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Le presunte stranezze della pronuncia tradizionale
Inviato: sab, 09 ago 2008 20:45
di Marco1971
In
un capitolo del suo
Pronunce straniere dell’italiano, Luciano Canepàri considera «curiose» le seguenti pronunce [tradizionali] (quelle seguite dall’asterisco compaiono solo in certi repertòri):
Agnèse, annèsso, auróra*, Bertóldo*, cèffo, cócca (estremità, tacca),
collètta, connètto, crèsima, enórme, esòso, fólla, Giórgio, gótta, gróppo, lèttera, mòccolo, nèsso, nórma*, órgano*, rócca (filatoio),
Rómolo, sgómino, siète, stòrpio, strènna, tèschio; amarógnolo, stètti, stèttero.
Conviene anzitutto dire che le forme seguite dall’asterisco
non sono quelle canoniche della pronuncia tradizionale, e anch’io dico:
auròra, Bertòldo, nòrma, òrgano, oltre che – controllate pure nel DOP –
còcca (data come prima pronunzia, quindi da preferire),
fòlla (idem),
gròppo (idem),
Ròmolo (idem) e
sgòmino (c’è solo questa pronuncia).
Ora, vi chiedo: che cos’hanno di curioso queste pronunce? Le voci dòtte latine hanno sempre ‘e’ e ‘o’ aperte appunto perché dòtte e non di tradizione orale ininterrotta.
Cèffo è il francese
chef /SEf/ rivestito all’italiana e
rócca il gotico
rukka. È anche vero che alcune di queste pronunce non si giustificano etimologicamente perché ha influito l’analogia. Ma è naturale che ci siano delle eccezioni: la pronuncia tradizionale è il frutto d’un’evoluzione
naturale, mentre quella moderna è una costruzione a tavolino, artificiale. Ci sono anche ragioni storiche che giustificano le ‘s’ sonore e sorde intervocaliche... Perché, dunque, ritenerle «curiose»?

Re: Le presunte stranezze della pronuncia tradizionale
Inviato: mer, 13 ago 2008 14:29
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Ora, vi chiedo: che cos’hanno di curioso queste pronunce?
Marco, ovviamente
tutte le pronunce d’una parola (incluse la cosiddetta «moderna» e
tutte le pronunce regionali) si giustificano
in qualche modo, anche se non è sempre agevole stabilirne l’origine… sennò non esisterebbero affatto.
Io credo che con «curiose» il Canepàri intendesse semplicemente dire: «per chi ha un’impostazione ortoepica moderna/romana/centroitaliana (e, per alcune parole,
anche toscana)
non specificamente fiorentina». Non ci leggerei null’altro.
Marco1971 ha scritto:Conviene anzitutto dire che le forme seguite dall’asterisco non sono quelle canoniche della pronuncia tradizionale…
No, ma lo sono state, almeno stando a certi repertòri.
Anzi, alcune come —vado a memoria, potrei sbagliarmi—
fòlla e
fólla,
icóna e
icòna sono state «scambiate» solo di recente dal
DOP: forse anche /s'kOrtsa, -dza/
scorza, che in fiorentino
era già pronunciata con la
z sonora ai tempi del Salviati (1540—1589: bisognerà quindi retrodatare la
cronologia del
DOP [gli
Avvertimenti della lingua sopra ’l Decameron sono del 1584–’86]), ma non lo era con tutta probabilità ai tempi di Dante, non lo è oggi nel resto d’Italia, e il
DOP la dà [ora?] per seconda…
Inviato: mer, 13 ago 2008 19:21
di Marco1971
Nell’edizione precedente (1981), in effetti, come prima pronuncia c’era fólla e scòrza /-dza/. Invece c’era già icòna (prima di icóna).
Capisco in parte il «curioso» di Canepàri, ma mi sembra eccessivo mettere i punti esclamativi volendo semplicemente far notare l’apparente incoerenza tra /in'glese/ e /fran'tSeze/ o tra /bor'gese/ e /borge'zia/. I gallicismi hanno sempre la sonora.
Inviato: mer, 13 ago 2008 23:34
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Invece c’era già icòna (prima di icóna).
È quello che ho scritto (o, perlomeno, intendevo) io… ma forse volevi dire il contrario?
Marco1971 ha scritto:Capisco in parte il «curioso» di Canepàri, ma mi sembra eccessivo mettere i punti esclamativi volendo semplicemente far notare l’apparente incoerenza tra /in'glese/ e /fran'tSeze/ o tra /bor'gese/ e /borge'zia/.
È il punto di vista del «povero disgraziato» che deve imparare una lista di parole con molte «eccezioni», ed è indubbio —direi: è
naturale 
— che la pronuncia tradizionale ne abbia molte di piú della moderna.
Inviato: mer, 13 ago 2008 23:44
di Marco1971
Infarinato ha scritto:Marco1971 ha scritto:Invece c’era già icòna (prima di icóna).
È quello che ho scritto (o, perlomeno, intendevo) io… ma forse volevi dire il contrario?
Volevo dire che nell’edizione 1981, l’ordine è
icòna o
icóna. Dal tuo messaggio avevo capito che nell’edizione recente multimediale sono state invertite le forme date per prime (ed è il caso di
fólla/fòlla passato ora a
fòlla/fólla ma non quello di
icona).
Certo, la pronuncia moderna è riservata agli scansafatiche.

Inviato: gio, 14 ago 2008 9:24
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Volevo dire che nell’edizione 1981, l’ordine è icòna o icóna. Dal tuo messaggio avevo capito che nell’edizione recente multimediale sono state invertite le forme date per prime (ed è il caso di fólla/fòlla passato ora a fòlla/fólla ma non quello di icona).
E invece sí:
ora è
icóna o
icòna!

Inviato: gio, 14 ago 2008 15:37
di Marco1971
Il capo di cenere mi cospargo per questa mia leggerezza e mercede imploro.

Re: Le presunte stranezze della pronuncia tradizionale
Inviato: sab, 26 ott 2013 11:44
di fiorentino90
Infarinato ha scritto:Anzi, alcune come —vado a memoria, potrei sbagliarmi—
fòlla e
fólla,
icóna e
icòna sono state «scambiate» solo di recente dal
DOP: forse anche /s'kOrtsa, -dza/
scorza, che in fiorentino
era già pronunciata con la
z sonora ai tempi del Salviati (1540—1589: bisognerà quindi retrodatare la
cronologia del
DOP [gli
Avvertimenti della lingua sopra ’l Decameron sono del 1584–’86]), ma non lo era con tutta probabilità ai tempi di Dante, non lo è oggi nel resto d’Italia, e il
DOP la dà [ora?] per seconda…
Il mio audiolibro di dizione e fonetica (del 2005/2008, non ricordo di preciso) insegna
scor/ts/a, ma, per i termini terminanti in
-engo, preferisce (o dà soltanto) la pronuncia con
e aperta. Il DOP in rete e il DiPI preferiscono
scor/ts/a a
scor/dz/a e
maréngo a
marèngo. Io, invece, continuerei a dire scor/dz/a e
marèngo. Potrei sbagliarmi, ma credo che tutt'i termini in
-engo (
-enga, ecc.) ammettino la pronuncia con aperta, anzi, in alcuni casi, è l'unica pronuncia possibile. Tuttavia, non è una questione di semplicità: un italiano neutro che si basa principalmente sul fiorentino, non può che preferire
-èngo a
-éngo. Nell'ottica d'un italiano standard,
scor/ts/a sarà preferibile a
scor/dz/a, ma non direi lo stesso per
maréngo,
invernéngo,
Albénga...
Re: Le presunte stranezze della pronuncia tradizionale
Inviato: sab, 26 ott 2013 14:19
di Animo Grato
fiorentino90 ha scritto:Io, invece, continuerei a dire scor/dz/a
Sinceramente non capisco l'attaccamento a una pronuncia che - a quanto leggo - soccombe davanti alla rivale sia dal punto di vista etimologico, sia per prestigio letterario, sia - infine - per ampiezza di diffusione. La sfortuna ha voluto che, per una volta, l'area minoritaria (in tutti i sensi) fosse la Toscana ma, per quanto amore io possa nutrire per Firenze, Batistuta e il lampredotto,
scor/dz/a mi sembra un regionalismo non meno riprovevole della brianzola
fabbrichètta.
Re: Le presunte stranezze della pronuncia tradizionale
Inviato: sab, 26 ott 2013 15:07
di fiorentino90
Animo Grato ha scritto:fiorentino90 ha scritto:Io, invece, continuerei a dire scor/dz/a
Sinceramente non capisco l'attaccamento a una pronuncia che - a quanto leggo - soccombe davanti alla rivale sia dal punto di vista etimologico, sia per prestigio letterario, sia - infine - per ampiezza di diffusione. La sfortuna ha voluto che, per una volta, l'area minoritaria (in tutti i sensi) fosse la Toscana…
Tuttavia, una pronuncia che domina in Toscana (soprattutto a Firenze) non si può porre sullo stesso livello d'una pronuncia che domina in un'altra regione.
Detto questo, capisco la preferenza che il DOP ha per
scor/ts/a, ma di meno quella per
maréngo e simili.
Animo Grato ha scritto:…scor/dz/a mi sembra un regionalismo non meno riprovevole della brianzola fabbrichètta.
Non credo.

Inviato: dom, 27 ott 2013 11:32
di fiorentino90
Comunque, secondo me, il DOP avrebbe dovuto dare per prima pronuncia
rogo con l'
o chiusa.
Inviato: dom, 27 ott 2013 15:37
di Scilens
Rògo con la o aperta è chiedo in linguaggio giuridico.
Il rogo - pira/gran fuoco - ha la o chiusa
Inviato: lun, 28 ott 2013 12:20
di Carnby
Scilens ha scritto:Il rogo
In Toscana
rógo significa anche
rovo.
Inviato: sab, 02 nov 2013 14:07
di Scilens
Non lo sapevo, ho sempre sentito chiamare i rovi impropriamente 'pruni', e il roveto 'prunaio'