«Bello di aspetto, gentile di modi, venne chiamato a Roma»

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Moderatore: Cruscanti

pier
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«Bello di aspetto, gentile di modi, venne chiamato a Roma»

Intervento di pier »

"bello di aspetto, gentile di modi, venne chiamato a Roma"

chi sa fare l'analisi logica della frase in oggetto?

grazie
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Benvenuto tra noi :)

Ci provo:
bello di aspetto e gentile di modi sono complementi di qualità
venne chiamato, predicato verbale
a Roma, complemento di moto a luogo.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per bello di aspetto e gentile di modi, si tratta di complementi di limitazione:

18. IX. Limitazione: «Giovin d’animo e di senno; non audace: / Duro di modi, ma di cor gentile» (Manzoni, Autoritratto, 7-8). (Luca Serianni, Grammatica italiana, Torino, UTET, 1989, VIII.18)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

A mio “ultramodestissimo” avviso, Serianni si è confuso. Il complemento di qualità è una... qualità che si attribuisce a un elemento della frase senza alcun legame verbale: Cesare fu un condottiero di grande coraggio. Il complemento di qualità indica, insomma, una caratteristica di qualcuno (o di qualcosa). “Bello di aspetto”, “gentile di modi” non sono una caratteristica, una qualità di una persona?
Il complemento di limitazione è rappresentato da un sostantivo che “limita” il concetto espresso dal verbo: Giovanni è cieco di un occhio. Indica, insomma, l’ambito, il limite entro cui vale il concetto che si vuole esprimere.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Serianni non si è confuso, caro Fausto. C’è una differenza strutturale nell’esempio che lei porta: un uomo di grande coraggio è complemento di qualità (di + aggettivo + nome). Il complemento di limitazione ha la struttura aggettivo + di + nome, come negli esempi addotti dal Sabatini-Coletti: sano di mente, malato di cuore, buono d’animo.

Ma la rilevanza di queste classificazioni, detto in tutta franchezza, non è di gran momento.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Fausto Raso ha scritto:A mio “ultramodestissimo” avviso, Serianni si è confuso. Il complemento di qualità è una... qualità che si attribuisce a un elemento della frase senza alcun legame verbale: Cesare fu un condottiero di grande coraggio.
No, caro Fausto, non se n’abbia a male, ma è Lei che si sta confondendo qui. :)

L’analisi della frase in oggetto è come segue: bello = attributo del soggetto [«sottinteso» —meglio: implicito], di aspetto = complemento di limitazione. Per avere un complemento di qualità bisognerebbe essere in presenza d’un sintagma preposizionale come di bell’aspetto, che è un’altra cosa. ;)
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chiara
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Intervento di chiara »

Io avrei detto:
egli: soggetto sottinteso
bello d'aspetto e gentile di modi: apposizioni del soggetto (sottinteso)
venne chiamato: predicato verbale
a Roma: complemento di moto a luogo

È scorretto? O solo meno preciso rispetto all'analisi di Infarinato?
bello = attributo del soggetto [«sottinteso» —meglio: implicito], di aspetto = complemento di limitazione
Ultima modifica di chiara in data dom, 07 nov 2010 16:47, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Si ha apposizione solo se il nome, soggetto o oggetto, è espresso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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chiara
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Intervento di chiara »

La ringrazio molto. Purtroppo i ricordi conservati in certi cassetti della memoria, rimasti chiusi a lungo, si sono riempiti di polvere!
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Di nulla! In realtà l’analisi logica è piú un esercizio scolastico che permette di aver chiara (:D) coscienza della struttura della frase e dei suoi elementi che non un fondamento indispensabile per potersi esprimere in modo corretto: sono del tutto convinto che non serve e che la lingua si acquisisce per compenetrazione (sulle buone letture).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di chiara »

Sono pienamente d'accordo. L'analisi logica mi è stata utile principalmente ai tempi del liceo per le versioni di latino e di tedesco. Oggi mi torna ancora utile con i testi in inglese (pubblicazioni scientifiche), specialmente se scritti da autori non anglofoni, italiani in primis!
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non oso immaginare l’inglese (scientifico o no) degli italiani. E le confesso che – io insegno anche l’inglese – molti miei colleghi, pur laureati in lingua inglese, commettono errori anche di base, del tipo *How is it called? per What is it called?. Scusate la digressione... :oops:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Infarinato ha scritto:L’analisi della frase in oggetto è come segue: bello = attributo del soggetto [«sottinteso» —meglio: implicito], di aspetto = complemento di limitazione. Per avere un complemento di qualità bisognerebbe essere in presenza d’un sintagma preposizionale come di bell’aspetto, che è un’altra cosa. ;)
Mi sembra di capire che il "confine" tra il complemento di qualità e quello di limitazione sia sottilissimo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È di natura strettamente strutturale (mi si perdoni il bisticcio).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Chiedo scusa se torno sull’argomento: vorrei capire meglio. Il complemento di limitazione è rappresentato da un sostantivo che “limita” il concetto espresso dal verbo: Giovanni era cieco di un occhio; Mario eccelle in matematica.
Nella frase “Giovanni, cieco di un occhio, è partito per l’Australia” , “cieco di un occhio” è sempre un complemento di limitazione pur senza il verbo che ne limita il concetto? Grazie e... perdonatemi
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