Rotacizzazione della dentale intervocalica al Nord
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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Rotacizzazione della dentale intervocalica al Nord
Ho riletto stamane l'incipit di La vita agra di Luciano Bianciardi. Ve ne riporto una parte (grassetto mio):
Tutto sommato io darei ragione all'Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie a cielo non è più un mistero per nessuno.
Bianciardi ricostruisce qui l'origine dell'odonimo Brera, un quartiere di Milano. Ora, il Rohlfs [Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, § 201] analizza cosí l'esito di [-t-] nell'Italia settentrionale:
Nell'Italia settentrionale t in posizione intervocalica è diventata sonora nell'intero territorio dal Piemonte al Friuli. […] Per l'Italia settentrionale vale quindi quello stesso sviluppo che si manifesta nell'antico francese: per esempio SPATHA › espede › espedhe [-dh- vale ð, nota mia] › espee.
Quindi, l'occlusiva dentale sorda intervocalica al Nord subisce una progressiva lenizione fino alla completa scomparsa, non la rotacizzazione. La quale è invece l'esito della dentale sonora intervocalica [-d-] in alcune zone dell'Italia del Sud: Campania; Sicilia settentrionale, occidentale, sud-orientale; alcuni punti della Calabria settentrionale e della Lucania [cfr. ibidem, § 216]. L'occlusiva dentale sorda tra vocali nell'Italia meridionale si conserva [cfr. ibidem, § 204].
Stanti queste premesse – e prendendo per buone le parole di Bianciardi sull'etimo di Brera – come si può giustificare l'esito [-r-] di [-t-], normalmente impossibile sia al Nord sia al Sud?
Tutto sommato io darei ragione all'Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie a cielo non è più un mistero per nessuno.
Bianciardi ricostruisce qui l'origine dell'odonimo Brera, un quartiere di Milano. Ora, il Rohlfs [Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, § 201] analizza cosí l'esito di [-t-] nell'Italia settentrionale:
Nell'Italia settentrionale t in posizione intervocalica è diventata sonora nell'intero territorio dal Piemonte al Friuli. […] Per l'Italia settentrionale vale quindi quello stesso sviluppo che si manifesta nell'antico francese: per esempio SPATHA › espede › espedhe [-dh- vale ð, nota mia] › espee.
Quindi, l'occlusiva dentale sorda intervocalica al Nord subisce una progressiva lenizione fino alla completa scomparsa, non la rotacizzazione. La quale è invece l'esito della dentale sonora intervocalica [-d-] in alcune zone dell'Italia del Sud: Campania; Sicilia settentrionale, occidentale, sud-orientale; alcuni punti della Calabria settentrionale e della Lucania [cfr. ibidem, § 216]. L'occlusiva dentale sorda tra vocali nell'Italia meridionale si conserva [cfr. ibidem, § 204].
Stanti queste premesse – e prendendo per buone le parole di Bianciardi sull'etimo di Brera – come si può giustificare l'esito [-r-] di [-t-], normalmente impossibile sia al Nord sia al Sud?
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data lun, 12 mar 2012 13:18, modificato 1 volta in totale.
Un paio di questioni:
- -dh- dovrebbe valere [ð], no?
- /-t-/ > /-d-/ è possibile in Italia settentrionale (e parzialmente in Toscana) se il prestito germanico è molto antico (precedente alla sonorizzazione delle occlusive intervocaliche); per quanto riguarda /-d-/ > /-r-/ in area romanza occidentale, penso allo sp. lámpara; inoltre in area italoromanza sono presenti scambi tra /-d-/ e /-r-/ come armadio, da un precedente armario.
- Ferdinand Bardamu
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Solita svista mia.Carnby ha scritto:Un paio di questioni:
- -dh- dovrebbe valere [ð], no?

Nel mio dialetto, armadio si dice armàro, il che conferma la sua considerazione.Carnby ha scritto:[*] /-t-/ > /-d-/ è possibile in Italia settentrionale (e parzialmente in Toscana) se il prestito germanico è molto antico (precedente alla sonorizzazione delle occlusive intervocaliche); per quanto riguarda /-d-/ > /-r-/ in area romanza occidentale, penso allo sp. lámpara; inoltre in area italoromanza sono presenti scambi tra /-d-/ e /-r-/ come armadio, da un precedente armario.
[/list]
In ogni caso, si tratta di un fenomeno quasi eccezionale oppure è un esito prevedibile in base a condizionamenti di contesto (o per altre ragioni)?
- u merlu rucà
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Direi che si tratta di un fenomeno eccezionale e spesso legato a influssi di altri termini:
armàdio s. m. [dal lat. armarium «ripostiglio per le armi», der. di arma «armi»; la -d- per dissimilazione, con prob. influenza di madia1]
Treccani in linea.
Tra parentesi l'esito toscano/italiano genuino di -arium è -aio. Nei dialetti liguri armadio presenta le forme armariu/armaiu, anch'esse foneticamente non regolari in quanto nel ligure da -arium > -à.
armàdio s. m. [dal lat. armarium «ripostiglio per le armi», der. di arma «armi»; la -d- per dissimilazione, con prob. influenza di madia1]
Treccani in linea.
Tra parentesi l'esito toscano/italiano genuino di -arium è -aio. Nei dialetti liguri armadio presenta le forme armariu/armaiu, anch'esse foneticamente non regolari in quanto nel ligure da -arium > -à.
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