«Far fare qualcosa a qualcuno»
Moderatore: Cruscanti
«Far fare qualcosa a qualcuno»
Salve a tutti, cari utenti di questo forum.
Prima del quesito è doverosa una piccola presentazione: non sono un linguista, sono in ingegnere che scrive spesso e che, usando molto l'italico idioma, si è interessato al forum per soddisfare qualche curiosità che i ricordi dell'educazione linguistica scolastica non riescono a soddisfare.
Parto con la prima:
Nella frase " faccio fare qualcosa a qualcuno" quel posso voler dire nell'ordine:
1) che quel qualcuno farà quella cosa
2) che quel qualcuno subirà quella cosa
in entrambe queste interpretazioni quel " a qualcuno " rimane sempre complemento di termine?
Prima del quesito è doverosa una piccola presentazione: non sono un linguista, sono in ingegnere che scrive spesso e che, usando molto l'italico idioma, si è interessato al forum per soddisfare qualche curiosità che i ricordi dell'educazione linguistica scolastica non riescono a soddisfare.
Parto con la prima:
Nella frase " faccio fare qualcosa a qualcuno" quel posso voler dire nell'ordine:
1) che quel qualcuno farà quella cosa
2) che quel qualcuno subirà quella cosa
in entrambe queste interpretazioni quel " a qualcuno " rimane sempre complemento di termine?
Benvenuto, Fedozzo! 
In attesa di un intervento piú «autorevole» del mio, riporto la trattazione del Serianni nella sua Grammatica italiana:
XIV.39 […] Il costrutto del tipo «far fare qualcosa a / da qualcuno» presenta una specie di cooperazione tra i due soggetti, quello grammaticale del verbo causativo e quello logico (cft. II.23) dell'infinito, giacché il primo mette in moto l'azione del secondo: «io [soggetto grammaticale] faccio che x [soggetto logico] faccia qualcosa» → «io faccio fare qualcosa a / da x». […]
P.S. Ho visto che ne aveva già discusso qui.

In attesa di un intervento piú «autorevole» del mio, riporto la trattazione del Serianni nella sua Grammatica italiana:
XIV.39 […] Il costrutto del tipo «far fare qualcosa a / da qualcuno» presenta una specie di cooperazione tra i due soggetti, quello grammaticale del verbo causativo e quello logico (cft. II.23) dell'infinito, giacché il primo mette in moto l'azione del secondo: «io [soggetto grammaticale] faccio che x [soggetto logico] faccia qualcosa» → «io faccio fare qualcosa a / da x». […]
P.S. Ho visto che ne aveva già discusso qui.
Ultima modifica di Luca86 in data gio, 05 ago 2010 1:11, modificato 2 volte in totale.
Re: Far fare qualcosa a qualcuno
Mi pare possibile solo l’interpretazione 1), come gentilmente Luca le permette di leggere dalla grammatica di Serianni. Per il complemento, non sono sicuro, ma vedrei piuttosto un complemento d’agente.Fedozzo ha scritto:Nella frase " faccio fare qualcosa a qualcuno" quel posso voler dire nell'ordine:
1) che quel qualcuno farà quella cosa
2) che quel qualcuno subirà quella cosa
in entrambe queste interpretazioni quel " a qualcuno " rimane sempre complemento di termine?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Il complemento d'agente, se non cado in un clamoroso errore, si ha solo nelle frasi passive e non mi sembra che la frase in esame sia passiva. Per me, quindi, è - senza ombra di dubbio - un complemento di termine.Marco1971 ha scritto: Mi pare possibile solo l’interpretazione 1), come gentilmente Luca le permette di leggere dalla grammatica di Serianni. Per il complemento, non sono sicuro, ma vedrei piuttosto un complemento d’agente.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Credo, caro Fausto, che sia in errore. Veda la GGIC, vol. I, XI.2.1.8., di cui riporto questo breve passo:
Se il verbo della frase incassata sotto fare ha un compl. oggetto e un compl. indiretto, allora al soggetto verrà assegnata la funzione di compl. d’agente.
Se il verbo della frase incassata sotto fare ha un compl. oggetto e un compl. indiretto, allora al soggetto verrà assegnata la funzione di compl. d’agente.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Debbo, quindi, dedurre, gentile Marco, che Maurizio Dardano e Pietro Trifone abbiano "toppato"?
Essi scrivono, nella loro grammatica (2.5.9)
Essi scrivono, nella loro grammatica (2.5.9)
Il complemento d'agente o causa efficiente indica l'essere animato (agente) o inanimato (causa efficiente) da cui è compiuta un'azione espressa da un verbo passivo...
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Caro Fausto,
lei sa bene che la grammatica non è una cosa semplice (come non è neanche la matematica, a livelli avanzati), e non v’è nulla di erroneo nella citazione da lei riportata; tuttavia, una grammatica univolume e una trivolume, me lo concederà, hanno tra di loro un qualcosa d’imparagonabile: lo spazio per esporre tutte le sottigliezze.
La lingua è un albero, non un frutto.
lei sa bene che la grammatica non è una cosa semplice (come non è neanche la matematica, a livelli avanzati), e non v’è nulla di erroneo nella citazione da lei riportata; tuttavia, una grammatica univolume e una trivolume, me lo concederà, hanno tra di loro un qualcosa d’imparagonabile: lo spazio per esporre tutte le sottigliezze.
La lingua è un albero, non un frutto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Non ho capito perché abbiamo escluso la possibilità 2): in quella posizione si può anche mettere un complemento di termine, sottintendendo il complemento d'agente (se la cosa non crea confusione) o esprimendolo col da: «faccio fare un bonifico a Tizio [dalla contabile]»; «faccio fare uno scherzo a Caio».Marco1971 ha scritto:Mi pare possibile solo l’interpretazione 1), come gentilmente Luca le permette di leggere dalla grammatica di Serianni.Fedozzo ha scritto:Nella frase " faccio fare qualcosa a qualcuno" quel posso voler dire nell'ordine:
1) che quel qualcuno farà quella cosa
2) che quel qualcuno subirà quella cosa
in entrambe queste interpretazioni quel " a qualcuno " rimane sempre complemento di termine?
Non mi pare difficile evitare frasi fraintendibili.
Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Buonasera
vorrei sapere se è possibile individuare una regola che possa spiegare il diverso uso grammaticale tra le preposizioni "a" e "da" associate alla struttura "far fare qualcosa a /da qualcuno". Con qualche esempio:
- faccio tagliare i capelli a mia figlia.
- mi faccio tagliare i capelli da mia figlia.
- faccio prenotare un tavolo al ristorante alla segretaria.
- faccio prenotare un tavolo dalla segretaria.
Grazie.
vorrei sapere se è possibile individuare una regola che possa spiegare il diverso uso grammaticale tra le preposizioni "a" e "da" associate alla struttura "far fare qualcosa a /da qualcuno". Con qualche esempio:
- faccio tagliare i capelli a mia figlia.
- mi faccio tagliare i capelli da mia figlia.
- faccio prenotare un tavolo al ristorante alla segretaria.
- faccio prenotare un tavolo dalla segretaria.
Grazie.
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Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Sono d'accordo con Marco.
Faccio tagliare i capelli a mia figlia può significare più cose:
Ordino che mia figlia si tagli i capelli
Lascio/permetto che mia figlia si tagli i capelli
Ordino che mia figli tagli i capelli (a qualcuno)
Faccio sì che i capelli (di qualcuno) vengano tagliati da mia figlia
Lascio/permetto che mia figlia tagli i capelli (di qualcuno)
Lascio/permetto che i capelli (di qualcuno) vengano tagliati da mia figlia
Ordino che qualcuno tagli i capelli a mia figlia
Lascio/permetto che qualcuno tagli i capelli a mia figlia
Faccio sì che i capelli di mia figlia vengano tagliati da qualcuno
Lascio/permetto che i capelli di mia figlia vengano tagliati da qualcuno
A seconda del ruolo tematico/semantico e del grado di causatività, forte, debole o anche falsa.
Faccio tagliare i capelli a mia figlia può significare più cose:
Ordino che mia figlia si tagli i capelli
Lascio/permetto che mia figlia si tagli i capelli
Ordino che mia figli tagli i capelli (a qualcuno)
Faccio sì che i capelli (di qualcuno) vengano tagliati da mia figlia
Lascio/permetto che mia figlia tagli i capelli (di qualcuno)
Lascio/permetto che i capelli (di qualcuno) vengano tagliati da mia figlia
Ordino che qualcuno tagli i capelli a mia figlia
Lascio/permetto che qualcuno tagli i capelli a mia figlia
Faccio sì che i capelli di mia figlia vengano tagliati da qualcuno
Lascio/permetto che i capelli di mia figlia vengano tagliati da qualcuno
A seconda del ruolo tematico/semantico e del grado di causatività, forte, debole o anche falsa.
Ultima modifica di DON FERRANTE in data ven, 20 nov 2020 1:10, modificato 3 volte in totale.
Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Interessanti le sfumature di significato che si possono cogliere in una stessa frase, alcune al limite dell'impercettibilità ma utili ad affinare le proprie sensibilità e capacità stilistiche.
Nell'attesa della regola vagheggiata da didi, che temo non possa esservi, non rimane che utilizzare nel modo meno equivoco le preposizioni: la prenotazione la faremo fare dalla segretaria e il tatuaggio alla figlia da uno del mestiere.
Nell'attesa della regola vagheggiata da didi, che temo non possa esservi, non rimane che utilizzare nel modo meno equivoco le preposizioni: la prenotazione la faremo fare dalla segretaria e il tatuaggio alla figlia da uno del mestiere.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
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Re: «Far fare qualcosa a qualcuno»
Una norma non so se si possa dare. È più questione di scelta, di ruoli semantici. Se esplicito il da, sto inequivocabilmente significando un complemento d'agente. Nel nostro caso la frase avrebbe la seguente riformulazione, necessariamente passivizzata:
Ordino/Faccio sì/Lascio che i miei capelli (tema/paziente) vengano tagliati da mia figlia (agente).
L'altra frase, Faccio tagliare i capelli a mia figlia, ha, invece, tutte le interpretazioni elencate sopra, sia come grado di causatività che come ruoli semantici, e quindi andrebbe disambiguata col contesto o altri mezzi.
Ordino/Faccio sì/Lascio che i miei capelli (tema/paziente) vengano tagliati da mia figlia (agente).
L'altra frase, Faccio tagliare i capelli a mia figlia, ha, invece, tutte le interpretazioni elencate sopra, sia come grado di causatività che come ruoli semantici, e quindi andrebbe disambiguata col contesto o altri mezzi.
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