Come scrivere gli infiniti verbali nei vernacoli?
Moderatore: Cruscanti
Come scrivere gli infiniti verbali nei vernacoli?
Vorrei sollevare questo problema grafico. Nella parlate locali di molte parti d'Italia (Toscana inclusa) gl'infiniti verbali sono senza -re e si dice quindi andà, bé, dormì. Tutto bene se l'accento cade sulla penultima (ultima dopo l'apocope), ma se quello cade sulla terzultima? Come notare graficamente scrive(re)? Avevo pensato alla generalizzazione del circonflesso, andâ, bê, dormî, (e scrivê) ma così s'introduce un segno pesante, forse poco adatto a segnalare parole vernacole o dialettali. Avevo pensato anche a andà(re), mettendo tra parentesi la parte omessa, dato che il fenomeno presenta oscillazioni a seconda del parlante e del contesto. Insomma cosa suggerite?
L’Accademia della Crusca ha adottato l’accento. Perché non seguirla (almeno in questo)? Andà, dormí, scríve, ecc.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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