A mio modo di vedere i verbi "scordare" e "dimenticare" non si possono usare indifferentemente, anche se i vocabolari li attestano l'uno sinonimo dell'altro.
Senza entrare nel merito prettamente etimologico si può dire che "scordare" significa 'allontanare dal cuore', "dimenticare", invece, vuol dire "allontanare dalla mente". Non si dice, infatti, che il primo amore non si "scorda" mai? (non si allontana dal cuore). In un certo senso si potrebbe dire, quindi, che le cose spirituali si scordano, le cose fisiche si dimenticano (ho 'scordato' la poesia; ho 'dimenticato' le chiavi).
Di converso si dirà "ricordare" e "rammentare".
Scordare e dimenticare
Moderatore: Cruscanti
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Scordare e dimenticare
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Se n’era parlato qui.
Non si può invocare sempre l’etimo per giudicare della bontà dell’uso, sennò dovremmo anche disfarci di bocca – ‘bucca(m)’ significava ‘guancia’.
Non si può invocare sempre l’etimo per giudicare della bontà dell’uso, sennò dovremmo anche disfarci di bocca – ‘bucca(m)’ significava ‘guancia’.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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