«Wilderness»

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Luca86
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«Wilderness»

Intervento di Luca86 »

Mi ci sono imbattuto per caso, mentre cercavo tutt'altro. Da quello che ho letto nella relativa voce del Treccani, sembra essere usato esclusivamente in àmbito ecologico con il significato di ‘natura allo stato selvaggio’. Pensando a un traducente per quest'anglicismo, l'unica parola che mi viene in mente è selvatichezza. Voi che cosa ne pensate?
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Purtroppo -ezza è un suffisso deaggettivale che forma sostantivi astratti; qui, invece, siamo di fronte a un referente concreto: la natura selvaggia, cioè l'insieme degli essere viventi non domesticati. Questo, natura selvaggia, mi pare il traducente migliore.

Quanto al significato piú specifico di «singolo territorio, spec. montano, disabitato, privo di strade di accesso e di qualsiasi altra alterazione dell’ambiente naturale prodotta dall’uomo», proporrei landa o regione selvaggia.

Mi sa che, per entrambi i significati, dovremo rassegnarci a un traducente di due parole.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Purtroppo -ezza è un suffisso deaggettivale che forma sostantivi astratti; qui, invece, siamo di fronte a un referente concreto: la natura selvaggia, cioè l'insieme degli essere viventi non domesticati.
Sí, ha ragione: ho confuso wildness (astratto, appunto) con wilderness. I'm sorry. :oops:
Ferdinand Bardamu ha scritto:Quanto al significato piú specifico di «singolo territorio, spec. montano, disabitato, privo di strade di accesso e di qualsiasi altra alterazione dell’ambiente naturale prodotta dall’uomo», proporrei landa o regione selvaggia.
Sono d'accordo con lei e le sue proposte mi piacciono.

Anche riserva naturale, però, mi sembra un valido traducente, quando ci si riferisce a una «zona da cui è esclusa ogni attività umana che alteri l'equilibrio naturale» (Sabatini-Coletti 2008 in linea).
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Luca86 ha scritto:Anche riserva naturale, però, mi sembra un valido traducente, quando ci si riferisce a una «zona da cui è esclusa ogni attività umana che alteri l'equilibrio naturale» (Sabatini-Coletti 2008 in linea).
Wilderness – dalla definizione del dizionario – sembra avere un significato piú ampio rispetto a riserva naturale, che, secondo il Treccani (s.v., significato 1d), è il

territorio, per lo più forestale, entro il cui perimetro l’accesso è consentito solo per ragioni di studio, per fini educativi o escursionistici, per compiti amministrativi e di vigilanza, restando vietata qualsiasi altra attività antropica, allo scopo di assicurare la protezione della natura e in partic. l’esistenza di tipici biotipi da conservare.

Insomma, mi pare che a wilderness, anzi, a natura (o landa) selvaggia, manchi l'idea d'uno spazio e d'un perimetro sorvegliati e di un accesso limitato, a meno di impieghi particolari e restrittivi del termine. :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

I traducenti suggeriti mi sembrano buoni. Proporrei inoltre, sul modello ufficiale francese naturalité, lo stesso naturalità. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

A essere sincero, natura selvaggia (piú che di una natura intatta, inesplorata) mi dà l'idea di una natura ostile: credo sarebbe meglio natura incontaminata, che – mi sembra – rende meglio l'idea dell'integrità. Ma questo, chiaramente, è soggettivo.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Una reminiscenza storica: Wilderness è o era un'area della Virginia settentrionale nella quale venne combattuta nel 1864 una sanguinosa battaglia tra unionisti e confederati. Un'area selvaggia e poco abitata. Un deserto: nell'accezione lata, dal momento che si trattava di un territorio all'epoca boscoso.
Ho l'impressione che semanticamente wilderness abbia avuto (forse oggi non l'ha più e forse invece la mantiene) una connotazione negativa: è un luogo inospitale, dove è difficile vivere.
Nella Bibbia di re Giacomo, Giovanni 1,23 troviamo: «I am the voice of one crying in the wilderness» come traduzione di vox clamantis in deserto.
Perciò mi pare che un traducente solo, che ometta di segnalarne il significato negativo, non riesca a rendere abbastanza bene l'idea di wilderness.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Caro Carlo, io non sono d’accordo con lei : questo termine, barbaro e selvaggio, si riscontra in italiano solo dal 1986 (secondo il GRADIT). È una nozione semplice, non legata a quei fatti storici (o forse chi per primo l’ha introdotto in italiano sapeva di tutto questo?), tanto che lo troviamo – per citare solo quello – nel testo della famosa canzone di Madonna Like a virgin.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Temo di essermi spiegato male, caro Marco.
Ho ricordato il toponimo Wilderness (che una volta mi è capitato di trovare tradotto con terre selvagge: ovvero la battaglia di Wilderness come battaglia delle terre selvagge) e prima ancora la Bibbia di re Giacomo per osservare che natura incontaminata, naturalità e analoghi traducenti tolgono a wilderness quel connotato peggiorativo (deserto, landa abbandonata, terra selvaggia e simili) che gli è invece attribuito da tempo. Possono quindi essere, a mio avviso, un traducente, ma non il solo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ciò non toglie che in italiano questo prestito di lusso non ha connotazione negativa, almeno stando alla definizione del GRADIT:

wilderness s.f.inv. ES ingl. TS ecol. la natura allo stato selvaggio, non alterata dall’intervento dell’uomo, spec. con riferimento a un ambiente indispensabile alla conservazione delle biodiversità; anche agg.inv.: zona, regione w.

Si veda anche la definizione dell’Oxford Advanced. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
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servaticità

Intervento di PersOnLine »

Selvaticità non è abbastanza attestato per poter essere un degno traducente?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sembra corrispondere a wildness.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

La definizione del GRADIT, col richiamo all'ecologia e la precisazione con riferimento a un ambiente indispensabile alla conservazione delle biodiversità, mi pare un bellissimo esempio di cambiamento/integrazione di significato. La natura selvaggia, che incuteva paura e diffidenza, ora è oasi da conservare. Ma l'Oxford Advanced (ringrazio Marco per il riferimento) riporta anche i significati negativi. E il fatto che del politico escluso, per qualche tempo o per sempre, da cariche e potere, cioè in disgrazia, si dica che è o è stato stato in the wilderness è eloquente.
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

"Ambiente naturale" è il termine corrispondente a wilderness.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

marcocurreli ha scritto:"Ambiente naturale" è il termine corrispondente a wilderness.
La polirematica da lei proposta mi sembra un po’ tautologica. Ambiente include di per sé il concetto di naturale:

ambiente 1b [...] Con sign. più concr., la natura, come luogo più o meno circoscritto in cui si svolge la vita dell’uomo, degli animali, delle piante, con i suoi aspetti di paesaggio, le sue risorse, i suoi equilibrî, considerata sia in sé stessa sia nelle trasformazioni operate dall’uomo e nei nuovi equilibrî che ne sono risultati, e come patrimonio da conservare proteggendolo dalla distruzione, dalla degradazione, dall’inquinamento: la difesa, la tutela, la salvaguardia dell’a.; politica dell’a.; ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Perché complicare le cose e non attenersi a naturalità, che non confligge con naturalezza e ha l’appoggio della terminologia francese ufficiale naturalité?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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