«Ecuadoriano» o «equadoregno»?

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Fausto Raso
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«Ecuadoriano» o «equadoregno»?

Intervento di Fausto Raso »

Un interessantissimo articolo di Piero Fiorelli sul nome dell'abitante dell'Ecuador.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Fuori tema, vorrei sottolineare queste parole di Piero Fiorelli:

Probabilmente pensava che il pubblico italiano è così poco serio e così portato all’approssimazione da meritare, anzi da gradire trattamenti del genere. Chissà che non avesse ragione: se si mette a confronto in che modo gli spagnoli fanno uso della loro lingua, e in che modo noi della nostra, sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.

No comment.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non mi è chiaro questo passo:

Ecuadoriano, infine, formato com’è con un suffisso non molto caratteristico ma comune con minime variazioni alle maggiori lingue di cultura

Fiorelli intende dire che il suffisso -iano non è il piú diffuso nella formazione di aggettivi etnici, oppure che non è altrettanto «folcloristico» e spagnoleggiante che -egno?

Una piccola nota fuori tema: Wikipedia, alla voce vitello tonnato, dà conto anche della variante vitel tonné, considerata non come pseudo-francese, ma come dialetto piemontese. Al contrario, il Treccani in linea dice, alla voce tonnato: «Nel linguaggio alberghiero, la parola viene spesso travestita in forma pseudo-francese: vitello (o vitèl) tonné o thonné.» A meno di smentite di qualche parlante piemontese, credo che possiamo fidarci del Treccani.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Una piccola nota fuori tema: Wikipedia, alla voce vitello tonnato, dà conto anche della variante vitel tonné, considerata non come pseudo-francese, ma come dialetto piemontese. Al contrario, il Treccani in linea dice, alla voce tonnato: «Nel linguaggio alberghiero, la parola viene spesso travestita in forma pseudo-francese: vitello (o vitèl) tonné o thonné.» A meno di smentite di qualche parlante piemontese, credo che possiamo fidarci del Treccani.
Vitèl è una forma piemontese influenzata dall'italiano. In una buona parte del Piemonte il vitello è chiamato bucìn (< bovicinus) e là dove sopravvive 'vitello', la forma popolare, foneticamente regolare, è vèl. Si trova pure vidèl/vedèl, forma intermedia tra quella italianizzante e quella popolare. A Torino, se non erro, le due voci bucìn e vitèl/vidèl convivono, con differenziazione semantica, in quanto indicano rispettivamente l'animale vivo e quello in tavola.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

...sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.

Non sembra un po' singolare anche a voi questa dislocazione a sinistra? Io l'ho dovuta leggere due volte prima di afferrarla per bene.
Ultima modifica di Freelancer in data lun, 16 mag 2011 5:26, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Si chiama stile. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Freelancer ha scritto:...sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.

Non sembra un po' singolare anche a voi questa dislocazione a sinistra?
Non si tratta di dislocazione a sinistra, ma, direi, di anteposizione anaforica, che è «propria dello stile elevato o addirittura oratorio, e riecheggia in qualche modo la sintassi dell’italiano antico, in cui l’anteposizione dei sintagmi che oggi è effettuata con la dislocazione a sinistra, era generalmente possibile senza ripresa pronominale»: una «questione di stile», appunto, come dice Marco.

Ovviamente, «solo con l’oggetto la dislocazione a sinistra esige la ripresa pronominale», ergo in un caso come il nostro «viene a mancare la caratteristica diagnostica per decidere se si tratta di dislocazione a sinistra, o anteposizione anaforica». Tuttavia «la funzione [di quest’ultima] è […] quella di sottolineare la relazione del sintagma anteposto con un sintagma già citato nel discorso», e quindi mi pare evidente che di questa si tratti (GGIC I:155–6).

(«Rispetto alla topicalizzazione [:evil: = «rematizzazione a sinistra»], nell’anteposizione anaforica manca il rilievo intonativo».)
CarloB
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Intervento di CarloB »

Genova e la Liguria ospitano la comunità ecuadoriana forse più consistente d'Italia, non so se in cifre assolute ma certamente in rapporto alla popolazione.
Da queste parti è opinione da tempo corrente, e immagino fondata su prese di posizione (anche) dei loro rappresentanti ufficiali, che gli immigrati dall'Ecuador desiderino essere definiti ecuadoriani e avvertano come vagamente spregiativo o diminutivo l'aggettivo ecuadoregno.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

desiderino essere definiti ecuadoriani
È sicuro? Non preferiscono ecuatoriani?
Brazilian dude
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Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03

Intervento di Brazilian dude »

Chiedo scusa. Non sapevo che il termine ecuadoriano, sebbene non corrisponda totalmente alla forma spagnola originale, si trovasse nei vocabolari italiani.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Negli atti ufficiali (atti di stato civile, carte di identità, iscrizioni anagrafiche) si dovrebbe parlare di cittadino ecuatoriano, cittadinanza ecuatoriana.
CarloB
Interventi: 444
Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Nella lingua parlata sento ecuadoriano o ecuadoregno.
Altro discorso, certo, va fatto per i documenti delle questure e degli uffici dell'anagrafe, ammesso che i vari funzionari seguano un uso uniforme.
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Carnby
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Re: «Ecuadoriano» o «equadoregno»?

Intervento di Carnby »

Ecuadoriano è un iperispanismo: si dovrebbe dire ecuatoriano o, meglio ancora, equatoriano, dato che il Paese sulle carte era segnato come Equatore.
avemundi
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Re:

Intervento di avemundi »

CarloB ha scritto: lun, 16 mag 2011 8:02 Genova e la Liguria ospitano la comunità ecuadoriana forse più consistente d'Italia, non so se in cifre assolute ma certamente in rapporto alla popolazione.
Da queste parti è opinione da tempo corrente, e immagino fondata su prese di posizione (anche) dei loro rappresentanti ufficiali, che gli immigrati dall'Ecuador desiderino essere definiti ecuadoriani e avvertano come vagamente spregiativo o diminutivo l'aggettivo ecuadoregno.
Mi pare che con troppa fretta Fiorelli abbia detto che ecuatoreño ed ecuadoreño non esistono. Lo spagnolo di solito ha numerose varianti per ciascun etnico e a volte a ogni variante sono associate sfumature di significato. Evidentemente, ecuatoreño ed ecuadoreño in spagnolo sono percepiti come spregiativi. In italiano mi viene in mente il caso di sardagnolo, sardegnolo o sardignolo, usato come spregiativo per sardo.
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Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
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Re: «Ecuatoreño» ~ «ecuadoreño»

Intervento di Carnby »

avemundi ha scritto: gio, 14 set 2023 2:42 ecuatoreño ed ecuadoreño
A me sembra che ecuatoreño esista in ispagnolo ma sia proscritto dalla Real Academia Española; invece ecuadoreño è con tutta probabilità un mostriciattolo di coniazione italica. L’articolo di Fiorelli nel frattempo è stato aggiornato e riporta per lo spagnolo solo 381 risultati gugoliani per ecuadoreño; aggiungo che, almeno in parte, si tratta di siti italo-spagnoli.
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