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«Peritarsi»

Inviato: gio, 23 feb 2012 16:28
di Ferdinand Bardamu
Il verbo peritarsi, in sé, non merita grande attenzione. Proprio di un registro elevato – il Treccani in linea («peritarsi») lo marca come letterario –, è usato prevalentemente in frasi negative, col significato di «non esitare a fare qualcosa».

Sennonché ultimamente ho notato un uso, a mio parere, improprio e non vorrei prendesse piede. Cito da un articolo del Corriere della Sera (sottolineatura mia):

«Vendite fantastiche, strabilianti, il disco è al primo posto a un giorno dalla sua uscita»: gli uffici stampa son soliti urlare, così ai quattro venti, i numeri dell'album appena uscito del loro artista X. Nessuno che si periti di andare a controllare, mentre il suddetto artista è costretto a confermare i roboanti annunci dei suoi addetti.

Messa cosí, la frase sembra suggerire che sarebbe il caso che qualcuno esitasse a controllare ecc., mentre il contesto porta a interpretare quel «si periti di» come «si prenda la briga di».

È legittimo quest’uso secondo voi?

Inviato: gio, 23 feb 2012 17:42
di Fausto Raso
E con roboanti, cortese Bardamu, come la mettiamo? Gliela lasciamo passare liscia?

Inviato: gio, 23 feb 2012 17:58
di Ferdinand Bardamu
Beh, quello per me è un peccato sí, ma veniale (lo pensa anche la Crusca), anche se dubito che la scelta di roboante per reboante sia stata ponderata.

Trovo però piú grave un errore sul piano semantico, che mostra scarsa dimestichezza con la lingua, con le sue sfumature e… col vocabolario.

Inviato: gio, 23 feb 2012 18:37
di Sandro1991
In quanto al sostantivo peritanza, invece, penso sia elegante e, s’è usato ammodo, di grand’effetto anche in prosa.

A ogni modo, quale reggenza preferire in questo caso: non mi perito a/di contraddirlo. La scelta segue una data regola?

Inviato: gio, 23 feb 2012 18:49
di Fausto Raso
Sandro1991 ha scritto:A ogni modo, quale reggenza preferire in questo caso: non mi perito a/di contraddirlo. La scelta segue una data regola?
Non credo ci sia una regola, mi sembra prevalga, però, la preposizione DI.

Inviato: gio, 23 feb 2012 19:01
di Marco1971
Sono ben documentate tutt’e due le costruzioni, ma mi sembra piú comune con la preposizione di. Quando non c’è vera e propria sfumatura semantica nella scelta del costrutto, la doppia possibilità consente di scegliere la preposizione che suona meglio nel contesto: per esempio, se già ci sono molti di nella frase, si può optare per a (e viceversa). :)

P.S. Fausto Raso mi ha preceduto. :D

Inviato: gio, 23 feb 2012 19:10
di Sandro1991
Un po’ alla stregua di s’ha a/da fare. Capito, grazie a entrambi. :)

Inviato: ven, 24 feb 2012 11:49
di Andrea Russo
Sandro1991 ha scritto:In quanto al sostantivo peritanza, invece, penso sia elegante e, s’è usato ammodo, di grand’effetto anche in prosa.
Scusate se vado fuori tema, ma quel s'è sarebbe un se è giusto? Tralasciando il fatto che il DOP considera l'elisione di se congiunzione come letteraria, non sarebbe da evitare anche per evitare ambiguità con si è (impersonale)?

Inviato: ven, 24 feb 2012 12:02
di Marco1971
Sí. :) Qui si poteva anche tralasciare il verbo, scrivendo ...e, se usato ammodo...

Inviato: ven, 24 feb 2012 12:13
di Sandro1991
Ripensandoci sono decisamente d’accordo anch’io, non ho mai eliso se, e peraltro si è lo elido spesso in s’è. Ho sbagliato evidentemente. :)

Inviato: ven, 24 feb 2012 12:44
di Andrea Russo
Grazie per le risposte! :wink:

Inviato: gio, 13 dic 2018 17:12
di Ferdinand Bardamu
Che questo verbo sia usato spesso a sproposito, anche da chi si vanta di parlar bene e ostenta un italiano forbito, è fuori di dubbio, credo. Alle difficoltà semantiche si aggiungono gli errori di pronuncia: l’accostamento con il sostantivo e aggettivo perito ha generato l’erronea pronuncia piana del congiuntivo e dell’indicativo presenti.

Un esempio notevole del doppio malinteso semantico e ortoepico si può sentire qui.

Inviato: ven, 11 gen 2019 6:23
di Teo
Ferdinand Bardamu ha scritto:Un esempio notevole del doppio malinteso semantico e ortoepico si può sentire qui.
L'arrogantissimo Diego Fusaro, a cui feci presente invano la cosa, anche perché aveva provveduto a "bloccarmi" dalla sua pagina fb. Il quale Fusaro pensa di parlare un italiano forbito solo perché predilige la grafia "Aristotile" o premette l'articolo al cognome di un filosofo tedesco: "lo Hegel", come faceva a suo tempo Benedetto Croce.