Souchou-sama ha scritto:Intende dire che «parlante d’italiano neutro» è una specie d’asintoto cui tutti possono tendere ma in cui nessuno può identificarsi completamente? Oppure c’è qualche altra differenza che mi sfugge tra «parlante d’un italiano regionale che usa la pronuncia neutra» e «parlante d’italiano neutro»?
Entrambe le cose —è una questione di mera tetratricotomia lessicale: un «parlante d’un italiano regionale che usa la pronuncia neutra» è —se proprio si vuole usare il participio presente— un «parlante
l’italiano neutro», ma non sarà mai un «parlante
d’italiano neutro», a meno che l’italiano neutro non sia la sua lingua materna, il che è impossibile perché esso è appunto una norma ideale o, se preferisce, un «asintoto» cui tendere.
Souchou-sama ha scritto:(Però, se lo lasci dire:
Neutrombardia è un neologismo decisamente poco… elegante!

)
No, è orrendo.

Ma ho preferito il richiamo esplicito a una regione rispetto a un magari dottissimo, ma poco perspicuo, composto grecolatino.
