bubu7 ha scritto: Marco1971 ha scritto: ...rifiuto recisamente – finché qualcuno non mi farà cambiar idea –
succube al posto di
succubo, che con l’analogia non ha nulla che fare, sibbene col
francioso.
Il caso è simile al precedente.
Le date e la fonti di prima attestazione delle due forme, nell'accezione di 'chi soggiace completamente al volere di un altro', sempre secondo il DELI, sono due edizioni del
Dizionario moderno del Panzini (
inodoro, 1923;
inodore, 1942). La seconda forma, come affermato da
Marco, è dovuta all'influsso francese ma, parallelamente, operano i processi di analogia e semplificazione.
Scusate, qui ho fatto un po' di confusione. Ovviamente i due termini in rosso nella citazione sono
succubo e
succube.
Marco1971 ha scritto: Sebbene il francese inodore /inO'dOR/ sia piú antico (il TLF dice 1765, mentre il DELI lo retrodata al 1762) dell’italiano inodoro /ino'doro/ (1869) e la forma italiana piú diffusa sia inodore /ino'dore/, le prime attestazioni italiane compaiono sotto la forma inodoro (Tommaseo, Carducci, Borgese), il che significa che l’influsso del francese è posteriore all’introduzione della parola in italiano.
Non sono d'accordo.
Secondo quanto si evince dalla dichiarazione del DELI:
Le attestazioni italiane, finora tutte ottocentesche, confermano, però, il tramite francese (inodore: 1762), come denunciano i puristi.
la parola è entrata in italiano dal francese. Le prime attestazioni letterarie ci dicono solo che gli autori che hanno utilizzato la parola hanno cercato di italianizzarla ulteriormente. La parola poteva benissimo essere diffusa precedentemente (e in seguito) nella forma
inodore.
Riporto, ad integrazione, le indicazioni etimologiche del DISC:
• fr[ancese] inodore, lat. inodorum, [...] • a[vanti] 1869
Marco1971 ha scritto:D’altra parte, Battaglia, DELI, DOP, De Agostini (ex Sàndron), DIR, Palazzi e Gabrielli (anche nell’edizione postuma monovolume) mettono a lemma inodoro.
Questo dato è importante, ma va considerato che, a parte il DELI, si tratta di dizionari conservatori (alla lista si può aggiungere il Treccani). Queste informazioni vanno integrate con dizionari più aperti all'uso come lo Zingarelli e il DISC (quest'ultimo consiglia
inodore).
Marco1971 ha scritto: Le scelte del GRADIT ponderano bene sia l’uso piú affermato sia le forme principali messe a lemma negli altri dizionari attuali. Ora, per quanto riguarda succubo/succube, la maggior parte dei dizionari (anche il recentissimo Devoto-Oli) danno la prima forma come quella preferibile. Quanto alla pronuncia /'gwajna/ invece di /gwa'ina/ – se non erro considerata «trascurata» dal Canepàri (?) – penso che non abbia ancora soppiantato del tutto la pronuncia tradizionale e venga tuttora avvertita assai popolare dai parlanti colti.
Condivido completamente quanto dice.
Le mie obiezioni ed esemplificazioni contestavano questa sua affermazione:
Marco1971 ha scritto: Il GRADIT non consiglia, registra obiettivamente le forme piú diffuse (non quelle preferibili secondo i criteri della correttezza)...
Infatti dicevo:
bubu7 ha scritto:Premesso che per il Gradit la frequenza di una forma è un fattore fondamentale per indicare la sua consigliabilità e quindi la sua correttezza, non si tratta dell'unico fattore.
La consigliabilità di una variante di forma si evince dal fatto che sotto essa la voce è sviluppata oppure, nel caso della pronuncia, dall'ordine delle varianti.
Il Gradit consiglia inodore, succubo e guaìna, sebbene sarebbe difficile affermare che le ultime due varianti siano oggi le più frequenti.