I verbi in -rogare si possono suddividere in due gruppi: quelli in cui nella prima, seconda e terza persona sono sdruccioli, e quelli che nelle stesse persone sono piani (indicazioni tratte dal DOP):
(1) àbrogo, dèrogo, èrogo, òbrogo, pròrogo;
(2) arrògo, irrògo (solo «alla latina» írrogo).
Un caso a parte è costituito dal verbo surrogare, per il quale sono ammesse entrambe le accentazioni: surrògo o súrrogo.
Sarà una coincidenza che nei verbi con doppia erre l’accentazione sia piana? A me però suona meglio súrrogo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Anch'io dico naturalmente súrrogo, che tra l'altro è la pronuncia che il DiPI consiglia come migliore.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Ma qual è la ragione per cui, nel trapasso dal latino all'italiano, s'è modificata la pronuncia di írrogo (irrògo), súrrogo (surrògo), ma non la pronuncia di àbrogo?
Sono tutte parole dòtte, non di tradizione orale ininterrotta. In molti casi è l’analogia con parole simili ad agire, mancando la guida sicura dell’accento grafico.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.