Panthonym
Moderatore: Cruscanti
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Panthonym
In questo articolo sulla rivista domenical del New York Times si parla di phantonyms (costruito per analogia con antonyms): il phantonym sarebbe una parola che, a differenza dell'antonimo, non ha il senso opposto di un'altra, bensì all'aspetto sembra che abbia un certo significato mentre in realtà ne ha uno molto diverso e quindi va usata con attenzione. Ad esempio, enormity non significa enormous ma great wickedness, a monstrous act.
In italiano quale sarebbe il termine per phantonym? Qualcuno sa portare qualche esempio di phantonym italiano?
In italiano quale sarebbe il termine per phantonym? Qualcuno sa portare qualche esempio di phantonym italiano?
Non va bene paronimo?
paronimo parola che è simile a un’altra nella forma, ma che ne differisce nel significato. (GRADIT)
paronimo parola che è simile a un’altra nella forma, ma che ne differisce nel significato. (GRADIT)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Non lo so, lo chiedo a lei. Vedo che solo il Gradit dà questo significato a paronimo, mentre gli altri dizionari ne danno la sola definizione di parola di significato simile a un'altra perché derivata da quest'ultima, che corrisponde all'inglese paronym: wisdom è paronimo di wise e doctor è paronimo di doceo.
Ma presumendo che paronimo si possa usare nel significato di phantonym, avrebbe qualche esempio in italiano? Nell'articolo citato ce ne sono così tanti in inglese! È possibile i phantonym siano più facili a presentarsi dei 'paronimi'?
Ma presumendo che paronimo si possa usare nel significato di phantonym, avrebbe qualche esempio in italiano? Nell'articolo citato ce ne sono così tanti in inglese! È possibile i phantonym siano più facili a presentarsi dei 'paronimi'?
Sabatini-Coletti: paronimo Parola di significato diverso da un’altra, ma simile per forma, per cui si può supporre erroneamente un rapporto di derivazione etimologica (p.e. avallare e avvallare, collusione e collisione).
Anche l’italiano abbonda di paronimi: accesso/eccesso, adattare/adottare, sparito/sparuto, congettura/congiuntura, ecc.
Veda anche qui.
Anche l’italiano abbonda di paronimi: accesso/eccesso, adattare/adottare, sparito/sparuto, congettura/congiuntura, ecc.
Veda anche qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Prego. 
Io direi che il malapropismo sottolinea l’incongruenza o la comicità della confusione tra parole simili; il paronimo invece è termine tecnico neutro, che indica parole simili.
Eccone altri: eminente/immanente/imminente, accidente/incidente, allocazione/allocuzione, integrità/integralità, effrazione/infrazione, accettazione/accezione, annotare/annottare, prescritto/proscritto, infettare/infestare, perpetrare/perpetuare, contattare/contrattare, comprensibile/comprensivo, notabile/notevole/notorio, popolare/popoloso, meritevole/meritorio, amorale/immorale, moderato/modesto/modico, ufficiale/ufficioso, esplicito/implicito, letterario/letterale, maturazione/maturità, allusione/illusione, eruzione/irruzione, aderenza/adesione, liberazione/liberalizzazione, emergere/immergere, emigrare/immigrare...
Ce ne saranno altri mille...

Io direi che il malapropismo sottolinea l’incongruenza o la comicità della confusione tra parole simili; il paronimo invece è termine tecnico neutro, che indica parole simili.
Eccone altri: eminente/immanente/imminente, accidente/incidente, allocazione/allocuzione, integrità/integralità, effrazione/infrazione, accettazione/accezione, annotare/annottare, prescritto/proscritto, infettare/infestare, perpetrare/perpetuare, contattare/contrattare, comprensibile/comprensivo, notabile/notevole/notorio, popolare/popoloso, meritevole/meritorio, amorale/immorale, moderato/modesto/modico, ufficiale/ufficioso, esplicito/implicito, letterario/letterale, maturazione/maturità, allusione/illusione, eruzione/irruzione, aderenza/adesione, liberazione/liberalizzazione, emergere/immergere, emigrare/immigrare...
Ce ne saranno altri mille...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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