«Limerence»
Inviato: sab, 02 apr 2011 13:55
Vengo a conoscenza oggi —da un articolo di David Brooks tradotto su Repubblica— dell’anglicismo limerence (e del paronimo limerent), coniato dalla psicologa Dorothy Tennov per descrivere «lo stadio finale, quasi ossessivo, dell’amore romantico», chiosato in italiano perlopiú con «ultrattaccamento».
Riguardo all’etimo, io, prima d’ogni ricerca, avevo pensato seriosamente a un composto [alquanto libero] di limes («limite») e haerere («essere attaccato»), sul modello di adherence, coherence o inherence —con buona pace dell’acca—, come a suggerire un «attaccamento limite». In realtà l’autrice, come ammette, fu spinta piú da criteri estetici che glottotecnici (preferendo il [felice] neologismo arbitrario a amorance).
S’incoraggino gli adattamenti limerenza e limerente, sperando che qualche buono scrittore dia ad essi dignità letteraria.
Riguardo all’etimo, io, prima d’ogni ricerca, avevo pensato seriosamente a un composto [alquanto libero] di limes («limite») e haerere («essere attaccato»), sul modello di adherence, coherence o inherence —con buona pace dell’acca—, come a suggerire un «attaccamento limite». In realtà l’autrice, come ammette, fu spinta piú da criteri estetici che glottotecnici (preferendo il [felice] neologismo arbitrario a amorance).
S’incoraggino gli adattamenti limerenza e limerente, sperando che qualche buono scrittore dia ad essi dignità letteraria.