutori si straniscano troppo – però piú spontaneamente direi «grigio» o «cupo», parlando del cielo.
Inviato: dom, 22 apr 2012 16:53
di Marco1971
Avendolo adoperato
qui, desidero condividere con voi questo verbo meraviglioso.
Lameggiare, intr. (laméggio). Letter. Risplendere.
Montale, 1-101: Lameggia nella chiaria / la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata / e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia / vita turbata.
= Denom. da lama¹ (v.).
Se ne ricava un sublime
lameggío (un lameggiare continuato), che rammento d’aver usato in qualche scritto poetico:
L’alciònïo lameggío dell’onde...
Inviato: dom, 22 apr 2012 18:29
di Marco1971
Vedo in
Google Libri che
lameggío è stato adoperato da Giuseppe Bonaviri:
Era un lameggìo di tenere mani fredde, di ombre pentafille, di vesti e drappi che fasciavano quei corpi. Quegli occhi mi parvero fatti di ametista violetta. — Via, — mi fece il religioso, — non vi incantate perché abbiamo altro cammino. (
Dolcissimo, 1978)
Qualcuno conosce quest’autore? La lettura di questo piccolissimo brano m’invoglia a leggere il romanzo tutto.

Inviato: lun, 23 apr 2012 14:02
di Angeligna
Non lo conoscevo ma prendo decisamente un appunto: ha tutta l'aria di una scoperta che vale la pena di approfondire!
Vedo che è stato un medico e che molto è pubblicato da Sellerio (per me, una buona presentazione).
Inviato: sab, 05 mag 2012 13:19
di Per aspera ad astra.
Marco1971 ha scritto:
ciàneo (cianèo): azzurro scuro
Cianotico e cianosi non potrebbero derivare proprio da cianeo?
Buon sabato
Perasperaadastra