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Re: «Marshmallow»
Inviato: dom, 02 nov 2025 23:23
di domna charola
12xu ha scritto: dom, 02 nov 2025 17:57
La differenza è che le patatine si sono diffuse grazie alle friggitorie, e la commercializzazione di massa è continuata col nome che avevano in questi posti; mentre i
marshmallow hanno avuto una diffusione frammentaria con le aziende produttrici che le denominavano a modo proprio, e solo dopo si è diffusa l'idea platonica (non so come altro dirlo, mi scuserete la sofisticheria su un argomento mondano) di
marshmallow grazie a film e serie TV.
Secondo me, le patatine si sono diffuse in un'epoca in cui non era di moda usare dei termini stranieri, ma si traduceva o si adattava, creando dei termini nostri.
Questi dolcetti invece sono divenuti popolari quando mantenere il nome inglese alle cose dava loro un tono particolare, secondo me in altri tempi avrebbero ricevuto un nome nostrano. Tant'è che, quando ci si imbatté nella loro esistenza nei fumetti, furono tradotti con un termine italiano -
toffoletta, appunto - e correva l'anno 1963 o giù di lì. Un'epoca in cui anche sul Topolino i termini stranieri erano tradotti con somma tranquillità, era lo stile dell'epoca. Però i dolcetti non si diffusero più di tanto, nonostante la "pubblicità" data dalle pubblicazioni letterarie. E quindi il termine
toffoletta è rimasto lì.
Quando sono arrivati in massa sul mercato, i tempi erano ormai maturi perché fosse apprezzato il loro fascino americano, e mantenuto il nome originario.
Re: «Marshmallow»
Inviato: lun, 03 nov 2025 10:00
di valerio_vanni
12xu ha scritto: dom, 02 nov 2025 17:57
Sul fatto che ormai nessuno conosca la malva, può darsi. Faccio presente però che popolarmente la malva era una pianta molto conosciuta per le sue proprietà.
Io invece ho incontrato per la prima volta
marshmallow su Cruscate.

Re: «Marshmallow»
Inviato: lun, 03 nov 2025 23:55
di 12xu
domna charola ha scritto: dom, 02 nov 2025 23:23
Questi dolcetti invece sono divenuti popolari quando mantenere il nome inglese alle cose dava loro un tono particolare, secondo me in altri tempi avrebbero ricevuto un nome nostrano. Tant'è che, quando ci si imbatté nella loro esistenza nei fumetti, furono tradotti con un termine italiano -
toffoletta, appunto - e correva l'anno 1963 o giù di lì. Un'epoca in cui anche sul Topolino i termini stranieri erano tradotti con somma tranquillità, era lo stile dell'epoca. Però i dolcetti non si diffusero più di tanto, nonostante la "pubblicità" data dalle pubblicazioni letterarie. E quindi il termine
toffoletta è rimasto lì.
Quando sono arrivati in massa sul mercato, i tempi erano ormai maturi perché fosse apprezzato il loro fascino americano, e mantenuto il nome originario.
Stiamo dicendo più o meno la stessa cosa: il mio punto era invero che
marshmallow non è una scelta dei parlanti, quanto delle aziende produttrici che hanno voluto sfruttare la popolarità di film e serie americane; e infatti
toffoletta è una parola rimasta confinata alle strisce di Charlie Brown e a un articolo del Post — estimatori di Schulz — perché le aziende produttrici si ostinavano a chiamare i
marshmallow con nomi propri; e solo dopo l'estrema popolarità acquisita dal dolcetto per mezzo della televisione hanno scelto di mantenere il nome originale. I parlanti certo non lo fanno per darsi un tono: è che in gran parte non sa di alternative.
Il correttissimo ragionamento che fece per
pinguineggiamento è valido per tutte le parole: anche se la malva non fa sorridere come un pinguino corteggiatore, una semplice curiosità è più facile da ricordare di un insieme di fonemi o grafemi a caso: detto altrimenti, una parola concreta è più ricordabile di una vaga o di origine oscura. Che la malva non sia più usata per la produzione di questi dolci poco importa: non è che i fagioli all'uccelletto si chiamino così perché fatti con carne avicola. Che la proposta sia vana, è pure estremamente probabile: ma se bisogna provarci, si agisca facendo buon uso della chiarezza che può avere la nostra lingua.
valerio_vanni ha scritto: lun, 03 nov 2025 10:00
Io invece ho incontrato per la prima volta
marshmallow su Cruscate.
Ne sono contento, però io parlavo della malva.
Re: «Marshmallow»
Inviato: mar, 04 nov 2025 2:23
di valerio_vanni
12xu ha scritto: lun, 03 nov 2025 23:55
valerio_vanni ha scritto: lun, 03 nov 2025 10:00
Io invece ho incontrato per la prima volta
marshmallow su Cruscate.
Ne sono contento, però io parlavo della malva.
L'avevo inteso.
"Invece" era per introdurre un contrasto: per me Malva è una parola comune, "marshmallow" è una novità.

Re: «Marshmallow»
Inviato: mar, 04 nov 2025 10:10
di G. M.
12xu ha scritto: lun, 03 nov 2025 23:55
[…] infatti
toffoletta è una parola rimasta confinata alle strisce di Charlie Brown e a un articolo del Post — estimatori di Schulz — […]
Passi l'iperbole, ma non diamo informazione ingannevoli. Codesto semplicemente
non è vero.

Re: «Marshmallow»
Inviato: mer, 05 nov 2025 0:23
di domna charola
12xu ha scritto: lun, 03 nov 2025 23:55
Stiamo dicendo più o meno la stessa cosa: il mio punto era invero che
marshmallow non è una scelta dei parlanti, quanto delle aziende produttrici che hanno voluto sfruttare la popolarità di film e serie americane;
Torniamo comunque al punto di partenza: sono "esplosi" sul mercato in un momento in cui la moda diceva che i termini americani nei film e nelle serie non andavano tradotti, e in cui i pubblicitari per lanciare un prodoto ritnevano migliore un termine straniero. Insomma, comunque si rigiri la frittata, il dato di fatto è che oggi la gente si vergogna quasi, a tradurre in italiano. Sembra convinta che i termini inglesi siano meglio, facciano più... più... non so nemmeno io come definirlo: più colto? più internazionale? meno provinciale? QUesto è il nodo di fondo.
12xu ha scritto: lun, 03 nov 2025 23:55 Che la malva non sia più usata per la produzione di questi dolci poco importa: non è che i fagioli all'uccelletto si chiamino così perché fatti con carne avicola. Che la proposta sia vana, è pure estremamente probabile: ma se bisogna provarci, si agisca facendo buon uso della chiarezza che può avere la nostra lingua.
C'è una diffeenza fondamentale: i fagioli all'uccelletto sono una ricetta fra le tante, e dal punto di vista gastronimico la preparazione "all'uccelleto" ha una sua definizione abbastanza condivisa e non equivoca.
Ma se invece su un prodotto in vendita scivo "alla malva", per legge deve contenere malva, altrimenti è un'indicazione ingannevole. Ad esempio, parecchi anni fa, il "galletto amburghese Vallecosa" diventò "galletto" e basta, perché non era di razza amburghese, né era allevato ad Amburgo. E la dita pagò una salata sanzione, per questo. Così un indumento in acrilico, non posso scriverci su "lana".