Etimologia di «otta»
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Etimologia di «otta»
Il sostantivo femminile otta (‹ora›) è proprio della lingua antica e, in particolare, avrebbe appartenuto al registro popolare fiorentino. L’origine fiorentina, però, non è sicura: nelle Cento Osservazioni al Dizionario Etimologico delle Voci Dantesche si legge:
Otta per ora è detto da alcuni grammatici idiotismo firentino. Questo si potrà concedere quando si provi che i messinesi del 200 (nelle cui poesie evvi di molti esempi) fossero firentini[.]
Per di piú, nella Grammatica Storica, il Rohlfs, al paragrafo 930 (‘Allora’), dopo aver ricordato che
[c]on l’antico otta ‘ora’ (cfr. talotta, a otta cat’otta) è composto allotta ‘allora’ del fiorentino plebeo, usato da Dante nella Divina Commedia (cinque volte in rima), che vive ancora nei dialetti toscani
riporta un òtta ki (‹allorché›), locuzione barbaricina. Ora, non so quanto l’individuazione dell’origine ci possa aiutare a rintracciare l’etimo. Che non è chiaro. Il Devoto-Oli scrive, senz’avvertenze né cautele
Lat. volg. *(qu)otta (hora) per il class. hora quota (est)?
Il Treccani in linea se la cava con un «etimo incerto». Il Vocabolario Etimologico del Pianigiani, invece, scrive:
Alcuno dal lat. HÒRA ora, ma il Diez crede meglio dal got. UHT (che s’incontra solamente in composti) momento opportuno, onde l’ant. alt. ted. UHTÀ, UOHTÂ di buon’ora, l’ant. nord. ÔTTA il tempo delle prime tre ore del giorno, che darebbe il significato di buon’ora.
Che ne pensate?
Otta per ora è detto da alcuni grammatici idiotismo firentino. Questo si potrà concedere quando si provi che i messinesi del 200 (nelle cui poesie evvi di molti esempi) fossero firentini[.]
Per di piú, nella Grammatica Storica, il Rohlfs, al paragrafo 930 (‘Allora’), dopo aver ricordato che
[c]on l’antico otta ‘ora’ (cfr. talotta, a otta cat’otta) è composto allotta ‘allora’ del fiorentino plebeo, usato da Dante nella Divina Commedia (cinque volte in rima), che vive ancora nei dialetti toscani
riporta un òtta ki (‹allorché›), locuzione barbaricina. Ora, non so quanto l’individuazione dell’origine ci possa aiutare a rintracciare l’etimo. Che non è chiaro. Il Devoto-Oli scrive, senz’avvertenze né cautele
Lat. volg. *(qu)otta (hora) per il class. hora quota (est)?
Il Treccani in linea se la cava con un «etimo incerto». Il Vocabolario Etimologico del Pianigiani, invece, scrive:
Alcuno dal lat. HÒRA ora, ma il Diez crede meglio dal got. UHT (che s’incontra solamente in composti) momento opportuno, onde l’ant. alt. ted. UHTÀ, UOHTÂ di buon’ora, l’ant. nord. ÔTTA il tempo delle prime tre ore del giorno, che darebbe il significato di buon’ora.
Che ne pensate?
Riporto quello che dicono il Battisti–Alessio e il Devoto.
Il DEI ha scritto:òtta f., ant. e contad., tosc, XIII sec. e Dante; ora; cfr. 'dòtta' (Firenzuola); usato in antico in composti avverbiali (ad o., o. catòtta, allòtta, dòtta, tatòtta). Etimologia incerta, non persuadendo la tradizionale derivazione da optāre desiderare, per quanto derivati da optāre, sieno molto documentati nel nostro latino medioevale.
Dottato, nel senso di «qualità di fico» (la cui associazione a otta è discussa), è ancora vivissimo nei vernacoli toscani.Giacomo Devoto ha scritto:otta, lat volg, *quotta (hora), con raddopp. espressivo (come in quottidie), privato della cons. iniz. per influenza di ora; cfr. allotta 'allora', talotta, 'talora'; cfr. DOTTATO.
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Re: Etimologia di «otta»
Confermo quello che dice Carnby.
Ho comunque ricordi di una frase che, circa cinquant'anni fa, usava dire mia nonna prima di servire le castagne bollite con il finocchietto: "Allotta allotta vien la ballotta".
Non conoscevo il significato del termine e mai ho chiesto. La frase mi è rimasta impressa come se fosse una specie di sortilegio costruito quindi con parole sconosciute dal sapore magico.
Ho comunque ricordi di una frase che, circa cinquant'anni fa, usava dire mia nonna prima di servire le castagne bollite con il finocchietto: "Allotta allotta vien la ballotta".
Non conoscevo il significato del termine e mai ho chiesto. La frase mi è rimasta impressa come se fosse una specie di sortilegio costruito quindi con parole sconosciute dal sapore magico.
- u merlu rucà
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