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Inviato: gio, 10 set 2015 0:39
di Freelancer
E interstizio, dal latino tardo interstitium, risalente al XV secolo, va considerata parola italiana o no? E se sì, in che differisce da interspazio, entrambe le parole composte con inter «tra»?

Inviato: gio, 10 set 2015 0:58
di Marco1971
Ma infatti, caro Roberto, va benissimo. Quel che non va bene è quel che finisce in un groviglio di consonanti. :D

Inviato: gio, 10 set 2015 1:24
di Pugnator
fiorentino90 ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Probabilmente perché il parlante medio del Settentrione è convinto di non avere tratti regionali.
Confermo, ma ò sentito anche un napoletano dire che i milanesi sono facilmente riconoscibili, mentre quando un napoletano parla in italiano (non in dialetto) non si capisce che è di Napoli.
Io da napoletano riconosco facilmente un napoletano che parla lingua italiana e non lingua napoletana. Se è uno dei pochi parlanti che parla ancora con la cadenza Vomerese ancor di più.

Inviato: gio, 10 set 2015 3:08
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:Ma infatti, caro Roberto, va benissimo. Quel che non va bene è quel che finisce in un groviglio di consonanti. :D
Ma ha visto certamente che c'è chi ha sostenuto che interspazio non è, o non sembra, parola italiana. Da qui il mio intervento.

Inviato: gio, 10 set 2015 12:07
di Ivan92
Interspazio è parola italianissima. È la sequenza -rsp- che risulta non far parte della fonotassi piú genuina dell'italiano. Marco fu molto chiaro al riguardo. Si può parlare di peccato veniale: la sequenza in questione è comunque una della piú semplici da pronunciare, se confrontata con le altre. A me non crea problemi, cosa che invece fanno tmesi e bdellio, per esempio.

Inviato: gio, 10 set 2015 21:11
di Carnby
Ivan92 ha scritto: Interispazio?
Ci sarebbe stata qualche alterazione della struttura della parola come *intrispazio o qualcosa del genere.

Inviato: ven, 11 set 2015 2:40
di Ivan92
La ringrazio. :)