«Hinduismo» e altre considerazioni grafiche
Inviato: gio, 17 nov 2011 13:12
In questa nota – se correttamente riportata – alcuni storici delle religioni (in particolare Mario Piantelli) muovono una forte critica al sistema grafico italiano. Occorre ricordare che l'h non è tollerata all'inizio di parola in italiano corrente (fanno eccezione alcune voci del verbo avere, per le quali era stata proposta un'altra soluzione ò, ài, ànno, poco usata nell'italiano contemporaneo), dato che, analogamente alla maggior parte delle lingue romanze (come francese e spagnolo, che la mantengono solo graficamente), non esiste il fonema /h/. Inoltre parole come indù e zulù non sono «idiotismi» né tantomeno «ridicolaggini», bensì corrispondono a una regola ben precisa del secondo sistema fonologico dell'italiano – che, beninteso, dovrebbe essere sempre in vigore – per la quale la /u/ finale non accentata non esiste in italiano: pertanto o la si accenta o la si trasforma in o (se il gioco del sudoku fosse stato importato un secolo fa sarebbe diventato naturalmente sudocù o sudoco). Ovviamente induismo non è affatto «erroneo», è semplicemente la forma adattata al sistema grafico e fonologico italiano; che poi indu in sanscrito significhi «luna» è una mera coincidenza che non c'entra una mazza con la legittimità della parola in questione. Discutibilissima e insopportabilmente ironica è l'affermazione che tutti leggerebbero Himālaya con l'/h/ iniziale: si tratta di una forma che il fonetista Canepari definisce giustamente «intenzionale», da persone «che sanno» e che non fa assolutamente parte del sistema fonologico naturale dell'italiano, altro che relitto da «decrepiti avanzi del “purismo” degli Stenterelli...»! Peraltro la pronuncia italiana più diffusa è /ima'laja/ con l'accento «sbagliato», non certamente /hi'malaja/ (considerata «tradizionale» da Canepari; il DOP invece consiglia per l'italiano /i'malaja/ senza /h/ iniziale, riportando però la pronuncia hindi [hi'ma:laja]). Peraltro, fino a poco tempo fa, si scriveva perlopiù Imalaia o – stranamente, come sull'Atlante generale metodico, De Agostini, 1985 – Himalaia: in questo caso il DOP, nonostante si tratti di una forma italianizzata, suggerisce l'accento sulla a, pur accettando anche la pronuncia più comune.