«Assimilazione» di /ʃ/ in /ʒ/
Inviato: sab, 08 mar 2025 15:43
Di recente mi è capitato qualche volta di sentire, in televisione, il cognome dell'attuale segretaria del PD, Schlein /ʃla̍in/, pronunciato /ʒla̍in/.
Dal punto di vista «geometrico» (sorda > sonora), è la stessa cosa che avverrebbe normalmente in quella posizione per /sl-/, che diventerebbe /zl-/.
All'italiano non appartengono le sequenze /ʃl-/ e /ʒl-/ (addirittura /ʒ/ è un senofonema, per quanto «il meno ‹strano› di tutti» [Canepari, MaPI]), che si assimilerebbero semmai in /zl-/; e infatti qualche volta, ma raramente, ho sentito anche /zla̍in/.
In generale c'è evidentemente il desiderio d'evitare un adattamento, volendo mantenere l'esattezza fonica d'un nome proprio straniero, con la sua sequenza /ʃl/; trovo interessante, allora, che anche in chi rifiuta d'adattare propriamente in /zl-/ a volte un adattamento avvenga lo stesso, ma andando in un certo senso ancora più fuori dai confini della lingua, sostituendo un fonema pienamente italiano (/ʃ/) con un senofonema (/ʒ/).
Dal punto di vista «geometrico» (sorda > sonora), è la stessa cosa che avverrebbe normalmente in quella posizione per /sl-/, che diventerebbe /zl-/.
All'italiano non appartengono le sequenze /ʃl-/ e /ʒl-/ (addirittura /ʒ/ è un senofonema, per quanto «il meno ‹strano› di tutti» [Canepari, MaPI]), che si assimilerebbero semmai in /zl-/; e infatti qualche volta, ma raramente, ho sentito anche /zla̍in/.
In generale c'è evidentemente il desiderio d'evitare un adattamento, volendo mantenere l'esattezza fonica d'un nome proprio straniero, con la sua sequenza /ʃl/; trovo interessante, allora, che anche in chi rifiuta d'adattare propriamente in /zl-/ a volte un adattamento avvenga lo stesso, ma andando in un certo senso ancora più fuori dai confini della lingua, sostituendo un fonema pienamente italiano (/ʃ/) con un senofonema (/ʒ/).