Attenzione, non sto proponendo di confluire nella causa esperantista, ma di associarsi in nome del comune obiettivo di
democrazia linguistica.

Io per primo non parlo esperanto, e condivido la metafora sugli anticorpi di Jonathan, tuttavia, man mano che mi informo sull'esperanto, ne apprezzo gli elementi di fondo.
Per rispondere a Marco: dalle informazioni disponibili, divulgate sia dagli esperantisti che da fonti terze, risulta come l'
esperanto, lingua artificiale, si proponga come lingua ponte tra i diversi idiomi, con l'obiettivo principale di tutelarli e impedire la scomparsa tanto di quelli minori quanto di quelli che soffrono di una maggior passività o di "complessi di inferiorità". Questo perché, affermano, una lingua veicolare che sia espressione di una precisa cultura attua necessariamente una serie di pressioni sulle lingue connesse, erodendo rapidamente le loro basi linguistiche.
Negli ultimi anni il progetto esperantista pare coronato da un maggior riconoscimento a livello internazionale, entrando, tra l'altro, nel novero delle (nove)
lingue ufficiali delle olimpiadi di Pechino del 2008. Tra gli esperantisti famosi si trovano Migliorini, Einstein, De Amicis, Tolstoj...insomma, devo confessare che sono rimasto stupito.
Se foste interessati, qui alcuni collegamenti ai rapporti tra
l'esperanto e l'ONU e
tra la lingua di Zamenhof e l'UE.
Poiché è difficile aspettarsi che la maggioranza dei parlanti mostri, in tempi brevi, una presa di "coscienza linguistica" come quella di Jonathan e di molti altri (me compreso), non mi dispiace che il progetto esperantista si sviluppi e goda di popolarità.
La mia proposta di collaborazione, dunque, nasce dalle considerazioni sui possibili risultati conseguibili grazie al comune obiettivo di tutela dell'italiano, nonché da considerazioni sull'attivismo che contraddistigue le associazioni esperantiste.
Sono pienamente d'accordo con i suggerimenti espressi da Jonathan: io stesso ho beneficiato moltissimo della scoperta di Cruscate, trovandovi supporto e consigli...credo che un po' di pubblicità, e un ritocco in chiave estetica e ufficiale, gioverebbero sia al fòro che alla diffusione del tema della tutela della nostra lingua.