«Peace keeping», «peace enforcement» e altri «peace-»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2984
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

«Peace keeping», «peace enforcement» e altri «peace-»

Intervento di G. M. »

Se n'è già parlato qua e là nel fòro (da qui in avanti; qui; qui) ma, vista la vicinanza strutturale e semantica dei vari termini di forma «peace-qualcosa», per cui la traduzione dell'uno può influenzare le scelte per gli altri, mi sembra utile avere un filone unico dedicato per discuterne.

Treccani (1, 2, 3, 4):
peace keepingpìis kìipiṅ› locuz. ingl. (propr. «mantenimento della pace»), usata in ital. come s. m., solo al sing. – L’insieme delle attività (diplomatiche, militari, assistenziali, sanitarie, ecc.) che sono necessarie al mantenimento della situazione di pace in una zona in cui è appena cessata una guerra.
Peace-keeping
Letteralmente, ‘mantenimento della pace’. È l’insieme delle operazioni, anche di carattere non strettamente militare, condotte da forze armate multinazionali costituite da contingenti messi a disposizione dagli Stati membri di un’organizzazione internazionale, a carattere universale, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, o regionale, quali l’Organizzazione degli Stati americani, l’Unione Africana, l’Unione Europea, ecc., allo scopo di mantenere la pace in aree di crisi.

Nella prassi delle Nazioni Unite, la cui prima forza di pace, istituita nel 1956, ha operato in Sinai (UNEF I), le operazioni di peace-keeping non espressamente previste nella Carta dell’ONU, ma sviluppatesi attraverso le delibere del Consiglio di sicurezza, presentano alcuni caratteri comuni: il consenso dello Stato sul cui territorio sono dispiegate le truppe; la neutralità e l’imparzialità; l’uso della forza solo per legittima difesa.

Il peace-keeping delle Nazioni Unite. - Nell’ambito delle Nazioni Unite, si è soliti distinguere tra il peace-keeping di prima e di seconda generazione.

Le operazioni di peace-keeping di prima generazione, che si sono svolte nel periodo compreso tra il 1948 e la fine degli anni 1980, furono caratterizzate da funzioni strettamente militari (controllo del rispetto del cessate il fuoco, creazione di zone cuscinetto tra le parti) affidate a forze armate. Il peace-keeping di seconda generazione si è sviluppato a partire dalla fine della guerra fredda, quando in seno al Consiglio di sicurezza, cui spetta adottare le delibere istitutive, è stato possibile raggiungere più facilmente il consenso tra i membri permanenti riguardo la creazione di tali forze. Questo tipo di peace-keeping si distingue per lo svolgimento di funzioni di carattere umanitario, ma anche di peace-building (‘costruzione della pace’), per aiutare i paesi distrutti da guerre civili a ricostruire le istituzioni politiche e il tessuto sociale. Per realizzare il mandato, le operazioni di più recente generazione sono condotte da contingenti militari insieme a una componente civile, più o meno ampia.

Dalle operazioni di peace-keeping si distinguono quelle basate sul capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che si qualificano come operazioni di peace-enforcement (‘imposizione della pace’), in quanto il loro mandato è esteso all’uso della forza (Sicurezza collettiva).
peace-making <pìis mèikiṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Insieme di azioni da intraprendere, durante un conflitto in atto, per costringere le parti in causa al negoziato. Si tratta prevalentemente di iniziative diplomatiche e di pressione messe in campo dal Consiglio di sicurezza o dal segretario generale delle Nazioni Unite con l’ausilio di governi, stati, organismi regionali e organizzazioni non governative.
[...] Anche il range di operazioni compiute dalle missioni europee si è ampliato. I compiti originariamente assegnati alle missioni europee (i cosiddetti ‘compiti di Petersberg’) prevedevano missioni umanitarie e di soccorso, attività di mantenimento della pace e la gestione delle crisi (incluse le missioni per il ristabilimento della pace come peacekeeping, peace-building e peace-enforcement). [...]
Vari termini si trovano sia scritti collo spazio, sia col trattino, sia univerbati (li scrivo esplicitamente per aiutare i motori di ricerca): peace keeping, peace-keeping, peacekeeping; peace keeper, peace-keeper, peacekeeper; peace making, peace-making, peacemaking; peace maker, peace-maker, peacemaker; peace building, peace-building, peacebuilding; peace builder, peace-builder, peacebuilder.

Questi i pezzi degl'interventi salienti sul tema:
Marco1971 ha scritto: ven, 21 ott 2005 1:07 peace inforcement: imposizione della pace
peace keeping: mantenimento della pace
peacemaker: guardapace
Federico ha scritto: ven, 21 ott 2005 16:10 Peace keeping: Più che qualcosa da mantenere, la pace in questi casi è un obiettivo. E italicamente lo tradurrei con "Costruzione della pace", anche per indicare che è un processo lento e certosino.
Federico ha scritto: ven, 21 ott 2005 19:51 [...] "guardapace" non mi sembra adatto... Opterei per un traduzione letterale: pacificatore. :wink: Ma del resto, quando mai si usa in italiano? Google trova 47'000 corrispondenze, ma sembrano tutte relative all'omonimo film... :roll:
No, ho cambiato idea: pacificatore può andar bene se riferito ad un singolo, non ad un individuo che fa parte di un'organizzazione: vada per guardapace. Ma, un'altra volta, mi chiedo: perché tradurre pedissequamente dall'inglese? Perché non chiamare le cose col loro nome? Sono pochi i tipi di peacemaker: i soldati, i caschiblù, i volontari (delle Ong) e gli agenti segreti. Così si fa un po' più di chiarezza, come da obiettivo di una lingua corretta.

Per peacekeeping: a prescindere dal significato originale, a me sembra che attualmente (in Italia/UE) questo termine sia usato per indicare proprio la "costruzione della pace". Ad esempio, c'è chi dice che gli USA si devono occupare di fare i "cani da guardia del mondo" (con guerre continue, presumo) e l'UE del peacekeeping, cioè della "ricostruzione" (della democrazia, s'intende). :roll:
Insomma, riportiamo entrambi i significati. :wink:
Federico ha scritto:Aggiungo qualche termine preso da Giovanardi, Gualdo (2003): Inglese - Italiano 1 a 1: tradurre o non tradurre le parole inglesi?, Manni - libro che consiglio a tutti -. [...]
*peacekeeper: mediatore di pace
*peace keeping: polizia internazionale, pacificazione
Federico ha scritto: Peace-enforcement (o peace-forcement), cioè imposizione della pace: si distingue dal peace-keeping solo per un intervento (militare) piú deciso sui contendenti.
Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 16 dic 2019 10:17 [...] anche paciere [oltre al neologismo guardapace] va bene [per peacemaker]. Trovo pacificatore piú versatile, perché può essere usato anche in funzione attributiva per sostituire peacekeeping in locuzioni come «missione di peacekeeping» anche se in questo caso si parla di missioni di (mantenimento della) pace, piuttosto che di missioni pacificatrici.

Circa paciere, ecco un esempio tratto dalla Rete:

A prescindere dallo status di Taiwan, lo Stretto di Taiwan è indiscutibilmente uno dei punti caldi più pericolosi del mondo. Visto che la Cina minaccia di scatenare una guerra di annessione, ha schierato un migliaio di missili puntati a Taiwan, e rifiuta di parlare direttamente con il governo democraticamente eletto di Taipei, spetta alle Nazioni Unite adempiere il loro ruolo di pacieri internazionali nella regione.
Ferdinand Bardamu ha scritto: mar, 01 mar 2022 17:58 Nella IATE per peace enforcement è registrato il traducente imposizione della pace. La traduzione di peace building si ricava facilmente dalla voce peace building partnership, ossia costruzione della pace.
La lista del fòro al momento ha:
peace inforcement, peace enforcement, peace forcement: imposizione della pace, ristabilimento della pace
peace keeping: mantenimento della pace, costruzione della pace; polizia internazionale, pacificazione
peacekeeper: mediatore di pace
peacemaker: guardapace, pacificatore, paciere
Guardapace mi piace, ma mi sembra più adatto per peacekeeper: chi guarda come elemento caratterizzante di solito è più un guardiano/custode/protettore/conservatore che un costruttore/operatore/artefice.

Nella IATE troviamo parecchie voci pertinenti. Per il semplice peacekeeping, c'è un diretto mantenimento della pace; così una peacekeeping operation è un'operazione di mantenimento della pace; e altri simili.

Per peace-building c'è anche consolidamento della pace.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti