«Eco»
Inviato: sab, 24 giu 2006 16:54
Il sostantivo eco, in italiano, è ambigenere: si può dire sia un’eco lontana sia un eco lontano (ma al plurale è sempre maschile, gli echi lontani). In latino è femminile (come, presumo, in greco, anche per il nome della ninfa), e le prime attestazioni sono femminili (nella forma antica ecco):
Ma perché vi sto a raccontar questo? Perché è di nuovo un caso in cui l’italiano si distingue dalle altre lingue neolatine, che hanno solo l’eco maschio (francese, spagnolo, portoghese). Questa preferenza sarà dovuta alla terminazione in –o, tradizionalmente associata al maschile? Perduta s’è la ricordanza di quell’Eco che per Narciso si consumò d’amore?
Personalmente prediligo l’eco femminile, che mi suona piú elegante (mi sovviene d’un verso di Quasimodo – che cito a memoria – Si specchia un suono in amorosa eco...). Sarei interessato a conoscere le vostre preferenze.
Gli scrittori oscillano: sempre maschile per Foscolo e Leopardi, sempre femminile per D’Annunzio e Pirandello; Carducci è indeciso e adopra tutti e due.Ogni spiaggia
susciti un’ecco nuova, ch’a’ tuo’ accenti
risponda. (Firenzuola, 1493-1543)
Ma perché vi sto a raccontar questo? Perché è di nuovo un caso in cui l’italiano si distingue dalle altre lingue neolatine, che hanno solo l’eco maschio (francese, spagnolo, portoghese). Questa preferenza sarà dovuta alla terminazione in –o, tradizionalmente associata al maschile? Perduta s’è la ricordanza di quell’Eco che per Narciso si consumò d’amore?
Personalmente prediligo l’eco femminile, che mi suona piú elegante (mi sovviene d’un verso di Quasimodo – che cito a memoria – Si specchia un suono in amorosa eco...). Sarei interessato a conoscere le vostre preferenze.