«Presepio» e «presepe»
Moderatore: Cruscanti
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«Presepio» e «presepe»
A circa una settimana dal Natale, m'è venuto un dubbio circa le forme presèpio e presèpe. Personalmente, ho sempre usato soltanto la forma presepe, così come s'usa dalle mie parti; scopro però con sorpresa che il DOP lo glossa come «lett.» (letterario), e il DISC come «meno freq.».
Al contrario, presepio la percepisco come forma usata da semi-ignoranti, o usata se si vuol suonare "ghiozzi" (come s'è soliti dire in alcune zone della Toscana).
Qualcuno mi sa dire qualcosa di più su questa alternanza?
Al contrario, presepio la percepisco come forma usata da semi-ignoranti, o usata se si vuol suonare "ghiozzi" (come s'è soliti dire in alcune zone della Toscana).
Qualcuno mi sa dire qualcosa di più su questa alternanza?
- Sandro1991
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Ecco i risultati di una ricerca nell’archivio BIZ[a]:
presepe: 27 occorrenze
presepio: 38 occorrenze
È interessante notare come Pirandello e D’Annunzio adoperino entrambe le forme. Propongo due esempi di quest’ultimo.
Ella tese la mano verso di lui a toccargli il capo. ella gli asciugò le lacrime sul volto gonfio. dopo tanto patimento tanta ingiustizia tanta offesa, ella lo riaccolse nella sua purità e nella sua misericordia. in me e per me, senza parlare, riamò colui che sapeva comporre il mio presepe, curare le mie gabbie, parlare ai suoi cani e ai suoi cavalli con il mio stesso modo che li faceva miei. (Pagine del libro segreto)
E vòto fratel fui della bisaccia
grinzuta ch'ebbe la cipolla e il tozzo
in coniugio. E non più rempiuto al pozzo
fui, non udii crosciar la secchia diaccia,
ma dalla mamma copiosa udii
crosciare emunto il latte nel presepio
occluso. Per indùlgere al mio tedio,
nova sorte mi fecero gli iddii. (Alcyone)
Personalmente, non avverto la letterarietà di presepe, che è la forma che mi viene spontanea.
presepe: 27 occorrenze
presepio: 38 occorrenze
È interessante notare come Pirandello e D’Annunzio adoperino entrambe le forme. Propongo due esempi di quest’ultimo.
Ella tese la mano verso di lui a toccargli il capo. ella gli asciugò le lacrime sul volto gonfio. dopo tanto patimento tanta ingiustizia tanta offesa, ella lo riaccolse nella sua purità e nella sua misericordia. in me e per me, senza parlare, riamò colui che sapeva comporre il mio presepe, curare le mie gabbie, parlare ai suoi cani e ai suoi cavalli con il mio stesso modo che li faceva miei. (Pagine del libro segreto)
E vòto fratel fui della bisaccia
grinzuta ch'ebbe la cipolla e il tozzo
in coniugio. E non più rempiuto al pozzo
fui, non udii crosciar la secchia diaccia,
ma dalla mamma copiosa udii
crosciare emunto il latte nel presepio
occluso. Per indùlgere al mio tedio,
nova sorte mi fecero gli iddii. (Alcyone)
Personalmente, non avverto la letterarietà di presepe, che è la forma che mi viene spontanea.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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Per il Pianigiani un termine vale l'altro (presepio e presepe).
Anche per il Treccani non v'è differenza alcuna.
Anche per il Treccani non v'è differenza alcuna.
Ultima modifica di Fausto Raso in data gio, 15 dic 2011 20:45, modificato 1 volta in totale.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Se la "e" è aperta l'accento deve essere grave (\): presèpio.Brazilian dude ha scritto:In portoghese dico presépio (e aperta) e in italiano presepe.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Grazie a tutti per le risposte!
Le segnalo un articolo dell'Accademia della Crusca e la voce nel dizionario Si dice o non si dice?
Non ricordo dove lo dice esplicitamente, ma anche Serianni preferisce la forma "nei Promessi Sposi" (comunque nella sua Grammatica lo cita spesso quindi si trova frequentemente).

Sandro1991 ha scritto: Non ne I Promessi Sposi!
Le segnalo un articolo dell'Accademia della Crusca e la voce nel dizionario Si dice o non si dice?
Non ricordo dove lo dice esplicitamente, ma anche Serianni preferisce la forma "nei Promessi Sposi" (comunque nella sua Grammatica lo cita spesso quindi si trova frequentemente).
- Sandro1991
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Ero già al corrente della doppia possibilità di grafia. In tutta onestà ero anche indeciso su come scriverlo, ho poi optato per quella forma solo perché piú formale e precisa (anche se tutti voi sapete che il titolo è I promessi sposi).Andrea Russo ha scritto:Le segnalo un articolo dell'Accademia della Crusca e la voce nel dizionario Si dice o non si dice?
Non ricordo dove lo dice esplicitamente, ma anche Serianni preferisce la forma "nei Promessi Sposi" (comunque nella sua Grammatica lo cita spesso quindi si trova frequentemente).

La ringrazio comunque per l'accortezza.

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Grazie. Non conoscevo questa "regola" portoghese.Carnby ha scritto:L'ortografia portoghese prevede é per /E/ («e aperta») e ê per /e/ («e chiusa»).Fausto Raso ha scritto:Se la "e" è aperta l'accento deve essere grave (\): presèpio.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Per evidenziare la regola, appunto.Brazilian dude ha scritto:Perché regole fra virgolette come se di regola non si trattasse?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Però, caro Fausto, ha ragione Brazilian dude: le virgolette non servono a evidenziare ma a prendere le distanze dal termine impiegato. Per evidenziare (e qui non ce n’era bisogno) si usa il corsivo, o il grassetto o la sottolineatura. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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