Espressioni in politica
Moderatore: Cruscanti
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- Iscritto in data: mar, 11 dic 2007 17:33
Espressioni in politica
Buongiorno a tutti. Mi piacerebbe avere una vostra opinione sulla "voga" dei seguenti modi di dire nella politica nostrana:
s'è iniziato con "scendo in campo"
poi ora va di moda il "corro da solo"
Quand'è che passeremo al "m'attacco al tram"?
A parte gli scherzi...vorrei un parere linguistico sulla diffusione degli stessi e sul loro utilizzo, magari anche in relazione alla pragmatica. Pensate che il loro uso sia corretto o se ne abusa?
Grazie a tutti anticipatamente
s'è iniziato con "scendo in campo"
poi ora va di moda il "corro da solo"
Quand'è che passeremo al "m'attacco al tram"?
A parte gli scherzi...vorrei un parere linguistico sulla diffusione degli stessi e sul loro utilizzo, magari anche in relazione alla pragmatica. Pensate che il loro uso sia corretto o se ne abusa?
Grazie a tutti anticipatamente
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Dovrebbero correre tutti da soli presso una libreria per acquistare un bel manuale "sul bel parlare e il bello scrivere" e poi scendere tutti in campo per commentarlo insieme.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Potrebbe fare un bell'esempio di sostantivazione? GrazieMarco1971 ha scritto:Non v’è nulla di piú innocuo, per la lingua, della sostantivazione, cred’io (e non sol io).
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Dalla grammatica di Luca Serianni [III.8]:Fausto Raso ha scritto:Potrebbe fare un bell'esempio di sostantivazione? GrazieMarco1971 ha scritto:Non v’è nulla di piú innocuo, per la lingua, della sostantivazione, cred’io (e non sol io).
A questa lista si possono aggiungere anche locuzioni avverbiali, come un faccia a faccia, un tu per tu, ecc., o sintagmi verbali quali un fuggi fuggi, un parapiglia, un tiremmolla, un nontiscordardimé, e via sostantivando.In italiano, come nella maggior parte delle lingue indeuropee, l’autonomia del nome dalle altre categorie grammaticali appare saldamente garantita sul piano morfologico; tuttavia, qualunque parola che non sia un nome può assumere, senza modificare la sua forma, funzione nominale (si parla in questi casi di uso sostantivato). Ecco una serie di esempi di varie parti del discorso usate come sostantivi:
a) (verbo): «il rimembrar delle passate cose» (Leopardi, Alla luna, 15);
b) (avverbio): «quando si veniva a quel punto oscuro della fuga de’ nostri tre poveretti, e del come, e del perché, e del dove» (Manzoni, I Promessi Sposi, XI 25); «il troppo stroppia» (proverbio);
c) (aggettivo): «con tanta pratica degli uomini e delle cose, con tanto meditare, con tanta passione per il buono e per il bello» (Manzoni, I Promessi Sposi, XXII 46); per gli aggettivi sostantivati del tipo il pubblico, il privato, il politico cfr. V.47);
d) (congiunzione): «ma, ci fu un ma» (Viani); «su questa ‘versione’ di Santi ci sono però dei se e dei ma» («La Repubblica», 24.4.1987, 17);
e) (pronome): «torna a casa, perché i tuoi non abbiano a star piú in pena per te» (Manzoni, I Promessi Sposi, VIII 71);
f) (numerale): «avendo la bocca ancora aperta, per un gran ‘sei’ che n’era scoppiato fuori» (Manzoni, I Promessi Sposi, VII 64);
g) (preposizione): «l’infinito retto da ‘desiderare’ non vuole il di».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Forse l’italiana si aspettava una condanna più netta in relazione alla pragmatica, o più ancora al pragmatismo, nell’accezione riassunta dalla locuzione “il fine giustifica i mezzi”.Grazie, pensavo ad una vostra condanna più netta.
Da punto di vista meramente linguistico, immagino che non si possa che concordare con quanto già detto sulla sostantivazione, ma più in là, e sotto altri punti di vista, penso che in questa sede non sia opportuno andare, pena lo sconfinare nella politica vera e propria.
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No, non sei l’unico …o meglio: ho capito cosa c’entra la sostantivazione, ma non credo fosse questo il punto centrale della domanda pósta dalla nostra Italiana.Bue ha scritto:saro` ottuso, ma io non ho capito (e forse non sono l'unico) che c'entra la sostantivazione con i modi di dire di cui sopra.
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Caro Bue, lei si diverte a spaccare il capello in quattro, a mettere i puntini sulle i? Tutte attività inutili.
Mi sembra chiaro che quel mio messaggio rispondeva sulla base della mia interpretazione delle parole di Marco, che io presupponevo essere riferite alla sostantivazione di quelle locuzioni.
Ho sbagliato a interpretare? Può darsi, ma questo che c'entra col sarcasmo?
Tra l'altro, quel che m'interessava dire era una cosa diversa: a prescindere dalle risposte che fin lì erano state date, desideravo sottolineare che l'italiana non era soddisfatta forse perché si aspettava commenti di altro genere.
Il senso del mio messaggio non riguardava la sostantivazione, ancorché (forse) inopportuna.
Mi sembra chiaro che quel mio messaggio rispondeva sulla base della mia interpretazione delle parole di Marco, che io presupponevo essere riferite alla sostantivazione di quelle locuzioni.
Ho sbagliato a interpretare? Può darsi, ma questo che c'entra col sarcasmo?
Tra l'altro, quel che m'interessava dire era una cosa diversa: a prescindere dalle risposte che fin lì erano state date, desideravo sottolineare che l'italiana non era soddisfatta forse perché si aspettava commenti di altro genere.
Il senso del mio messaggio non riguardava la sostantivazione, ancorché (forse) inopportuna.
Da cosa l'ha capito? Un sicanalista froidiano direbbe che e` dovuto alla mia invidia verso chi i capelli ancora li ha!marcri ha scritto:Caro Bue, lei si diverte a spaccare il capello in quattro…
Il sarcasmo era rivolto verso Marco, che ormai ci ha fatto l'abitudine. Non si offenda...Ho sbagliato a interpretare? Può darsi, ma questo che c'entra col sarcasmo?
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