«Box»
Moderatore: Cruscanti
«Box»
Direte che non serve a nulla, e forse avrete ragione. Ma tacer non puossi. Trovare anglicismi superflui nella prosa giornalistica meno scelta è un conto; ma trovarli su siti che trattano di lingua italiana è intollerabile. Ecco il messaggio che ho appena inviato alla redazione del TLIO.
Gentile Redazione,
oggi è di moda, specie tra le persone linguisticamente meno attrezzate, esprimersi con parole inglesi invece che italiane. Mi stupisco però che nel Vostro sito, dedicato alla lingua italiana, compaia la parola box, su questa pagina: http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/ :
Scrivere nel box una parola o l'inizio di una parola e cliccare Avvia Ricerca
Non sarebbe opportuno sostituirla con riquadro, che significa esattamente lo stesso?
RingraziandoVi per l’attenzione, porgo distinti saluti.
Gentile Redazione,
oggi è di moda, specie tra le persone linguisticamente meno attrezzate, esprimersi con parole inglesi invece che italiane. Mi stupisco però che nel Vostro sito, dedicato alla lingua italiana, compaia la parola box, su questa pagina: http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/ :
Scrivere nel box una parola o l'inizio di una parola e cliccare Avvia Ricerca
Non sarebbe opportuno sostituirla con riquadro, che significa esattamente lo stesso?
RingraziandoVi per l’attenzione, porgo distinti saluti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il Prof. Beltrami, direttore del CNR-OVI e professore ordinario di filologia romanza presso l’Università di Pisa, è stato molto sollecito nel rispondere. Una risposta, però, che non mi sarei aspettato da un addetto ai lavori, soprattutto nel caso in oggetto, cioè la parola box. Secondo lui è normale usare la terminologia informatica inglese perché essa è nata in paesi anglofoni, e l’impiego di anglicismi non è un’offesa alla lingua italiana: infatti essa, come le altre lingue, «non soffre affatto dell’acquisizione di parole da altre lingue». L’esempio fatto, poi, per l’italiano antico, è viaggio, che è un forestierismo adattato, e pertanto italiano a tutti gli effetti. Sembrerebbe che i filologi odierni non distinguano tra parole assimilate e crude...
Non ricopio qui ciò che ho risposto, ma v’informerò d’eventuali sviluppi (se avrò una nuova risposta).
Non ricopio qui ciò che ho risposto, ma v’informerò d’eventuali sviluppi (se avrò una nuova risposta).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- bertrand822
- Interventi: 33
- Iscritto in data: gio, 11 set 2008 0:19
- Località: Roma
orribile box
Spesso, ciò che è stato indicato come box (sarebbe text box), in alcuni datati libri di informatica veniva indicato con l'asettico "campo di testo". Accettabile, no?
Certamente, ma converrà che data la scelta tra la polirematica di tre elementi campo di testo e la parola unica riquadro, o semplicemente casella, si opterà, nella maggior parte dei casi, per il vocabolo piú breve.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Nonostante la risposta, che sosteneva la legittimità di box, vedo che il Prof. Beltrami è stato sensibile alla mia osservazione e ha modificato il testo come segue:
Scrivere una parola o l'inizio di una parola
nella casella in alto e cliccare Avvia Ricerca
Il mio non è dunque stato un tentativo vano.
Scrivere una parola o l'inizio di una parola
nella casella in alto e cliccare Avvia Ricerca
Il mio non è dunque stato un tentativo vano.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- lostraniero91
- Interventi: 50
- Iscritto in data: dom, 10 ago 2008 20:12
Infatti: nessuna delle otto accezioni principali di box corrisponde a una lacuna dell’italiano. È uno dei tantissimi prestiti di lusso, che servono solo a sciorinare una falsa cultura.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Nei moduli da compilare si trova spesso l'avvertenza: "I campi contrassegnati con un asterisco sono obbligatori".Marco1971 ha scritto:Certamente, ma converrà che data la scelta tra la polirematica di tre elementi campo di testo e la parola unica riquadro, o semplicemente casella, si opterà, nella maggior parte dei casi, per il vocabolo piú breve.
Non ricordo di aver mai incontrato invece campo di testo.
Aggiungo che a me il termine casella suggerisce soprattutto quello che in inglese si chiama check box. Contrassegnare la casella con un segno di spunta. Oppure: In caso di risposta affermativa, apporre una x nella apposita casella.
O forse text box e text field in inglese hanno significati differenti?
- Freelancer
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In contesti «ufficiali» direi appunto autorimessa individuale, rimessa privata. Piú comunemente, parlerei di posto auto/macchina [coperto]. In Toscana, poi, si dice semplicemente garage (pronunciato, ovviamente, [ga'ra:Ze], non [ga'Ra:Z]).Freelancer ha scritto:Lei come chiamerebbe l'autorimessa individuale annessa a una casa di abitazione?
Sottoscrivo e aggiungo la definizione del Treccani.
autoriméssa s. f. [comp. di auto¹ e rimessa]. – Locale o anche edificio destinato a ospitare uno o più autoveicoli; in partic., a. pubblica, quella destinata ad accogliere, per un periodo di tempo più o meno lungo, veicoli di qualsiasi provenienza, generalmente fornita dei servizi relativi. La parola ha ormai in gran parte sostituito il fr. garage, un tempo assai diffuso anche in Italia.
autoriméssa s. f. [comp. di auto¹ e rimessa]. – Locale o anche edificio destinato a ospitare uno o più autoveicoli; in partic., a. pubblica, quella destinata ad accogliere, per un periodo di tempo più o meno lungo, veicoli di qualsiasi provenienza, generalmente fornita dei servizi relativi. La parola ha ormai in gran parte sostituito il fr. garage, un tempo assai diffuso anche in Italia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Praticamente tutte le accezioni di box contengono un traducente nella definizione (mi riferisco qui al De Mauro):
1 (s)comparto, cabina, scompartimento...
2 stallo (dato nel GRADIT come sinonimo)
3 recinto
4 autorimessa, scomparto / officina
5 palco, palchetto
6 area
7 finestra, finestrella, palchetto (dati come sinonimi dal GRADIT)
8 cofanetto
Per l’autorimessa, box si sarà diffuso attraverso il linguaggio degli annunci pubblicitari (dove le ragioni di spazio ne possono giustificare l’impiego, ma non nella lingua comune).
1 (s)comparto, cabina, scompartimento...
2 stallo (dato nel GRADIT come sinonimo)
3 recinto
4 autorimessa, scomparto / officina
5 palco, palchetto
6 area
7 finestra, finestrella, palchetto (dati come sinonimi dal GRADIT)
8 cofanetto
Per l’autorimessa, box si sarà diffuso attraverso il linguaggio degli annunci pubblicitari (dove le ragioni di spazio ne possono giustificare l’impiego, ma non nella lingua comune).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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