Freccia rossa o... Red Arrow?
Inviato: mer, 11 gen 2012 22:23
Non è certo la prima volta che le Ferrovie dello Stato si rendono protagoniste di pacchiane proposte di anglicizzazione, nel vano tentativo di coprire le carenze effettive del servizio con una patina di termini stranieri (perciò, secondo il tradizionale complesso di inferiorità, di qualità superiore). Vedi anche intercity in Morbus anglicus di Catellani, 1987.
Il nuovo freccia rossa, secondo una classica strategia di discriminazione di prezzo, ha suddiviso le fasce del servizio in quattro livelli, o classi, tutte dai nomi -ahinoi- rigorosamente inglesi: dal mirabolante executive al ruggente business, proseguendo con un ammiccante premium e terminando con un neutro standard (benché quest'ultimo termine, ormai acclimatato, sia a mio parere quello meno additabile). Suppongo che per lorsignori l'uso di termini italiani su treni delle ferrovie statali risultasse scandaloso o quantomeno ridicolo perché, si sa, i treni li usano anche turisti e uomini d'affari stranieri...non vorremo mica metterli a disagio con imbarazzanti termini italiani? Al di là della mia provocazione, volutamente esagerata poiché, spesso, gli stranieri sono quelli che più si stupiscono della nostra eccessiva esterofilia (e non tutti parlano inglese, ma anche spagnolo, francese...), rimane una certa amarezza...
Il nuovo freccia rossa, secondo una classica strategia di discriminazione di prezzo, ha suddiviso le fasce del servizio in quattro livelli, o classi, tutte dai nomi -ahinoi- rigorosamente inglesi: dal mirabolante executive al ruggente business, proseguendo con un ammiccante premium e terminando con un neutro standard (benché quest'ultimo termine, ormai acclimatato, sia a mio parere quello meno additabile). Suppongo che per lorsignori l'uso di termini italiani su treni delle ferrovie statali risultasse scandaloso o quantomeno ridicolo perché, si sa, i treni li usano anche turisti e uomini d'affari stranieri...non vorremo mica metterli a disagio con imbarazzanti termini italiani? Al di là della mia provocazione, volutamente esagerata poiché, spesso, gli stranieri sono quelli che più si stupiscono della nostra eccessiva esterofilia (e non tutti parlano inglese, ma anche spagnolo, francese...), rimane una certa amarezza...
