«Presepio» e «presepe»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Andrea Russo
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«Presepio» e «presepe»

Intervento di Andrea Russo »

A circa una settimana dal Natale, m'è venuto un dubbio circa le forme presèpio e presèpe. Personalmente, ho sempre usato soltanto la forma presepe, così come s'usa dalle mie parti; scopro però con sorpresa che il DOP lo glossa come «lett.» (letterario), e il DISC come «meno freq.».
Al contrario, presepio la percepisco come forma usata da semi-ignoranti, o usata se si vuol suonare "ghiozzi" (come s'è soliti dire in alcune zone della Toscana).

Qualcuno mi sa dire qualcosa di più su questa alternanza?
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Sandro1991
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Intervento di Sandro1991 »

Manzoni scrive presepio. :) Non ne I Promessi Sposi! ma nell'inno sacro Il Natale. Direi quindi che non è un uso popolare, bensí dòtto e letterario.

Pur tuttavia, da quello che so, entrambi i termini sono accettabili. Anch'io, però, ho sempre detto presepe.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ecco i risultati di una ricerca nell’archivio BIZ[a]:

presepe: 27 occorrenze

presepio: 38 occorrenze

È interessante notare come Pirandello e D’Annunzio adoperino entrambe le forme. Propongo due esempi di quest’ultimo.

Ella tese la mano verso di lui a toccargli il capo. ella gli asciugò le lacrime sul volto gonfio. dopo tanto patimento tanta ingiustizia tanta offesa, ella lo riaccolse nella sua purità e nella sua misericordia. in me e per me, senza parlare, riamò colui che sapeva comporre il mio presepe, curare le mie gabbie, parlare ai suoi cani e ai suoi cavalli con il mio stesso modo che li faceva miei. (Pagine del libro segreto)

E vòto fratel fui della bisaccia
grinzuta ch'ebbe la cipolla e il tozzo
in coniugio. E non più rempiuto al pozzo
fui, non udii crosciar la secchia diaccia,
ma dalla mamma copiosa udii
crosciare emunto il latte nel presepio
occluso. Per indùlgere al mio tedio,
nova sorte mi fecero gli iddii.
(Alcyone)

Personalmente, non avverto la letterarietà di presepe, che è la forma che mi viene spontanea.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Io, invece, trovo spontaneo dire presepio, ma non credo, come ha illustrato Marco, che vi siano differenze apprezzabili tra le due forme.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Per il Pianigiani un termine vale l'altro (presepio e presepe).
Anche per il Treccani non v'è differenza alcuna.
Ultima modifica di Fausto Raso in data gio, 15 dic 2011 20:45, modificato 1 volta in totale.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

In portoghese dico presépio (e aperta) e in italiano presepe.
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Brazilian dude ha scritto:In portoghese dico presépio (e aperta) e in italiano presepe.
Se la "e" è aperta l'accento deve essere grave (\): presèpio.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Fausto Raso ha scritto:Se la "e" è aperta l'accento deve essere grave (\): presèpio.
L'ortografia portoghese prevede é per /E/ («e aperta») e ê per /e/ («e chiusa»).
Andrea Russo
Interventi: 763
Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37

Intervento di Andrea Russo »

Grazie a tutti per le risposte! :wink:
Sandro1991 ha scritto: Non ne I Promessi Sposi!

Le segnalo un articolo dell'Accademia della Crusca e la voce nel dizionario Si dice o non si dice?
Non ricordo dove lo dice esplicitamente, ma anche Serianni preferisce la forma "nei Promessi Sposi" (comunque nella sua Grammatica lo cita spesso quindi si trova frequentemente).
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Sandro1991
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Intervento di Sandro1991 »

Andrea Russo ha scritto:Le segnalo un articolo dell'Accademia della Crusca e la voce nel dizionario Si dice o non si dice?
Non ricordo dove lo dice esplicitamente, ma anche Serianni preferisce la forma "nei Promessi Sposi" (comunque nella sua Grammatica lo cita spesso quindi si trova frequentemente).
Ero già al corrente della doppia possibilità di grafia. In tutta onestà ero anche indeciso su come scriverlo, ho poi optato per quella forma solo perché piú formale e precisa (anche se tutti voi sapete che il titolo è I promessi sposi). :wink:

La ringrazio comunque per l'accortezza. :)
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Carnby ha scritto:
Fausto Raso ha scritto:Se la "e" è aperta l'accento deve essere grave (\): presèpio.
L'ortografia portoghese prevede é per /E/ («e aperta») e ê per /e/ («e chiusa»).
Grazie. Non conoscevo questa "regola" portoghese.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Brazilian dude
Moderatore «Dialetti»
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Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03

Intervento di Brazilian dude »

Perché regole fra virgolette come se di regola non si trattasse?

Quando si scrive in portoghese si deve scrivere così perché tramite i diversi accenti grafici segnaliamo la sillaba tonica. Presepio senza accento sarebbe letto presepìo da noi, parola inesistente.
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Brazilian dude ha scritto:Perché regole fra virgolette come se di regola non si trattasse?
Per evidenziare la regola, appunto.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Marco1971
Moderatore
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Intervento di Marco1971 »

Però, caro Fausto, ha ragione Brazilian dude: le virgolette non servono a evidenziare ma a prendere le distanze dal termine impiegato. Per evidenziare (e qui non ce n’era bisogno) si usa il corsivo, o il grassetto o la sottolineatura. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Ne prendo atto, cortese Marco.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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