«Pissicologo» e «attimosfera»
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- Giorgio1988
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«Pissicologo» e «attimosfera»
In pronunce regionali quali «pissicologo» e «attimosfera» il fono epentetico è propriamente /i/ o è piuttosto uno schwa?
Non saprei, è una domanda per Infarinato (io preferirei sicologia e ammosfera). Intervengo solo per consigliare la forma italianizzata scevà (registrata, e con illustri antecedenti).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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Vero, non ci avevo pensato! Ma sono in pochi a saperlo, sicché, se fosse possibile tornare indietro e introdurre questa forma, non sarebbe un gran problema. D’altra parte, per chi non lo sapesse, in inglese la ‘p’ non si pronuncia nelle parole in ps-.u merlu rucà ha scritto:Letteralmente 'lo studio dei fichi' .
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Pissicologo» e «attimosfera»
Dipende dalla… regione. In Toscana è proprio un’[i], e cosí in linea di massima nel Basso Meridione, mentre nell’Alto Meridione si ha generalmente uno scevà. Altrove si oscilla fra assimilazione completa (comune anche in Toscana, anzi prevalente rispetto all’epentesi di [i], che rappresenta la variante diastraticamente [piú] marcata ed è possibile solo per i nessi costituiti da ostruente seguíta da sibilante) e assimilazione parziale di sonorità (prevalente al Norde: su tutto questo cfr., e.g., MªPI², §5.1.1).Giorgio1988 ha scritto:In pronunce regionali quali «pissicologo» e «attimosfera» il fono epentetico è propriamente /i/ o è piuttosto uno schwa?
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Ringrazio moltissimo tutti coloro che sono intervenuti e in particolare Infarinato per la sua preziosa risposta che non lascia spazio ad alcun dubbio. Immaginavo che il tipo di fono realizzato fosse soggetto a variazione diatopica, e infatti io stesso, nel porre il quesito, mi chiedevo quale fosse, di fatto, l’estensione del fenomeno; le spiegazioni di Infarinato mi sono pertanto doppiamente utili: ignoravo, per esempio, che pronunce simili fossero diffuse anche in Toscana (dove pensavo che l’assimilazione completa fosse l’unica possibilità esistente).
- u merlu rucà
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Tra "sicologia" e "ssicologia" ci sarebbe però una differenza, ovvero il forzato raddoppiamento della /s/ iniziale, anche nei casi dove non sarebbe prevista: /lassikolo'dZia/. Inoltre selezionerebbe automaticamente lo anziché il: quindi "lo ssicologo" sarebbe lo studioso della mente, "il sicologo" quello dei fichi.
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http://www.youtube.com/watch?v=9A_JrsJF6mM#t=1m04sBrazilian dude ha scritto:Interessante. Molti brasiliani non riescono a pronunciare le combinazioni consonantiche di queste parole e ci inseriscono una vocale, esattamente come si descrive qui.In pronunce regionali quali «pissicologo» e «attimosfera» il fono epentetico è propriamente /i/ o è piuttosto uno schwa?
http://www.youtube.com/watch?v=CRIXprZqRd4#t=1m02s
Sono sicuro che Brazilian dude sarebbe disposto a discorrere con lei, in privato, della fonetica della varietà brasiliana del portoghese. Noi qui parliamo di lingua italiana.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Pissicologo» e «attimosfera»
Confermo: mio padre dice pissichiatra, e suppongo che direbbe analogamente pissicologo.Infarinato ha scritto:In Toscana è proprio un’[i]…
Ripeto che dalle mie parti, in Toscana, quasi nessuno direbbe pissicologo o pissichiatra... in un registro basso (dato che in quello alto si mantiene ovviamente ps-) l'assimilazione /lossi-/ è molto più comune. Sempre per quanto riguarda il titolo della discussione, attimosfera mi pare siciliano: la soluzione popolare tosco-mediana è pressoché sempre con assimilazione /ammos'fEra/. (Canepari, MªPI², § 5.1.1, p. 143). Al massimo, perlomeno in alcune parole, si può inserire un'e breve e un po' centralizzata (quasi una scevà), come in «tècchenico», meno frequente di «tènnico» (o «tènni'o») nel registro basso ma sempre possibile; si tratta in effetti di una generalizzazione della e d'appoggio delle finali consonantiche di parola (Canepari, Introduzione alla fonetica, § 14.51 p. 214).
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