In Il Fu Mattia Pascal, di Luigi Pirandello, si legge La perdita recente della madre adoratissima e, a un tempo, dell'unica figlioletta, dopo la perdita degli aviti beni, aveva profondamente sconvolto l'animo del povero amico nostro. Tanto che, circa tre mesi addietro, già una prima volta, di notte tempo, egli aveva tentato di pôr fine a' suoi miseri giorni, là, nella gora appunto di quel molino, che gli ricordava i passati splendori della sua casa ed il suo tempo felice.
Mi ha sorpreso che l'autore abbia optato per pôr invece di por o porre, scelta che coincide con il verbo portoghese pôr (porre). Vi domando: perché l'accento circonflesso? In francese, per esempio, l'accento circonflesso compare quando si sono elise o accorciate sillabe, come in maître (di magister). In italiano quest'accento solo l'avevo visto poche volte in parole como observatorî, orologî, ecc. Pensate che quest'accento sottolinei la soppressione dell'etimo latino ponere? Ma non vi sembra eccessivo, se è questo il motivo? In portoghese si accenta il verbo per distinguerlo dalla preposizione por (per) e perché il verbo è sempre atono e la preposizione quasi sempre tonica, dunque abbiamo un motivo più pratico.
Grazie delle vostre risposte.
«Pôr»
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È una grafia antiquata. Il circonflesso si usava anche in italiano per segnalare la caduta d’una sillaba (andâr, finîr, tôrre per andarono, finirono, togliere, esempi di Serianni [I.180b]).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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