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«Ci se ne frega» e «ce ne si accorge»
Inviato: lun, 05 gen 2009 19:23
di Rubicante
Il primo è di Buzzati, il secondo l'ho trovato in un libro di cinema.
Potete spiegarmi questi due costrutti?
Ringrazio Marco1971 per la chiarezza delle sue risposte.
Re: "Ci se ne frega" e "Ce ne si accorge"
Inviato: lun, 05 gen 2009 22:17
di Federico
Rubicante ha scritto:Il primo è di Buzzati, il secondo l'ho trovato in un libro di cinema.
Potete spiegarmi questi due costrutti?
Ringrazio Marco1971 per la chiarezza delle sue risposte.
Propongo un ragionamento intuitivo. In «ce ne freghiamo» supponga di sostituire «si frega» (come se fosse «si mangia» al posto di «mangiamo») e otterrà «ce ne si frega» o, appunto, «ci se ne frega». Il secondo è lo stesso.
Poi si presenta l'annoso problema dell'accumulo di particelle pronominali: se si possa metterne tre di fila, in che ordine vadano messe, ecc.; ne abbiamo parlato già diverse volte (poi faccio una ricerca).
Re: "Ci se ne frega" e "Ce ne si accorge"
Inviato: lun, 05 gen 2009 22:27
di Marco1971
Rubicante ha scritto:Il primo è di Buzzati, il secondo l'ho trovato in un libro di cinema.
Buzzati sapeva scrivere; l’autore di quel libro di cinema probabilmente non conosce bene l’italiano: si dice
ci se ne accorge, esattamente come
uno se ne accorge.
Rubicante ha scritto:Ringrazio Marco1971 per la chiarezza delle sue risposte.
Prego!

Inviato: lun, 05 gen 2009 23:55
di Marco1971
Sono andato a istinto, ma trovo conferma nella GGIC (vol. I, p. 589):
La successione dei clitici può essere rappresentata nella seguente maniera: due pronomi clitici entrano in combinazione nell'ordine indicato in (412):
(412) 1) mi; 2) gli, le, dativi; 3) vi; 4) ti; 5) ci; 6) si rifless.; 7) lo, la, li, le accusativi; 8) si impersonale; 9) ne.
Donde si ricava proprio ‘ci + se riflessivo + ne accorge’.
Inviato: ven, 16 gen 2009 0:32
di Federico
Vedo che Marco ha interpretato in modo completamente diverso la domanda, comunque non sono riuscito a trovare le discussioni che ricordavo (anche perché il "forum nuovo" della Crusca è momentaneamente inaccessibile

), ma solo qualche breve cenno
qui, poi proseguito in una discussione con messaggi sparsi
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui.
Inviato: ven, 16 gen 2009 13:01
di Marco1971
Grazie, Federico, per i rimandi.

In realtà, non mi pare d’aver interpretato erroneamente la domanda iniziale: stabilito che *
ce ne si non è dell’italiano normale (o stàndaro o modello), e quindi è sintassi «sbagliata», non aveva senso per me entrare in considerazioni genetiche.
Inviato: ven, 20 feb 2009 20:48
di Federico
La questione è ripresa
qui.
Inviato: ven, 17 apr 2009 19:33
di Marco1971
Cercando altro, ho trovato per caso nel Rohlfs (Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1968, Morfologia, § 476) un’ulteriore conferma:
Il nesso ci si nel senso di un doppio si resta indivisibile, per esempio Ci se ne accorge, ci se lo ricorda, quando vi ci si abitua.
Inviato: mer, 12 mag 2010 12:21
di bibbolo
1. Ce ne accorgiamo
2. Ci si accorge
3. Ce ne si accorge
4. Ci se ne accorge
Questi sono i casi: quindi, secondo quanto detto, sono tutte corrette tranne la n. 3; più in particolare, la 2 trova conferma e logica continuità nella 4, mentre la 1, benché sia corretta, non trova altrettanta correttezza nella sua "logica" prosecuzione nella 3. Confermate?
Si noti inoltre che stiamo prendendo l'esempio di un verbo intransitivo, della particella ne che ha valore pronominale (in quanto riferita al verbo pronominale accorgere/accorgersi) e della particella si che ha valore - credo - impersonale. Mi chiedo pertanto se le quattro frasi riportate sopra seguano la stessa "regola" anche nel caso di verbi transitivi, di particella ne con valore partitivo e di particella si con valori passivante e riflessivo.
Inviato: mer, 12 mag 2010 13:24
di Marco1971
Sí, la 3 è errata. Non credo cambi nulla nell’ordine e nelle forme la funzione grammaticale delle particelle. Ma ha forse qualche esempio da sottoporci? (Si ragiona sempre meglio in concreto che in astratto.)
P.S. Benvenuto!

Inviato: mer, 12 mag 2010 20:45
di bibbolo
Grazie, lieto di confrontarmi con dei puristi della nostra amata madrelingua come voi
Tornando alla questione, prendiamo per esempio due verbi,
mangiare e
prendere, entrambi transitivi.
1. Ce ne mangiamo
2. Ci si mangia
3. ---
4. Ci se ne mangia
----------------------
1. Ce ne prendiamo
2. Ci si prende
3. ---
4. Ci se ne prende
Sono tutte corrette e correntemente usate come nei tipici casi dei verbi pronominali?
Inviato: mer, 12 mag 2010 21:22
di Marco1971
Sono tutte frasi grammaticali e teoricamente possibili (qualcuna con piú d’un’interpretazione), ma con poche probabilità di realizzazione spontanea (tranne
ci si mangia: in quel ristorante, ci si mangia bene).
Per quanto mi riguarda, purista non sono ma
neopurista, nel solco di Bruno Migliorini e Arrigo Castellani.

Inviato: sab, 01 dic 2012 1:18
di Luca86
Dissotterro questo filone per domandare: è accettabile una frase come mi vi avvicino?
Inviato: sab, 01 dic 2012 1:39
di Marco1971
È piú che accettabile, è di registro oggi elevatissimo. La sequenza
mi vi è attestata ininterrottamente dal Due al Novecento. Illustro con pochi, ma significativi esempi.
E se mai con tutta la mia forza a dovervi in cosa alcuna compiacere mi disposi, ora più che mai mi vi disporrò, per ciò che io conosco che altra cosa dir non potrà alcuno con ragione, se non che gli altri e io, che v’amiamo, naturalmente operiamo... (Boccaccio,
Decameron)
Io mi vi sono appressato come se andassi a prostrarmi su le sepolture de’ miei padri, e come uno di que’ sacerdoti che taciti e riverenti s’aggiravano per li boschi abitati dagl’Iddii. (Foscolo,
Ultime lettere di Jacopo Ortis)
Ora domando: t’ho io forse pregato di pormi in questo universo? o mi vi sono intromesso violentemente, e contro tua voglia? Ma se di tua volontà, e senza mia saputa, e in maniera che io non poteva sconsentirlo nè ripugnarlo, tu stessa, colle tue mani, mi vi hai collocato; non è egli dunque ufficio tuo, se non tenermi lieto e contento in questo tuo regno, almeno vietare che io non vi sia tribolato e straziato, e che l’abitarvi non mi noccia? (Leopardi,
Dialogo della Natura e di un Islandese)
– È vero! – disse Lucio sordamente, rimettendosi. – Non ne ho mai parlato ad alcuno. Mi vi hai costretto tu. (Pirandello,
Appendice alle Novelle)
Oggi, fuori d’un contesto molto letterario, useremmo
mi ci.
Inviato: sab, 01 dic 2012 1:45
di Luca86
La ringrazio molto, caro Marco.
E se quel
mi vi avvicino volesse indicare
mi avvicino a voi?