«Grato» e «gradito»

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Marco1971
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«Grato» e «gradito»

Intervento di Marco1971 »

Una bella scheda dell’Accademia della Crusca.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Grato» e «gradito»

Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Una bella scheda dell’Accademia della Crusca.
Sí, a parte il fatto che l’ottima Cainelli si è dimenticata di ricordare che l’espressione persona non grata (pl. personae non gratae) non è italiana, ma latina! :roll:
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bubu7
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Re: «Grato» e «gradito»

Intervento di bubu7 »

Infarinato ha scritto: ...a parte il fatto che l’ottima Cainelli si è dimenticata di ricordare che l’espressione persona non grata (pl. personae non gratae) non è italiana, ma latina! :roll:
Non sono sicuro che l'espressione non si possa considerare anche italiana.

Si tratta certamente di una locuzione cristallizzata, infatti suona male: ??Lei è una persona non grata al posto di Lei è persona non grata.

Ma per il plurale propenderei per: Voi siete persone non grate al posto del plurale latino o della forma invariabile.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Re: «Grato» e «gradito»

Intervento di Infarinato »

bubu7 ha scritto:Non sono sicuro che l'espressione non si possa considerare anche italiana.
Che si possa intendere anche come italiana, siamo d’accordo. Originariamente/storicamente, però, è senza dubbio un’espressione latina.

In italiano, io propenderei per persona/e non gradita/e. ;)

Ma quello che rimprovero alla Cainelli è soprattutto il fatto di non averlo detto: l’origine latina dell’espressione era la prima cosa da dire in quella risposta. Tanto piú che la diffusione attuale di questa locuzione mi sembra dovuta principalmente all’influsso [anglo]americano, e in inglese persona non grata è sicuramente espressione latina (mutuata dal diritto ecclesiastico tedesco).
[i]OED [/i](DRAFT ENTRY Dec. 2005), [i]s.v. [/i]«persona grata, [i]n.[/i]», ha scritto:Brit. /pəˌsəʊnə ˈgrɑːtə/, U.S. /pərˌsoʊnə ˈgrɑdə/ Plural personae gratae, (rare) persona gratas. [< post-classical Latin persona grata (see below) < classical Latin persōna PERSON n. + grāta, feminine of grātus GRATE adj.
Post-classical Latin persona grata is attested in the phrase persona ydonea et apostolice sedi ac ipsi imperatori grata ‘a suitable person, acceptable both to the Holy See and to the emperor himself’ in a Latin document of 1478 and as personam gratam (accusative) in one of 1479; a Latin document of 1455 has a similar form of words personis providebimus idoneis non nisi de locis dictionis ipsius Ducis, aut sibi gratae, vel acceptae de aliis locis oriundae ‘we will provide suitable persons only if they are from places under the rule of the said Duke, or, having come from other places, they are acceptable or pleasing to him’.

In these and other early instances, the context is always that of the right of certain secular monarchs to veto the appointment of unwelcome candidates to bishoprics or other ecclesiastical dignities. The phrase became increasingly common in German-language discussions of German ecclesiastical law in the second quarter of the 19th cent., following the establishment of such rights of veto from 1821 onwards in Prussia, Hanover, and the Upper Rhineland, and was thence applied to the developing doctrine of the right of governments to veto unacceptable diplomatic personnel.]
[i]OED [/i](DRAFT ENTRY Dec. 2005), [i]s.v. [/i]«persona non grata, [i]n.[/i]», ha scritto:Brit. /pəˌsəʊnə nɒn ˈgrɑːtə/, U.S. /ˌpərˌsoʊnə ˌnɑn ˈgrɑdə/, /ˌpərˌsoʊnə ˌnoʊn ˈgrɑdə/ Plural personae non gratae, (rare) persona non gratas. Forms: 18- persona non grata, 19 persona non grâta. [Either < post-classical Latin persona non grata (1842 or earlier: see below), or independently < classical Latin persōna PERSON n. + nōn not (see NON- prefix) + grāta, feminine of grātus GRATE adj., as negative form corresponding to PERSONA GRATA n.
Post-classical Latin persona non grata is attested in a German-language context in 1842. In discussions of German ecclesiastical law such as the one in which this occurs, the more usual negative is persona minus grata.]
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bubu7
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Re: «Grato» e «gradito»

Intervento di bubu7 »

Infarinato ha scritto: Tanto piú che la diffusione attuale di questa locuzione mi sembra dovuta principalmente all’influsso [anglo]americano...
Sarebbe interessante verificare quest'ipotesi.
È certo che persona grata (per 'gradita') era un'espressione immediatamente disponibile nell'italiano antico e usata non come locuzione cristallizzata.
È possibile però che l'attuale espressione cristallizzata possa avere origine da un particolare linguaggio settoriale.
È un'ipotesi che, come dicevo, andrebbe verificata...
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