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«Poro» («povero»)
Inviato: lun, 18 giu 2012 10:24
di Ferdinand Bardamu
Poro per ‹povero›, in funzione soltanto attributiva, è presente, a quanto mi risulta, anche nel vernacolo toscano, oltre che in molti dialetti italiani (compreso il mio). Non è però messo a lemma in nessuno dei dizionari a mia disposizione. Mi chiedo perciò se questa forma abbia mai avuto qualche fortuna letteraria (una mia cursoria ricerca nella BibIt non ha dato risultati).
Re: «Poro» («povero»)
Inviato: lun, 18 giu 2012 12:49
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:Poro per ‹povero›, in funzione soltanto attributiva, è presente, a quanto mi risulta, anche nel vernacolo toscano.
Qui da noi si dice al massimo
poero, mai
poro.
Inviato: lun, 18 giu 2012 18:09
di AmorEst
Invece nel grossetano e nel senese sono comunissimi poro e porìno.
Inviato: gio, 12 lug 2012 18:44
di Carnby
Correggo: da fonti attendibili, poro, specie nell'espressione porannoi, si dice(va) anche qui.
Inviato: gio, 12 lug 2012 18:57
di Marco1971
Però è vero, stando ai miei ricordi, che è (o era) piú comune poerannoi. Può confermare?
Inviato: gio, 12 lug 2012 19:30
di Carnby
Marco1971 ha scritto:Però è vero, stando ai miei ricordi, che è (o era) piú comune poerannoi. Può confermare?
Secondo me è una questione cronologica. In tempi recenti credo che prevalesse
poerannoi, anche perché più vicino alla forma italiana letteraria
poveri a noi, ma in passato, perlomeno nella zona occidentale della provincia di Firenze dove abito, sembra che fosse più comune
porannoi.
Inviato: gio, 12 lug 2012 20:09
di Ozioso
Non conosco il vernacolo toscano, però le posso confermare che in quello romano poro per <povero> aggettivo è la consuetudine. E aggiungo anche ché forse le interessa, <povero> sostantivo è sostituito abitualmente da poretto (poveretto) o da poraccio (poveraccio).