"che numero!"

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Moderatore: Cruscanti

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fanling
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"che numero!"

Intervento di fanling »

vi risulta che l'espressione "che numero!" sentita spesso nelle partite di calcio in riferimento a qualche azione spettacolare sia registrata nei vocabolari moderni? secondo voi come nasce? avrà qualche riferimento con "numero" inteso come " parte di cui è costituito uno spettacolo di varietà" (es numero del circo)?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Salve! Credo che possa risponderle il Treccani in linea:

nùmero 6 c. In spettacoli pubblici, soprattutto di varietà o di circo, ogni singola esibizione (e, per estens., anche l’artista o il complesso che si produce in tali esibizioni): è un bel n., è un n. che riscuote successo; hanno deciso di far numero insieme. Fig., pop., scenetta ridicola o curiosa, e anche la persona che vi dà occasione, spec. nel sign. estens. di macchietta, persona stravagante, sagoma, tipo curioso: anche oggi hai fatto il tuo n.!; quel tuo amico è proprio un numero! [...] Forse con riferimento a qualche gioco: avere tutti i n., tutte le qualità necessarie al successo; un giovane che ha dei n., doti positive e buone possibilità di riuscita; un atleta, un cavallo che ha molti (o pochi) n., molte (o poche) probabilità di vincere la gara.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
fanling
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Intervento di fanling »

queste sono le accezioni che compaiono comunemente però non mi sembra che ci sia un riferimento al particolare uso che se ne fa nelle telecronache calcistiche (penetrato poi nei linguaggi giovanili)
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ho riportato dal Treccani in linea per farle vedere che l’espressione, nel senso che intende lei, non è registrata – né compare nel GRADIT (Grande Dizionario Italiano dell’Uso, in sei volumi e due supplementi). Questa mancata registrazione si può ascrivere a due motivi: 1) in questo senso sembra recente; 2) i lessicografi paiono interessarsi di piú alla raccolta di forestierismi che agli sviluppi interni della lingua.

Per quanto riguarda l’origine, credo che ci siano pochi dubbi: dall’accezione di ‘esibizione’ presa in senso elato, come a dire ‘che spettacolo, che prodezza’ e simili.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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