«Sin-gle-tu-di-ne»

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Marco1971
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«Sin-gle-tu-di-ne»

Intervento di Marco1971 »

Garzanti Linguistica ha scritto:singletudine [sin-gle-tù-di-ne] n.f. [pl. -i]

l’essere single, la condizione di chi è single: fidanzarsi dopo anni di singletudine
Deriv. di single.
Prima costatazione: single è un prestito di lusso e in italiano si pronuncia perlopiú /'singOl/. Seconda costatazione: quest’ibrido neologismo non può che pronunciarsi /single'tudine/. Conclusione: è parto d’una mente illucida.

In italiano esiste la voce singolo, col preciso medesimo significato. Cito dal Battaglia (e lo menziona anche il Treccani in linea, con la marca ‘non com.’):

Síngolo 11. Sm. e f. Persona, per lo piú giovane, che non è sposata o non ha legami sentimentali stabili e duraturi (ed è calco dell’ingl. single).

S. Giorgi [«L’Unità», 19-VIII-1987], 18: Per immaginarsi singola ci vogliono alle spalle un’esperienza sentimentale significativa, vissuta come fallimento, e un certo grado di emancipazione sociale ed economica. Credo, quindi, che capiti solo a donne dai 35 anni in su.


La parola nostrale sarebbe dunque singolitudine o singolezza o singolità. E non venite a parlarmi di equity. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Sin-gle-tu-di-ne»

Intervento di PersOnLine »

Marco1971 ha scritto:La parola nostrale sarebbe dunque singolitudine o singolezza o singolità. E non venite a parlarmi di equity. ;)
Sulle prime due nulla da ridire, ma singolità mi fa temere troppo un futuro singolo di Arisa. :twisted:
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Intervento di Marco1971 »

Una parentesi, forse inutile, è che singolo è registrato anche nel senso di disco. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Sin-gle-tu-di-ne»

Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:La parola nostrale sarebbe dunque singolitudine o singolezza o singolità.
Preferisco di gran lunga parlare di scapolaggine (registrato), tanto piú che si proponeva di abbandonare questa superata (e sessista) distinzione fra il nobile stato di scapolo e la vituperata condizione di zitella, rendendo universale l'uso del primo termine in virtú del suo significato etimologico («libero da vincoli»).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, ma scapolo significa ‘non sposato’; singolo, ‘che non ha compagno/a’. La distinzione in base al matrimonio ha la sua importanza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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