"che numero!"
Moderatore: Cruscanti
"che numero!"
vi risulta che l'espressione "che numero!" sentita spesso nelle partite di calcio in riferimento a qualche azione spettacolare sia registrata nei vocabolari moderni? secondo voi come nasce? avrà qualche riferimento con "numero" inteso come " parte di cui è costituito uno spettacolo di varietà" (es numero del circo)?
Salve! Credo che possa risponderle il Treccani in linea:
nùmero 6 c. In spettacoli pubblici, soprattutto di varietà o di circo, ogni singola esibizione (e, per estens., anche l’artista o il complesso che si produce in tali esibizioni): è un bel n., è un n. che riscuote successo; hanno deciso di far numero insieme. Fig., pop., scenetta ridicola o curiosa, e anche la persona che vi dà occasione, spec. nel sign. estens. di macchietta, persona stravagante, sagoma, tipo curioso: anche oggi hai fatto il tuo n.!; quel tuo amico è proprio un numero! [...] Forse con riferimento a qualche gioco: avere tutti i n., tutte le qualità necessarie al successo; un giovane che ha dei n., doti positive e buone possibilità di riuscita; un atleta, un cavallo che ha molti (o pochi) n., molte (o poche) probabilità di vincere la gara.
nùmero 6 c. In spettacoli pubblici, soprattutto di varietà o di circo, ogni singola esibizione (e, per estens., anche l’artista o il complesso che si produce in tali esibizioni): è un bel n., è un n. che riscuote successo; hanno deciso di far numero insieme. Fig., pop., scenetta ridicola o curiosa, e anche la persona che vi dà occasione, spec. nel sign. estens. di macchietta, persona stravagante, sagoma, tipo curioso: anche oggi hai fatto il tuo n.!; quel tuo amico è proprio un numero! [...] Forse con riferimento a qualche gioco: avere tutti i n., tutte le qualità necessarie al successo; un giovane che ha dei n., doti positive e buone possibilità di riuscita; un atleta, un cavallo che ha molti (o pochi) n., molte (o poche) probabilità di vincere la gara.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ho riportato dal Treccani in linea per farle vedere che l’espressione, nel senso che intende lei, non è registrata – né compare nel GRADIT (Grande Dizionario Italiano dell’Uso, in sei volumi e due supplementi). Questa mancata registrazione si può ascrivere a due motivi: 1) in questo senso sembra recente; 2) i lessicografi paiono interessarsi di piú alla raccolta di forestierismi che agli sviluppi interni della lingua.
Per quanto riguarda l’origine, credo che ci siano pochi dubbi: dall’accezione di ‘esibizione’ presa in senso elato, come a dire ‘che spettacolo, che prodezza’ e simili.
Per quanto riguarda l’origine, credo che ci siano pochi dubbi: dall’accezione di ‘esibizione’ presa in senso elato, come a dire ‘che spettacolo, che prodezza’ e simili.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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