«Bazar»

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G. M.
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«Bazar»

Intervento di G. M. »

Treccani:
bażàr (ant. bażżàr, bażżare, bażżarro, bażżano) s. m. [dal pers. bāzār «mercato»]. – 1. a. Mercato caratteristico dei paesi dell’Oriente musulmano e dell’Africa settentr. in cui si concentrano in genere tutti gli affari della città, oppure quelli relativi a determinati prodotti: si tratta di piazze, gruppi di vie o anche interi quartieri, dall’aspetto vivace e caratteristico, dove si radunano, in locali per lo più coperti e sopraelevati sul suolo, le varie botteghe: il b. di Istanbul, del Cairo, di Bombay, ecc. b. fig. Luogo dove sono accumulati disordinatamente oggetti varî ed eterogenei. 2. a. Emporio di articoli diversi di scarso valore, per lo più a prezzo fisso. b. Temporaneo banco di vendita a scopo di beneficenza.
Il DOP ha:
bazar [baʒʒàr] s. m.; inv. — già in uso talvolta, fino all’800, una gf. bazzar [id.] e una forma pl. bazari [baʒʒàri] — antiq. nell’uso scritto la forma pop. compiutamente italianizz. bazzarre [baʒʒàrre]: un quissimile di Bazzarre internazionale [uṅ ku̯issìmile di baʒʒàrre internazzi̯onàle] (Collodi) — dell’uso ant. le varianti bazzarro [baʒʒàrro] (anche col sign. di «contratto, affare»), bazarro [id.], bazzano [baʒʒàno] — non bazaar (che è forma ingl.); pure err. un pl. bazars, che sarebbe francese [baʃàar]
Il GDLI ha bazarro, bazzarro, bazzarre, il plurale bazari per bazar*, e anche un femminile bazarra.

Cercando in Ngram Viewerse il sistema è affidabile—, sembra che le forme in -o siano state molto più usate di quelle in -e, più o meno sempre, per cui forse è meglio recuperare bazzarro (che sempre da lì parrebbe la forma più usata e costante) che bazzarre.

Nel TLIO troviamo il derivato bazarioto, che è anche nel GDLI, con la variante bazaiotto.

Fuor d'adattamento, più genericamente e senza lo specifico riferimento mussulmano, ci sono emporio, magazzino, spaccio.

[*Questa cosa dell'avere il termine non adattato al singolare ma al plurale sì, in -i, l'abbiamo già vista varie volte. Curioso.]
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