«Qualunque» + nome plurale
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«Qualunque» + nome plurale
Ho sentito iersera per radio una pubblicità che diceva: «Qualunque siano i tuoi sogni…». Ora, qualunque in funzione d’aggettivo indefinito relativo richiede un nome singolare, a quanto mi risulta. Eppure il costrutto sembra essere piuttosto diffuso, stando a Google Libri.
La buon’anima di De Rienzo l’assolve; il nostro Fausto Raso lo condanna. Non ho sotto mano le mie grammatiche, perciò non posso verificare. Del resto, da una ricerca interna, ho visto che lo stesso Marco scrisse «qualunque siano…». Si può dunque adoperare senza timore? Ci sono esempi illustri?
La buon’anima di De Rienzo l’assolve; il nostro Fausto Raso lo condanna. Non ho sotto mano le mie grammatiche, perciò non posso verificare. Del resto, da una ricerca interna, ho visto che lo stesso Marco scrisse «qualunque siano…». Si può dunque adoperare senza timore? Ci sono esempi illustri?
Qualunque regge anche il plurale (anche come aggettivo: cittadini, libri qualunque). Ecco i bramati illustri esempi. 
Pur io stimo che molto meglio l’amore che la morte agguagli tutte le disaguaglianze, né so bene s’egli usi le proporzioni geometriche o l’aritmetiche più tosto; ma qualunque siano le sue misure o le dismisure, desidero che mi si conceda potersi non sol cortesemente ma giustamente servire un amico. (Tasso, Il Beltramo overo de la cortesia)
Ma, gli onori tutti (qualunque siano) sempre per loro natura diversi in codesti diversi governi, sono pur anche, come ognun vede, per un diverso fine ricercati. (Alfieri, Della tirannide)
...quel dono che, nell’ingiustizia degli uomini, fa veder la giustizia di Dio, e nelle pene, qualunque siano, la caparra, non solo del perdono, ma del premio. (Manzoni, Storia della colonna infame)

Pur io stimo che molto meglio l’amore che la morte agguagli tutte le disaguaglianze, né so bene s’egli usi le proporzioni geometriche o l’aritmetiche più tosto; ma qualunque siano le sue misure o le dismisure, desidero che mi si conceda potersi non sol cortesemente ma giustamente servire un amico. (Tasso, Il Beltramo overo de la cortesia)
Ma, gli onori tutti (qualunque siano) sempre per loro natura diversi in codesti diversi governi, sono pur anche, come ognun vede, per un diverso fine ricercati. (Alfieri, Della tirannide)
...quel dono che, nell’ingiustizia degli uomini, fa veder la giustizia di Dio, e nelle pene, qualunque siano, la caparra, non solo del perdono, ma del premio. (Manzoni, Storia della colonna infame)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Scrive però Luca Serianni in Grammatica italiana, VII.168, a proposito di quali che siano e costrutti analoghi:Marco1971 ha scritto:Qualunque regge anche il plurale (anche come aggettivo: cittadini, libri qualunque).
Il punto di VII.181 pertinente a quanto sopra è:[...] indefiniti collettivi di larghissimo uso (in particolare quali che siano, che supplisce il plurale di qualunque, possibile solo dopo il sostantivo e con sfumatura negativa, cfr. VII.181).
Sempre invariabili, qualunque, qualsiasi e qualsivoglia possono accompagnarsi a un sostantivo plurale, purché lo seguano: "non voglio delle camicie qualunque".
Questa costruzione col plurale è tutt’altro che rara: 670 esempi nel Corriere della Sera, 487 in Repubblica e 428 nella Stampa. Il valore spregiativo si ha solo quand’è aggettivo posposto al nome (in antico anche preposto).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Posso aggiungere ancora quel che si trova nella GGIC (vol. II, XIII.2.4.3.2.2., p. 802, sott. mia):
Qualunque è usato sia predicativamente che [:evil:] attributivamente (in quest’ultimo caso prevalentemente con referenti [:evil:] singolari). [...]
(78 a) Qualunque sia il motivo che lo ha spinto tra di noi, non voglio fidarmi di un forestiero.
(78 b) «Le Materassi ... presero a rimanere con la testa china sul lavoro ... qualunque fossero le escandescenze e le risate squillanti delle dame» (A. Palazzeschi, Le sorelle Materassi, Firenze, Vallecchi, 1934, p. 272)
(79 a) A qualunque festa si vada, è bene essere eleganti.
(79 b) *A qualunque feste si vada, è bene essere eleganti.
Qualunque è usato sia predicativamente che [:evil:] attributivamente (in quest’ultimo caso prevalentemente con referenti [:evil:] singolari). [...]
(78 a) Qualunque sia il motivo che lo ha spinto tra di noi, non voglio fidarmi di un forestiero.
(78 b) «Le Materassi ... presero a rimanere con la testa china sul lavoro ... qualunque fossero le escandescenze e le risate squillanti delle dame» (A. Palazzeschi, Le sorelle Materassi, Firenze, Vallecchi, 1934, p. 272)
(79 a) A qualunque festa si vada, è bene essere eleganti.
(79 b) *A qualunque feste si vada, è bene essere eleganti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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