Inviato: mar, 24 feb 2015 23:43
Eppure, Infarinato parla di gliommeri. 

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Ho una casistica ridotta, quindi non vorrei generalizzare a sproposito.Ivan92 ha scritto:Mi pare strano, anche se, ovviamente, credo a quel che dice. In teoria, la /b/ autogemina solamente nelle zone del sambenedettese e dell'ascolano, ché risentono degl'influssi abruzzesi.
Sì, esatto, quella che Canepari trascrive con [E].Ivan92 ha scritto:O forse non leggo bene e s'intende una e di media apertura?
Be', se è per questo anch'io. Conosco non piú di cinque persone di Cingoli e dintorni. Neanch'io posso permettermi il lusso di generalizzare eccessivamente.valerio_vanni ha scritto:Ho una casistica ridotta, quindi non vorrei generalizzare a sproposito.
Insomma, non mi creda troppo
Non credo, però, che quelle zone così a Nord siano comprese nella voce "M" di Canepari. Non so esattamente dove lui piazzi i confini.Ivan92 ha scritto:Per tornare a qualche intervento fa, probabilmente esiste codesta variante minoritaria per il semplice fatto che le zone del pesarese-urbinate, essendo in tutto e per tutto [linguisticamente] ascrivibili ai dialetti settentrionali, non prevedono alcun tipo di pregeminazione e non sanno neanche cosa sia.
Comunque, in dialetto brucia si pronuncia con la deaffricazione, è l'unico caso di deaffricazione in dialetto calabrese che mi viene in mente. In Rete ho visto che si trova scritto anche <bruscia>, ma si legge con un solo [ʃ]. Non è un caso di deaffricazione, ma un caso di pronuncia scempia di <sc>? Mi sembra strano.fiorentino90 ha scritto:Tèmo d'aver generalizzato un po' troppo. In alcune zone della Sicilia (quasi sicuramente a Catania) s'ha la deaffricazione di /ʧ/ in posizione intervocalica. E, ora che ci penso, forse anche nell'italiano regionale calabrese parlato nella città (ma non nella provincia) di Règgio Calabria.
Sì esatto, basta guardare le cartine.Ivan92 ha scritto: Probabilmente Canepari considera le Marche da Senigallia in giú.
Quelle del MaPI e del DiPI.Ivan92 ha scritto:Quali cartine?
Da calabrese (del Tirreno cosentino) le posso confermare che, anche nel mio dialetto, alcune parole (poche) presentano la pronuncia scempia di <sc>: mi sovvengono, oltre a bruciare (vrušà), brace (vraša) e micia (miša), coi loro derivati. Non saprei se si possa parlare effettivamente di deaffricazione della c, anche perché il medesimo fono si riscontra in: bugia (bušía) e bugiardo (bušiàru).Comunque, in dialetto brucia
si pronuncia con la
deaffricazione, è l'unico caso
di deaffricazione in dialetto
calabrese che mi viene in
mente. In Rete ho visto che
si trova scritto anche
<bruscia>, ma si legge con
un solo [ʃ]. Non è un caso di
deaffricazione, ma un caso di
pronuncia scempia di <sc>?
Mi sembra strano.
Direi in quasi tutti: basti il DiPI.Ivan92 ha scritto:Rispolvero questo filone per aggiungervi l'autogeminazione delle lettere [monosillabiche] dell'alfabeto, tipica delle mie zone: /doppjav'vu/, /lɛtteraʧ'ʧi/*, ecc. Che voi sappiate, è un fenomeno riscontrabile in altri dialetti dell'area mediana?
Fonologicamente, due primari; foneticamente, un secondario e un primario (in quest’ordine: la prominenza è sempre a fine frase). Anzi, nel primo caso il secondario normalmente non c’è nemmeno.Ivan92 ha scritto:In doppia vu e lettera ci ci sono due accenti primari o uno primario e uno secondario?