Frase per lettera

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

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filyterzo
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Iscritto in data: mar, 15 mag 2012 19:52

Frase per lettera

Intervento di filyterzo »

Salve.
Volevo porVi una interrogazione in merito ad una frase da inseire in una lettera raccomandata.
Detta frase è:
"Il sottoscritto produrrà il cartamento della pratica al proprio legale, che sin d'ora si indica nella persona dell'avv. Pinco Pallo".
Secondo voi è corretta?
Se non lo è, qual è un'altra forma che potrebbe essere adeguata?
Grazie, a risentirci.
Avatara utente
Sandro1991
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Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07

Intervento di Sandro1991 »

Salve, e benvenuto. :)

Io non sono la persona adatta per risponderle; ma d’una cosa son certo: il burocratese non ha limiti al peggio, si può sempre far di meglio... :wink:

Per quanto mi riguarda fuggo come la peste questa lingua secca e legnosa; scusi lo sfogo, ma, è proprio neccessario cotanto barocchismo?... Non è una domanda volta direttamente a lei −beninteso−, e men che mai si deve sentire attaccato. A ogni modo, qualcuno saprà risponderle. :)
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Benvenuto. :)

La frase proposta è senz'altro corretta, tranne che per cartamento – che non esiste o, meglio, non è riportato in nessun dizionario in mio possesso (possibile regionalismo?) – al posto di incartamento.

Quanto all'antilingua, l'opinione e il gusto di Sandro (e di Calvino) sono anche i miei, però, al momento, per quanto ne so, non c'è niente di simile alla campagna per la semplificazione dell'inglese burocratico avviata nel Regno Unito.

Certo è che la frase suddetta suonerebbe piú snella se fosse scritta cosí: «Io Nome Cognome consegnerò la pratica al mio avvocato Nome Cognome».
filyterzo
Interventi: 13
Iscritto in data: mar, 15 mag 2012 19:52

Intervento di filyterzo »

Ci avrei giurato sulla parola "cartamento", utilizzatissima in termini legali.
Grazie delle risposte.
domna charola
Interventi: 1782
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Da noi in Regione si fanno appositi corsi di aggiornamento sullo "scrivere semplice" negli atti burocratici. Abbiamo anche apposite check-list (sic!) da utilizzare allo scopo...

Però devo dire che il risultato mi perplime. Concordo che certi lunghi giri di frase servano solo a confondere, però la precisione dei termini secondo me va mantenuta. Nel caso di leggi e burocrazie infatti ogni termine deve essere il più possibile chiaro e inequivocabile, una parola per ogni oggetto, insomma...
ad esempio, "obliterare" è diverso da "timbrare" il biglietto, ma anche da "convalidare" oppure "annullare", e attaccandomi a queste differenze, potrei lungamente discutere con il controllore che vorrebbe multarmi.

Nel caso in questione, non è la "pratica" che viene consegnata, bensì ltutta la documentazione che la riguarda, e l'avvocato è nominato per l'occasione, ma non è detto che sia "il solito avvocato" che assste Tizio.
Qui magari l'importanza della precisione è minima, però in altri casi queste sottili differenze diventano significative.

L'importante è sempre riuscire a evitare lo sbrodolio inutile, senza perdere i dettagli, secondo me.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

domna charola ha scritto:Concordo che certi lunghi giri di frase servano solo a confondere, però la precisione dei termini secondo me va mantenuta. Nel caso di leggi e burocrazie infatti ogni termine deve essere il più possibile chiaro e inequivocabile, una parola per ogni oggetto, insomma...
La sua osservazione è molto interessante. Ho letto qualcosa di simile in una discussione sul linguaggio legale inglese qui. Traduco un passo significativo:
Nel 2000, i tribunali britannici fecero un enorme sforzo per semplificare la lingua e la procedura processuale civile. […] Il risultato fu un fallimento; si capì che certe parole avevano un significato diverso a seconda del contesto […], perciò per sostituire un termine arcaico occorrevano parecchi sinonimi, e ciascuna occorrenza doveva essere esaminata attentamente dall'apposita commissione per capire quale di questi poteva adattarsi. In pratica, naturalmente, questo era un compito impossibile.
Fatte le debite distinzioni – qui si parla dell'inglese, che ha tutt'altra storia – questo può valere anche per l'italiano. Molte volte, coll'impiego del burocratese si vuol manifestare la propria forza, affermare il privilegio di essere stato iniziato ai misteri della macchina statale, come Azzeccagarbugli. Però è vero che l'eccessiva semplificazione potrebbe portare a fraintendimenti, e quello che appare un inutile arzigogolo potrebbe essere un elemento necessario per l'interpretazione di un documento.
Avatara utente
+Omero
Interventi: 5
Iscritto in data: mer, 16 mag 2012 16:23
Località: Torino

Intervento di +Omero »

Concordo pur'io sulla buona regola che dovrebbe vigere circa la semplicità nell'utilizzo della scrittura ad uso legale. Ma vi chiedo: una eccessiva semplificazione non avrebbe l'effetto di sminuire la bellezza stessa di una lingua? In fondo, purtroppo, è quanto avviene ogni giorno pressochè in ogni ambiente sociale (radio, televisione, giornali, internet, etc). Ad esempio, il congiuntivo è quasi scomparso e le aberrazioni linguistiche di ogni genere sono molteplici. Lungi da me l'idea di voler difendere l'uso smodato del citato burocratese, ma il rischio di affondare nell'errore opposto, a mio parere, è alto.
Avatara utente
Sandro1991
Interventi: 251
Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07

Intervento di Sandro1991 »

+Omero ha scritto:Concordo pur'io sulla buona regola che dovrebbe
Dubbio: ...ma si elide? non è troncamento?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

È troncamento e pertanto va scritto senza apostrofo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Sandro1991
Interventi: 251
Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07

Intervento di Sandro1991 »

Ah, ecco, grazie Marco; cercando su Google Libri o trovato «pur’io» da qualche parte, sicché mi son addubbiato. :)
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

E si trova anche negli scritti d’un accademico della Crusca, si veda qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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