Sostantivo corrispondente a «palese»
Moderatore: Cruscanti
Sostantivo corrispondente a «palese»
Esiste un sostantivo che stia a palese come certezza sta a certo (evidenza a evidente, ecc.)?
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Palesità non esiste...
Si veda, però, qui.
Si veda, però, qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
In effetti, sembra il derivato piú logico, che si aggiunge alle altre parole in -esità: antiobesità, blesità, calabresità, emiobesità, francesità, giapponesità, inglesità, milanesità, obesità, piemontesità, polonesità, torinesità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sí, esisteva, e significava ‘prova, dimostrazione’. Il Battaglia cita solo Davanzati, sicché la parola ha dovuto avere vita breve.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Palesanza, ma io preferisco palesità, sostantivo piú "vicino" a palese, si può leggere QUI
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
E infatti è citato lo stesso passo di Davanzati. Palesanza non ha quindi avuto fortuna, e comunque non ha lo stesso valore di palesità ‘l’essere palese’.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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