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				«Terroir»
				Inviato: ven, 19 mag 2006 12:27
				di studioso
				Termine apparso in Francia già nel XIV secolo, combinato al vino («terroir dei grandi vini», «gusto di terroir»). Indica una estensione di territorio considerata per le sue qualità e attitudini agricole (specie vinicole), ossia nella sua unicità di ecosistema: clima + suolo + pianta, cui la mano dell’uomo dà rilievo. Usatissimo come termine tecnico, si affaccia pericolosamente alla lingua comune italiana senza adattamenti morfologici né traducenti accettati...
Secondo alcuni, infatti, il termine «territorio» sarebbe inadatto a tradurre «terroir»: in quanto il primo ha un’evidente implicazione giuridica o politica che manca affatto nel secondo. 
Secondo altri il termine «terreno» sarebbe altrettanto inadatto: in quanto designa una estensione di terra considerata per le opere che vi si fanno o che vi si potrebbero fare, o considerata per ciò che vi si sta svolgendo. Dunque non necessariamente associata ad un uso agricolo.
Voi che ne pensate? Come lo adattereste o tradurreste?
Saluti.
			 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 17:06
				di arianna
				Il Garzanti bilingue traduce 
terroir  con terra, terreno.
Il De Mauro nel punto 2 di 
terreno e nel punto 6b di 
terra riporta dei significati che si rispecchiano in quello di 
terroir.
Il Garzanti tra l'altro porta proprio l'esempio del 
vino 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 17:18
				di Marco1971
				Arianna mi ha preceduto. Ma copincollo lo stesso. 
 
Il dizionario francese Garzanti dà valide soluzioni:
 terroir 1 (agr.) terra (f.), terreno: un — fertile, una terra fertile // vin qui a un goût de — (o qui sent le —), vino dal gusto genuino 
2 terra (f.), paese d'origine: accent du —, accento del luogo d'origine; mots du —, linguaggio tipico di una comunità rurale // il sent son —, ha le caratteristiche della sua terra; (estens.) si vede che viene dalla campagna // la cuisine du —, la cucina regionale, locale; les produits du —, i prodotti locali.
Per l’accezione 2, 
terra sembra appropriato. Dal Battaglia:
Tèrra 6. [...] – Luogo di origine, di provenienza; patria (per lo piú nelle espressioni terra natia, natale, patria o in unione con un agg. possessivo).
L’adattamento in questo caso produrrebbe un poco felice 
terruà; e una neoformazione come 
terrorio sarebbe altrettanto infelice... Al limite 
terrario, che mi par piú convincente. 

 (Ma scopro ora che esiste già e ha tutt’altro significato.)
 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 19:32
				di Incarcato
				Chissà che qualche esperto di viticoltura non ci dica che abbiamo un termine   preciso anche noi... dopotutto i vini italiani fanno il paio con i francesi.
			 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 22:00
				di studioso
				Il nostro termine esatto è proprio «terroir» che va ormai diffondendosi in giornali non solo dell’ambito vinicolo o agricolo, come del resto accade in Inghilterra e in Spagna.
«Terra» sembra più generico. Il “terroir” è una parte, una piccola parte di quella terra. Si parla di «terroir» per porre in rilievo che, d’una terra col suo mesoclima e coi suoi vigneti, talora solo un ettaro può offrire un vino unico. Talora questo ettaro è accosto ad altri che però non arrivano ai medesimi prodotti d’alta qualità. «Terroir» indica il luogo d’origine ma anche e specie le caratteristiche ineguagliate di questo luogo d’origine: il suolo nelle sue particolarità (composizione, drenaggio, ritenzione del  calore, etc.) , l’esposizione del vigneto e la sua pendenza, il microclima del vigneto (possibile vicinanza a fiumi, laghi, foreste, mari), il vitigno e il portinnesto che meglio si sono acclimati. E infine l’uomo che è stato capace di scoprire e dar rilievo a tutte queste caratteristiche (attraverso l’esperienza e la tradizione), le quali si rispecchiano nelle peculiarità del vino che proviene da tale «terroir».
Dunque né terra né territorio sembrano adatti.
Piuttosto quel «terruà» suggerito da Marco, nonostante infelice, pare almeno efficace. Tralasciando gli adattamenti, qualcuno può suggerire altri traducenti? Anche metaforici s’intende...
Grazie.
			 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 22:11
				di Marco1971
				Che dice di 
umo, caro Studioso (se non erro c’incontrammo al tempo della prima versione del forum della Crusca, e mi fa piacere ritrovarla qui 

), ossia 
humus? Devo pensarci ancora...
 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 22:13
				di Incarcato
				Umo non è male.
			 
			
					
				
				Inviato: ven, 19 mag 2006 22:19
				di Marco1971
				Un esempio di Alvaro:
 L’umo che vi si è formato [nel palazzo abbandonato] ha le sue piante e i suoi fiori in una luce da catacomba.
 
			
					
				
				Inviato: sab, 20 mag 2006 14:27
				di studioso
				Non erra caro Marco, c’incontrammo nelle prime Stanze della Crusca. La ringrazio per l’accoglienza.
«Umo» pare cadere troppo nel particolare. Non abbraccia tutti gli elementi enumerati nel mio precedente messaggio né allude ad essi; designa nettamente il terreno e i componenti del terreno stesso. Sa di terra, insomma, ma non di terra al figurato bensì di sostanze che rendono la terra fertile. Tranne che non si voglia usare «umo» in senso figurato. Allora sarebbe preferibile un termine meno particolare per indicare un insieme generale di fattori. 
Penso che il termine «terroir» sia invalso proprio perché allude ad alcune delle accezioni sia di «territorio», sia di «terreno», sia di «luogo d’origine» (cfr. dizionario di Robert, Littré) e al contempo le trascende tutte.
Il «goût de terroir» non indica affatto un vino dal «gusto genuino» (come riporta il dizionario francese Garzanti) bensì un vino unico e inconfondibile, che spicca per le qualità che gli derivano dal suo «terroir». Questo significato è attestato in Francia già dal XVI secolo. Nel 1694 il Dizionario dell’Accademia francese riporta: «... si dice che il vino ha un gusto di terroir, per dire che ha un certo odore, un certo gusto che deriva dalla qualità del terroir...»
Le traduzioni del termine nelle altre lingue variano appunto dall’accezione di «suolo» a quella di «luogo d’origine». In tedesco si trovano: «Erdboden, Boden, Ackerland» e sempre più spesso solo «Boden». In Inglese abbiamo «soil» ma ormai da molti anni si usa proprio «terroir». In spagnolo si trovano: “tierra, terreno, terrũno, comarca”. 
Grazie ancora per l’aiuto.
			 
			
					
				
				Inviato: sab, 20 mag 2006 15:13
				di Marco1971
				In effetti, 
terroir è intraducibile. In questi casi si dovrebbe semplicemente adattare. A distanza d’un giorno, 
terruà mi fa già un effetto meno strano... 

 
			
					
				
				Inviato: mar, 23 mag 2006 21:18
				di marcri
				Al corso per sommelier (prevedo anatemi!) che sto frequentando si definisce ambiente pedoclimatico (uno dei due fattori esterni che determinano la qualità della vigna, l'altro è la tecnica colturale) l'insieme delle caratterestiche di zona, clima e terreno.
Non ho mai sentito dire terroir da nessun docente. Per fortuna, ché al mio orecchio è davvero brutto!
			 
			
					
				
				Inviato: sab, 23 giu 2007 23:23
				di Marco1971
				Ripensandoci, visto che -oir in francese è la continuazione dell’-orium latino corrispondente all’-orio italiano, mi sembra che la forma acconcia sia terrorio (ritratto quindi la mia affermazione del 4 novembre 2004).
			 
			
					
				
				Inviato: dom, 24 giu 2007 11:59
				di CarloB
				Il vin du terroir sarebbe in fondo il vino del posto; la gens du terroir i locali, gli indigeni. C'è proprio bisogno di vocaboli nuovi? O non si può cercar di tradurre con le espressioni di volta in volta più adatte?
			 
			
					
				
				Inviato: dom, 24 giu 2007 16:00
				di Marco1971
				Vino del posto non rende bene 
vin de terroir, che è precisamente (cito dal TLFi):
Vin de terroir. Vin dont le goût particulier tient à la nature du sol. Nous ferons notre dîner de ces fruits des Hespérides, avec un vin de terroir qui magnifie le goût des pêches (T'SERSTEVENS, Itinér. esp., 1963, p. 245).
«Vino il cui gusto particolare dipende dalla natura del suolo.» 
Terroir reca in sé un profumo di tradizioni, di cultura (sempre dal TLFi):
Terroir B. – Région, province, pays considéré(ée) dans ses particularités rurales, ses traditions, sa culture, ses productions et du point de vue du caractère des personnes qui y vivent ou en sont originaires. Terroir breton, charentais, lorrain, gaulois; avoir l’amour du terroir; être enraciné dans le terroir; la France, terroir fertile en talents; goût, saveur, odeur, parfum, senteur de terroir; esprit de terroir; avoir l’accent du terroir; chants, contes, coutumes, dictons, légendes, proverbes du terroir; artiste, peintre, poète de/du terroir.
«Regione, provincia, paese considerata/o nelle sue particolarità rurali, le sue tradizioni, la sua cultura, le sue produzioni, e dal punto di vista del carattere delle persone che ci vivono o ne sono originarie.»
Non essendoci in italiano parola equivalente, credo proprio che 
terrorio sarebbe adatto a colmare questa lacuna lessicale. Infatti 
Terrorio sta a 
territorio come 
terroir a 
territoire (voce da cui deriva). 
 
Basta farci l’orecchio. 

 
			 
			
					
				
				Inviato: dom, 24 giu 2007 18:58
				di u merlu rucà
				Per vin du terroir non si potrebbe usare vino nostrale?