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«Senza né testa né coda»?

Inviato: mar, 14 giu 2011 0:34
di Luca86
Ieri, in una nota rete sociale le cui iniziali sono f e b, mi sono imbattuto in questa frase: Stai facendo dei discorsi senza né testa né coda. Ciò che piú mi colpisce, oltre alla sostituzione di capo con testa nella locuzione non avere né capo né coda —attribuibile, forse, a un ipercorrettismo meridionale—, è quel , nonostante nella stessa frase vi sia anche senza: al massimo si sarebbe potuto scrivere senza testa né coda.

Riporto quanto scrive il Treccani in linea al riguardo:

sènza 5. Quando si escludono due cose, la congiunzione correlativa a senza è , più raram. o: lo tennero in cella tre giorni, s. mangiare né bere; è uno strozzino, s. pietà né riguardo per nessuno (meno spesso, s. pietà o riguardo).

Stando a internet, sembrerebbe che questa «strana» costruzione non sia nuova: 715 occorrenze in Google e 7 occorenze Google libri. Voi che cosa ne pensate?

Re: «Senza né testa né coda»?

Inviato: mar, 14 giu 2011 0:58
di Freelancer
Luca86 ha scritto:Ieri, in una nota rete sociale le cui iniziali sono f e b...
Una curiosità: perché questa circonlocuzione per non dire Facebook?

FT

Inviato: mar, 14 giu 2011 1:05
di Luca86
Semplicemente perché non voglio far pubblicità a un sito che è già arcinoto.

Inviato: mar, 14 giu 2011 1:13
di Marco1971
Il tipo senza né X né Y appartiene alla tradizione letteraria. Non ho tempo ora, essendo senza casa, di approfondire, ma la rassicuro, gentile Luca, si trova anche in Leopardi. :)

Inviato: mar, 14 giu 2011 2:25
di Luca86
Grazie, Marco. :)

Una veloce ricerca sulla BibIt ha dato questi risultati (ne riporto solo alcuni):

Poi che senza né vischio ebbe rete
anche, nella stanzuola, il ciuffolotto,
Paulo mirò la bella sua parete.
(Pascoli, Poemi italici, cap. 4)

Chi tal carco vi diè? richiese il conte:
La crosta, disse; di che siam vestiti,
E l'esser senza né cervel fronte,
Sicuri, invariabili, impietriti
Quanto il corallo ed il cristal di monte
Per durezza famosi in tutti i liti:
Questo ci fa colonne e fondamenti
Della stabilità dell'altre genti.
(Leopardi, Paralipomeni della Batracomiomachia, Canto 2.39)

Se trovassi parole che le dicessero senza né ingrossarle attenuarle (perch'una circostanza par che le aggravi, ma un'altra minutissima le fa leggiere), ve le direi tutte, sicura che non mi sprezzereste però. (Tommaseo, Fede e bellezza, Libro 6)

Per quanto riguarda non avere né testa né coda, come si deve considerare? Un'alternativa o un regionalismo?

Inviato: mar, 14 giu 2011 14:27
di u merlu rucà
- Vorrei andarci anch’io, come padron Cipolla, a farmi ricco, aggiunse ’Ntoni.

- Lascia stare! gli disse il nonno, contento pei barilotti che vedeva nel cortile. Adesso ci abbiamo le acciughe da salare. Ma la Longa guardò il figliuolo col cuore stretto, e non disse nulla perché ogni volta che si parlava di partire le venivano davanti agli occhi quelli che non erano tornati più.

E poi soggiunse: «Né testa, né coda, ch’è meglio ventura».
I Malavoglia.

Il significato, in questo caso, sembra: il giusto mezzo. L'uso di testa è comunque giustificato dal fatto che nei dialetti siciliani si usa testa e non capo.

Inviato: mar, 14 giu 2011 18:50
di Luca86
u merlu rucà ha scritto:L'uso di testa è comunque giustificato dal fatto che nei dialetti siciliani si usa testa e non capo.
Quindi, si tratta d'un regionalismo meridionale?

Inviato: mer, 15 giu 2011 9:05
di Carnby
Luca86 ha scritto:Quindi, si tratta d'un regionalismo meridionale?
Direi di no, ci sono ampie zone d'Italia dove il tipo testa prevale popolarmente sul tipo capo (e coccia, conca, ciocca ecc.). Non so però se questa prevalenza di testa è tale da alterare il detto popolare.