«L’epilogo ‹finale›»
Moderatore: Cruscanti
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«L’epilogo ‹finale›»
Una voce fuori campo di Raiuno nell'annunciare l'ultima puntata di una serie televisiva ha detto: l'epilogo finale.
Forse per i programmisti della Rai c'è anche un epilogo iniziale.
Speriamo che il Divino non si rivolti nella tomba.
Forse per i programmisti della Rai c'è anche un epilogo iniziale.
Speriamo che il Divino non si rivolti nella tomba.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Intendo dire che final può essere tradotto con finale, ma anche con definitivo. Prendiamo il titolo di un libro di Geoffrey Parker, Success is Never Final: Empire, War and Faith in Early Modern Europe. Final significa evidentemente definitivo, non finale (la frase iniziale del titolo, tra parentesi, era di Winston Churchill).
Per questo ipotizzo che l'annunciatore o il traduttore un po' frettoloso può essere indotto a tradurre sbrigativamente final con finale invece che con definitivo anche quando non dovrebbe.
Per questo ipotizzo che l'annunciatore o il traduttore un po' frettoloso può essere indotto a tradurre sbrigativamente final con finale invece che con definitivo anche quando non dovrebbe.
Carlo parla il vero. Cito il Picchi [per me il migliore] (dizionario bilingue disponibile sul sito di Repubblica):
2 spesso pred definitivo, conclusivo, ultimo; irrevocabile, inappellabile
• final judgement sentenza definitiva; my decision is final la mia decisione è definitiva.
2 spesso pred definitivo, conclusivo, ultimo; irrevocabile, inappellabile
• final judgement sentenza definitiva; my decision is final la mia decisione è definitiva.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Capisco, ma non vedo che c'entri: all'interno di una serie televisiva ogni puntata può avere un suo epilogo; l'epilogo dell'ultima puntata della serie è l'ultimo e perciò è finale, però non torna sui passi dei precedenti per «decide[re] una cosa in modo che non ci sia più bisogno di tornarci sopra» (Treccani), cioè per mostrarci una conclusione che non sarà piú contraddetta: in che cosa un epilogo può essere definitivo? Nel mostrarci definitivamente che il protagonista non muore, dopo aver rischiato la vita a ogni puntata?
Leggendo fuori contesto di un epilogo definitivo penserei che erano state elaborate varie versioni dell'epilogo, e alla fine ne è stata scelta una per sempre.
Tornando al discorso iniziale, la stranezza è prodotta dalle caratteristiche delle serie televisive. Non si potrebbe mai parlare di epilogo di un capitolo di un romanzo di Dickens, nonostante fossero pubblicati a puntate e avessero una certa autonomia (per invitare a comprare la successiva).
Leggendo fuori contesto di un epilogo definitivo penserei che erano state elaborate varie versioni dell'epilogo, e alla fine ne è stata scelta una per sempre.
Tornando al discorso iniziale, la stranezza è prodotta dalle caratteristiche delle serie televisive. Non si potrebbe mai parlare di epilogo di un capitolo di un romanzo di Dickens, nonostante fossero pubblicati a puntate e avessero una certa autonomia (per invitare a comprare la successiva).
Beh, l'epilogo di una serie non è sempre finale, perché si attende la serie successiva (si vedano le Casalinghe disperate, che ancora non finiscono di disperarsi
). Quando si arriva alla conclusione definitiva della serie, perché la si chiude e gli attori passano ad altre e maggiori glorie televisive o cinematografiche (ma non sempre), allora si ha la pura e semplice fine o l'episodio finale o conclusivo. Epilogo finale mi sembra un'espressione pleonastica e finale a me suona ambiguo.

(Sono un po' discorsi di lana caprina, ma non importa: è divertente confrontare tutti questi sinonimi.)
L'epilogo dell'ultimo episodio di una stagione di una serie è pur sempre finale all'interno di quella stagione; che poi non sia conclusivo e non costituisca la vera fine della serie, e possa seguire un'altra stagione, è un altro discorso.
A ben vedere l'epilogo nei romanzi (in genere) è un capitolo aggiuntivo che riassume brevemente quello che è successo dopo la fine della storia vera e propria, anche anni dopo; prevale ormai l'uso estensivo, ma non è automaticamente classificabile come epilogo l'ultimo capitolo di un romanzo, l'ultimo episodio di una serie ecc.: l'epilogo è solo la parte finale.
Quindi, non tutto l'episodio conclusivo (anche se veramente conclusivo della serie) è epilogo, e non si può far coincidere le due cose.
In effetti l'uso estensivo e figurato di epilogo è talvolta eccessivo.
L'epilogo dell'ultimo episodio di una stagione di una serie è pur sempre finale all'interno di quella stagione; che poi non sia conclusivo e non costituisca la vera fine della serie, e possa seguire un'altra stagione, è un altro discorso.
A ben vedere l'epilogo nei romanzi (in genere) è un capitolo aggiuntivo che riassume brevemente quello che è successo dopo la fine della storia vera e propria, anche anni dopo; prevale ormai l'uso estensivo, ma non è automaticamente classificabile come epilogo l'ultimo capitolo di un romanzo, l'ultimo episodio di una serie ecc.: l'epilogo è solo la parte finale.
Quindi, non tutto l'episodio conclusivo (anche se veramente conclusivo della serie) è epilogo, e non si può far coincidere le due cose.
In effetti l'uso estensivo e figurato di epilogo è talvolta eccessivo.
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