«Terroir»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

studioso
Interventi: 12
Iscritto in data: gio, 18 mag 2006 10:43

«Terroir»

Intervento di studioso »

Termine apparso in Francia già nel XIV secolo, combinato al vino («terroir dei grandi vini», «gusto di terroir»). Indica una estensione di territorio considerata per le sue qualità e attitudini agricole (specie vinicole), ossia nella sua unicità di ecosistema: clima + suolo + pianta, cui la mano dell’uomo dà rilievo. Usatissimo come termine tecnico, si affaccia pericolosamente alla lingua comune italiana senza adattamenti morfologici né traducenti accettati...
Secondo alcuni, infatti, il termine «territorio» sarebbe inadatto a tradurre «terroir»: in quanto il primo ha un’evidente implicazione giuridica o politica che manca affatto nel secondo.
Secondo altri il termine «terreno» sarebbe altrettanto inadatto: in quanto designa una estensione di terra considerata per le opere che vi si fanno o che vi si potrebbero fare, o considerata per ciò che vi si sta svolgendo. Dunque non necessariamente associata ad un uso agricolo.

Voi che ne pensate? Come lo adattereste o tradurreste?

Saluti.
Avatara utente
arianna
Interventi: 234
Iscritto in data: lun, 06 dic 2004 15:08

Intervento di arianna »

Il Garzanti bilingue traduce terroir con terra, terreno.

Il De Mauro nel punto 2 di terreno e nel punto 6b di terra riporta dei significati che si rispecchiano in quello di terroir.

Il Garzanti tra l'altro porta proprio l'esempio del vino
Ultima modifica di arianna in data ven, 19 mag 2006 17:25, modificato 1 volta in totale.
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________

Arianna
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Arianna mi ha preceduto. Ma copincollo lo stesso. ;)

Il dizionario francese Garzanti dà valide soluzioni:
terroir 1 (agr.) terra (f.), terreno: un — fertile, una terra fertile // vin qui a un goût de — (o qui sent le —), vino dal gusto genuino
2 terra (f.), paese d'origine: accent du —, accento del luogo d'origine; mots du —, linguaggio tipico di una comunità rurale // il sent son —, ha le caratteristiche della sua terra; (estens.) si vede che viene dalla campagna // la cuisine du —, la cucina regionale, locale; les produits du —, i prodotti locali.
Per l’accezione 2, terra sembra appropriato. Dal Battaglia:
Tèrra 6. [...] – Luogo di origine, di provenienza; patria (per lo piú nelle espressioni terra natia, natale, patria o in unione con un agg. possessivo).
L’adattamento in questo caso produrrebbe un poco felice terruà; e una neoformazione come terrorio sarebbe altrettanto infelice... Al limite terrario, che mi par piú convincente. :) (Ma scopro ora che esiste già e ha tutt’altro significato.)
Avatara utente
Incarcato
Interventi: 900
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 12:29

Intervento di Incarcato »

Chissà che qualche esperto di viticoltura non ci dica che abbiamo un termine preciso anche noi... dopotutto i vini italiani fanno il paio con i francesi.
studioso
Interventi: 12
Iscritto in data: gio, 18 mag 2006 10:43

Intervento di studioso »

Il nostro termine esatto è proprio «terroir» che va ormai diffondendosi in giornali non solo dell’ambito vinicolo o agricolo, come del resto accade in Inghilterra e in Spagna.

«Terra» sembra più generico. Il “terroir” è una parte, una piccola parte di quella terra. Si parla di «terroir» per porre in rilievo che, d’una terra col suo mesoclima e coi suoi vigneti, talora solo un ettaro può offrire un vino unico. Talora questo ettaro è accosto ad altri che però non arrivano ai medesimi prodotti d’alta qualità. «Terroir» indica il luogo d’origine ma anche e specie le caratteristiche ineguagliate di questo luogo d’origine: il suolo nelle sue particolarità (composizione, drenaggio, ritenzione del calore, etc.) , l’esposizione del vigneto e la sua pendenza, il microclima del vigneto (possibile vicinanza a fiumi, laghi, foreste, mari), il vitigno e il portinnesto che meglio si sono acclimati. E infine l’uomo che è stato capace di scoprire e dar rilievo a tutte queste caratteristiche (attraverso l’esperienza e la tradizione), le quali si rispecchiano nelle peculiarità del vino che proviene da tale «terroir».

Dunque né terra né territorio sembrano adatti.

Piuttosto quel «terruà» suggerito da Marco, nonostante infelice, pare almeno efficace. Tralasciando gli adattamenti, qualcuno può suggerire altri traducenti? Anche metaforici s’intende...

Grazie.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Che dice di umo, caro Studioso (se non erro c’incontrammo al tempo della prima versione del forum della Crusca, e mi fa piacere ritrovarla qui :D), ossia humus? Devo pensarci ancora...
Avatara utente
Incarcato
Interventi: 900
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 12:29

Intervento di Incarcato »

Umo non è male.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Un esempio di Alvaro:
L’umo che vi si è formato [nel palazzo abbandonato] ha le sue piante e i suoi fiori in una luce da catacomba.
studioso
Interventi: 12
Iscritto in data: gio, 18 mag 2006 10:43

Intervento di studioso »

Non erra caro Marco, c’incontrammo nelle prime Stanze della Crusca. La ringrazio per l’accoglienza.
«Umo» pare cadere troppo nel particolare. Non abbraccia tutti gli elementi enumerati nel mio precedente messaggio né allude ad essi; designa nettamente il terreno e i componenti del terreno stesso. Sa di terra, insomma, ma non di terra al figurato bensì di sostanze che rendono la terra fertile. Tranne che non si voglia usare «umo» in senso figurato. Allora sarebbe preferibile un termine meno particolare per indicare un insieme generale di fattori.

Penso che il termine «terroir» sia invalso proprio perché allude ad alcune delle accezioni sia di «territorio», sia di «terreno», sia di «luogo d’origine» (cfr. dizionario di Robert, Littré) e al contempo le trascende tutte.
Il «goût de terroir» non indica affatto un vino dal «gusto genuino» (come riporta il dizionario francese Garzanti) bensì un vino unico e inconfondibile, che spicca per le qualità che gli derivano dal suo «terroir». Questo significato è attestato in Francia già dal XVI secolo. Nel 1694 il Dizionario dell’Accademia francese riporta: «... si dice che il vino ha un gusto di terroir, per dire che ha un certo odore, un certo gusto che deriva dalla qualità del terroir...»
Le traduzioni del termine nelle altre lingue variano appunto dall’accezione di «suolo» a quella di «luogo d’origine». In tedesco si trovano: «Erdboden, Boden, Ackerland» e sempre più spesso solo «Boden». In Inglese abbiamo «soil» ma ormai da molti anni si usa proprio «terroir». In spagnolo si trovano: “tierra, terreno, terrũno, comarca”.

Grazie ancora per l’aiuto.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

In effetti, terroir è intraducibile. In questi casi si dovrebbe semplicemente adattare. A distanza d’un giorno, terruà mi fa già un effetto meno strano... ;)
marcri
Interventi: 39
Iscritto in data: ven, 05 nov 2004 22:06

Intervento di marcri »

Al corso per sommelier (prevedo anatemi!) che sto frequentando si definisce ambiente pedoclimatico (uno dei due fattori esterni che determinano la qualità della vigna, l'altro è la tecnica colturale) l'insieme delle caratterestiche di zona, clima e terreno.

Non ho mai sentito dire terroir da nessun docente. Per fortuna, ché al mio orecchio è davvero brutto!
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ripensandoci, visto che -oir in francese è la continuazione dell’-orium latino corrispondente all’-orio italiano, mi sembra che la forma acconcia sia terrorio (ritratto quindi la mia affermazione del 4 novembre 2004).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
Interventi: 444
Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Il vin du terroir sarebbe in fondo il vino del posto; la gens du terroir i locali, gli indigeni. C'è proprio bisogno di vocaboli nuovi? O non si può cercar di tradurre con le espressioni di volta in volta più adatte?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Vino del posto non rende bene vin de terroir, che è precisamente (cito dal TLFi):
Vin de terroir. Vin dont le goût particulier tient à la nature du sol. Nous ferons notre dîner de ces fruits des Hespérides, avec un vin de terroir qui magnifie le goût des pêches (T'SERSTEVENS, Itinér. esp., 1963, p. 245).
«Vino il cui gusto particolare dipende dalla natura del suolo.» Terroir reca in sé un profumo di tradizioni, di cultura (sempre dal TLFi):
Terroir B. – Région, province, pays considéré(ée) dans ses particularités rurales, ses traditions, sa culture, ses productions et du point de vue du caractère des personnes qui y vivent ou en sont originaires. Terroir breton, charentais, lorrain, gaulois; avoir l’amour du terroir; être enraciné dans le terroir; la France, terroir fertile en talents; goût, saveur, odeur, parfum, senteur de terroir; esprit de terroir; avoir l’accent du terroir; chants, contes, coutumes, dictons, légendes, proverbes du terroir; artiste, peintre, poète de/du terroir.
«Regione, provincia, paese considerata/o nelle sue particolarità rurali, le sue tradizioni, la sua cultura, le sue produzioni, e dal punto di vista del carattere delle persone che ci vivono o ne sono originarie.»

Non essendoci in italiano parola equivalente, credo proprio che terrorio sarebbe adatto a colmare questa lacuna lessicale. Infatti Terrorio sta a territorio come terroir a territoire (voce da cui deriva). :)

Basta farci l’orecchio. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1340
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Per vin du terroir non si potrebbe usare vino nostrale?
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Majestic-12 [Bot] e 0 ospiti