«Liberarsi ‹da› e ‹di›»
Inviato: lun, 31 mag 2010 1:13
Di solito ci si libera da qualcosa (si veda l’abbondante esemplificazione nel Treccani in linea), ed è questa la costruzione normale. Sono giunto a una conclusione semplice: ci si libera da cose perlopiú profonde, dolorose, importanti, e ci si libera di cose o persone poco importanti o materiali (liberarsi della giacca, d’un seccatore). Trovo una specie di conferma nello stesso Treccani, che sottolinea anche una bellissima sfumatura tra liberarsi dagli avversari e liberarsi degli avversari:
liberarsi dagli avversarî, sottrarsi alla loro forza; ma, liberarsi degli avversarî, togliere loro la possibilità di nuocere, o anche privarli della vita; in genere, liberarsi di qualcuno, levarselo di torno: finalmente mi son liberato di quel seccatore! In senso più concr. e materiale, liberarsi di un peso, di un impaccio, liberarsi degli abiti, toglierseli di dosso.
Avvertite le sfumature?
liberarsi dagli avversarî, sottrarsi alla loro forza; ma, liberarsi degli avversarî, togliere loro la possibilità di nuocere, o anche privarli della vita; in genere, liberarsi di qualcuno, levarselo di torno: finalmente mi son liberato di quel seccatore! In senso più concr. e materiale, liberarsi di un peso, di un impaccio, liberarsi degli abiti, toglierseli di dosso.
Avvertite le sfumature?