Complemento di causa

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Moderatore: Cruscanti

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Daniele
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Iscritto in data: sab, 15 dic 2007 23:18

Complemento di causa

Intervento di Daniele »

"Sarai sorpreso da ciò che troverai."
In questa frase, trattandosi di complemento di causa (lo è?), potrei usare indifferentemente le preposizioni di o da?
Ho cercato nel forum, ma non ho trovato…

Grazie!
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sarai sorpreso da ciò che troverai e Sarai sorpreso di ciò che troverai esprimono – non dimentichiamo l’importanza delle sottili sfumature che le preposizioni offrono all’espressione del pensiero – cose un po’ diverse. Con ‘da’ abbiamo un complemento d’agente (è insomma la versione passiva di Ciò che troverai ti sorprenderà) e si indica un’azione, e quindi un qualcosa di (generalmente) temporaneo (e d’effetto piú forte); con ‘di’ indichiamo invece tendenzialmente uno stato, qualcosa di stabile.

Quest’esempio chiarisce meglio la differenza:

(1) Luigi era circondato dal nemico. (Circostanza particolare)

(2) Luigi è circondato di nemici. (Situazione duratura)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Daniele
Interventi: 247
Iscritto in data: sab, 15 dic 2007 23:18

Intervento di Daniele »

Grazie Marco, come sempre.
Quindi, per chiarirmi le idee, riprendendo l'esempio iniziale:
"Sarai sorpreso da ciò che troverai (quando arriverai.)"
"Sarai sorpreso di ciò che troverai (e rimarrai sorpreso per diverso tempo dopo il tuo arrivo.)"
Dico bene?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Io penso, caro Daniele, che codesta sfumatura possa essere sostanzialmente giusta. Non volevo però dare una «regola» valida in tutti i casi, visto che entrano in gioco molti fattori, non ultimo il significato stesso del participio passato, ora in senso verbale, ora in senso aggettivale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Intervento di Ivan92 »

Riesumo questo filone e chiedo venia in anticipo nel caso in cui il quesito che sto per porre dovesse risultare banale: una mèra circostanza particolare può, col tempo, tramutarsi in una situazione duratura? Per esempio, ieri ho detto sono stato sorpreso dalla morte del pilota Jules Bianchi, ma tra una settimana direi sono [tuttora] sorpreso della morte del pilota Jules Bianchi. È corretta questa distinzione o anche in questo caso non possiamo dare una regola certa, dato che è tutto molto soggettivo?
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